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    12 settembre 2006 - Loris Asoli
    Fonte: Bollettino Res Marche n° 2 Anno 2 - 08 agosto 2006

    Le proposte del Volontariato alla Regione Marche

    Da questo numero avviamo una collaborazione con il Centro di Servizio per il Volontariato che curerà una rubrica esclusivamente dedicata a tematiche e questioni riguardanti il mondo del volontariato.
    Nel numero presente pubblichiamo il documento che è stato approvato nella primavera dello scorso anno dalle associazioni di volontariato marchigiane iscritte e non al registro regionale riunitesi in assemblea e che è stato sottoposto all’attenzione degli allora candidati alla presidenza della nostra Regione, affinché le istanze e le proposte del volontariato fossero recepite nel programma politico dei diversi schieramenti in gioco.
    L’obiettivo del documento, che non ha precedenti nella storia dei rapporti tra il volontariato e le istituzioni marchigiane era quello di favorire un’occasione di confronto al fine di sviluppare e qualificare la partecipazione del volontariato alla vita della comunità civile in cui opera, nella salvaguardia della propria autonomia ed identità. Ciò nella convinzione che il mondo del volontariato abbia il diritto-dovere di essere considerato un soggetto portatore di idee e valori comuni che possano stimolare nelle istituzioni un sempre maggior riconoscimento della preziosa ed insostituibile opera del movimento volontario. In questa direzione riteniamo ci sia ancora molto da fare. E la diffusione dei contenuti del documento in parola, ancora attualissimi, riteniamo possa rappresentare un primo concreto passo su una via faticosa ed irta di difficoltà.
    Il volontariato propone la centralità della persona e delle sue relazioni interpersonali in luogo della centralità dello scambio mercantile ed opera di fatto in controtendenza rispetto alla deriva economicistica della società.. Secondo tale deriva i poveri e gli emarginati esistono e vanno assistiti, ma rispettando le regole del gioco e gli interessi prioritari dettati da chi governa l’economia, rischiando così di favorire la trasformazione di cittadini di ogni età titolari di diritti in nuovi sudditi. Contro questa deriva il volontariato intende svolgere una funzione progettuale e politica per contribuire a definire un modello di società basato sulla giustizia sociale, sui diritti e sui doveri di cittadinanza per e di tutti, sulla partecipazione della comunità civile e sulla promozione e salvaguardia del patrimonio culturale delle nostre terre.
    Questo richiede l’affermazione di nuovi principi e pratiche di solidarietà, capaci di mantenere ed estendere i diritti di cittadinanza e le tutele verso i soggetti deboli e di fronteggiare le vecchie e le nuove povertà, perché per promuovere eguaglianza bisogna partire dagli ultimi e dare loro precedenza nell’assegnazione delle opportunità e delle risorse, ritrovando così quella coesione sociale che, oltre ad essere un fatto di civiltà, è anche determinante ai fini del miglioramento della qualità della vita e dello sviluppo economico e sociale. Del resto i due aspetti importanti, per un Paese moderno sono: gli investimenti per le politiche sociali e la garanzia degli equilibri naturali.

