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    12 settembre 2006 - Roberto Mosca (di Spring Color)
    Fonte: Bollettino Res Marche N°2 Anno 2 - 08 agosto 2006

    Avanti popolo: le nanotecnologie ci aspettano

    Perché anche la Spring Color, con la sua ricerca sull’argento, utilizza questa nuova tecnologia già malfamata per i dubbi che suscita su salute, ambiente e controllo sociale?

    Le nuove microparticelle, che si misurano in milionesimi di millimetro, già sperimentate per vari comparti come medicina, cosmetica, elettronica, varie industrie e settore militare, stanno entrando anche in edilizia (a tutt’oggi ci sono circa 160 domande di brevetto in quest’ultimo comparto).

    L’impatto che queste nuove tecnologie avrà sugli esseri umani, sull’ambiente, sui sistemi politici e sulla società civile potrebbe essere disastroso, specialmente la convergenza tra nanotecnologie, genetica e robotica. A differenza dei produttori degli o.g.m., grandi arrampicatori sugli specchi quando si parla di principio di precauzione, quelli delle nanotecnologie ammettono il rischio: ad un recente corso a Ferrara sulle applicazioni per le vernici di carbonati, sabbie silicee e titanio micronizzati, un ricercatore della multinazionale chimica e farmaceutica Solvay, ad una mia domanda precisa, ha ammesso che di queste nuove molecole assemblate non si conoscono le conseguenze riguardanti l’eventuale non biodegradabilità, l’inquinamento dell’acqua, l’assorbimento nei terreni e nelle piante, l’entrata nell’organismo umano e animale tramite le catene alimentari, il naso, la pelle, fino al cervello. Anche le compagnie assicurative stanno redigendo nuovi documenti per tutelarsi loro stesse dagli esperimenti dei loro clienti, novelli bimbi-Faust che giocano assemblando, come se fossero nano-costruzioni Lego, queste nuove particelle che non rispettano neanche le leggi della fisica-chimica, ma che sono osservate dagli scienziati con l’ottica della roulette russa della quanto-meccanica.

    Abbiamo iniziato ad usare un po’ di nanoargento, quello “buono” per cosmetica, non quello per le vernici ionizzato e trattato con metalli pesanti (nelle nanotecnologie si incontra di tutto). Ci serviva per risolvere il problema della adeguata conservazione e dell’odore dei coloranti vegetali (i più difficili di tutte le pitture naturali). Strada facendo abbiamo visto che questo argento (Ag purissimo) stabilizza perfettamente questi coloranti conferendo potere antimuffa in parete. Nell’acqua pura di fonte esistono in tracce particelle di argento utili all’organismo in seguito alle loro capacità antibatteriche e antifunghi. Purtroppo quando all’acqua della rete idrica viene addizionato il cloro, l’argento decade (e non solo quello). In molti altri campi si stanno conducendo test con il nostro nanoargento, ottimo in quanto a purezza e funzionalità, soprattutto per l’assenza di metalli pesanti tossici presenti in altri prodotti apparentemente analoghi.

    Inoltre non possiamo lasciare strada libera alle multinazionali o ai grossi gruppi. Recentemente, una nuova legge populista ha cancellato le tasse governative dalle domande di brevetto. In questo modo però non si aiuta la ricerca, ma si leva fondi all’Ufficio Brevetti che dovrebbe controllare la valenza tecnica, l’industriabilità e l’originalità delle domande. Così si da solo una mano a quelli che stanno brevettando di tutto, dal riso all’acqua calda. Qualche anno fa avevamo ricevuto delle lettere minacciose da chi deteneva un “brevetto” su una pittura tecnica composta da mille ingredienti sia naturali che petrolchimici (tra cui il latte) e ci volevano impedire di continuare con le nostre produzioni. Ma per fortuna nel ’95 avevamo brevettato per difenderci un sistema di conservazione naturale dei nostri prodotti (che contengono anche il latte).

    Non possiamo quindi lasciare campo libero a questi attori della società del profitto, che non conoscono il concetto di etica. Ci auguriamo che anche altri, tralasciando i fondamentalismi, trovino qualcosa in quella parte nascosta che è il rovescio “positivo” della medaglia delle moderne tecnologie e la brevettino, per poi condividere con tutti questo sapere, senza sfruttarlo egoisticamente. Anche questa è sottrazione.

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