Usa e Giappone tornano alla terra
Il Giappone, in conseguenza della crisi economica globale, per affrontare l'ondata di disoccupazione, decide di tonare alla terra. E anche gli Usa procedono in questa direzione. Infatti, il Ministro dell'Agricoltura Taro Aso ha finanziato, per 800 persone che hanno perso il lavoro, uno stage di 10 giorni per imparare a produrre e vendere ortaggi e frutta in completa autonomia. A seguito del corso formativo i partecipanti e, quindi, i disoccupati lavoreranno per un anno in villaggi agricoli. Di sicuro l'iniziativa presenta, oltre che obiettivi politici e sociali, anche risvolti di economia interna. Il Giappone, nonostante i suoi 3 milioni di agricoltori, risulta tra i Paesi industrializzati più dipendenti dall'estero in termini di derrate alimentari, con un'importazione che arriva al 60%. Stessa cosa accade dall'altra parte del Pacifico. I responsabili del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti hanno dichiarato che numerosi americani si stanno trasferendo nelle campagne con conseguente apertura di circa 300mila nuove aziende agricole, dal 2002 a oggi. Negli Usa, ora come ora, sono attive 2,2 milioni di aziende agricole, dato che, nel corso dei cinque anni, dato che evidenzia un aumento del 30 % delle donne imprenditrici che, attualmente, risultano 306.200. Questo orientamento è tuttavia favorito dal programma per l'agricoltura definito dal nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama per cui è necessario incoraggiare i giovani a sostenere l'agricoltura locale, sostenibile e biologica, diventare agricoltori, migliorare le infrastrutture nelle campagne ed estendere l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza degli alimenti permettendo di distinguere il proprio prodotto da quello importato e ancora, promuovere le energie rinnovabili e assicurare la copertura della banda larga nelle aree rurali.