    LE NOSTRE ISTANZE

    La partecipazione

    Una economia fondata sulla solidarietà, socialità e partecipazione ha bisogno del contributo del terzo settore e del volontariato in particolare. Da qui la richiesta di garantire strumenti operativi e vie di accesso che non siano solo una mera occasione informativa o consultiva e rendano effettivo il ruolo del volontariato nell’elaborazione delle scelte regionali che interessano le attività da questi promosse e soprattutto i suoi utenti. Ciò dovrà avvenire in particolare all’interno dei principali strumenti di programmazione pubblica quali: i piani sociali di zona, i piani delle attività territoriali, i piani comunitari della salute, il programma di sviluppo regionale, i bilanci comunali, ed altri ritenuti di interesse. Un ruolo che non dovrà fermarsi alla partecipazione alla programmazione degli interventi ma dovrà altresì estendersi alla costruzione ed al monitoraggio delle risposte ai bisogni che si intendono soddisfare e ai diritti che si intendono garantire.
    Riteniamo che la partecipazione del volontariato in tali contesti possa concretizzarsi, tra le altre, nelle seguenti funzioni:
    -Assumere un ruolo di portatori di istanze, segnalatori di disservizi ed inefficienze, rilevatori dei bisogni inespressi, in particolare dalle categorie di cittadini più deboli ed emarginate.
    -Promuovere la diffusione di corrette informazioni chiare, semplici e accessibili a tutti in merito all’organizzazione ed alle modalità di accesso ai servizi evitando ogni asimmetria informativa connessa soprattutto all’utilizzo della rete informatica che risulta inaccessibile alla quasi totalità dei soggetti in situazioni di disagio.
    -Assicurare l’accesso a tutto ed a tutti affinché gli spazi di libertà e le opportunità di esperienze di vita non siano impedite a persone con disabilità motorie, sensoriali, intellettive e relazionali: ambiente, beni, servizi e reti devono essere totalmente accessibili.
    -Stimolare e verificare che l’ente pubblico svolga in maniera puntuale ed efficace il suo ruolo di garante dei diritti fondamentali
    -Verificare che l’ente pubblico sviluppi efficaci procedure al fine di garantire la qualità dei servizi avendo come riferimento anche il punto di vista dei cittadini utenti e definisca adeguati standard ai fini dell’autorizzazione e dell’accreditamento dei servizi garantendo inoltre monitoraggio e controllo
    -Verificare l’effettiva fruibilità dei servizi e che tutti i servizi siano strutturati ed orientati prioritariamente per soddisfare le aspettative degli utenti.
    Questa partecipazione dovrà avvenire nel quadro di regole certe e definite con cui far crescere le forme della collaborazione fra soggetti pubblici, del volontariato e del terzo settore e necessita di luoghi permanenti ed organizzati dove sperimentare un confronto reale non confinato all’occasionalità o all’emergenza.
    Il Centro di Servizio per il Volontariato potrebbe in questo quadro mettere a disposizione azioni, servizi, strumenti per favorire la elaborazione di proposte condivise costruzione delle necessarie rappresentanze del volontariato, ai diversi livelli territoriali.Dovranno altresì essere garantite condizioni essenziali per facilitare la partecipazione del volontariato ai diversi tavoli della concertazione (ad esempio, scegliere orari per la convocazione degli incontri compatibili con le disponibilità tipiche dei volontari).

    La sussidiarieta’

    La partecipazione del volontariato dovrà sempre concretizzarsi sulla base dell’effettiva applicazione del principio di sussidiarietà che non dovrà però mai giustificare l’abdicazione dell’istituzione pubblica da ogni responsabilità. Va respinta, pertanto, ogni prospettiva che miri ad introdurre logiche mercantili e di privatizzazione dei servizi fondamentali (sanità, istruzione, assistenza)
    Le istituzioni pubbliche non dovranno mai venir meno alla loro prioritaria funzione di garantire adeguate risposte a tutte le categorie di cittadini ed in particolare a quelle più deboli ed emarginate. E’ da evitare l’affermarsi di una cultura e di una pratica tese a rispondere alla crisi dello stato sociale in termini di riduzione della spesa con il tentativo di un utilizzo strumentale del volontariato ed in generale del terzo settore al solo fine di ridurre i costi e ciò in un’ottica sostitutiva e non complementare alla presenza del pubblico. A tal proposito sono necessarie azioni mirate a combattere la diffusione della pratica degli appalti al massimo ribasso ed a scoraggiare quell’uso improprio del volontariato, sottraendo spazi occupazionali a soggetti professionali e deputati ad assolvere tali funzioni.

    La specificita’ del volontariato


    Il volontariato, per sua natura - flessibile nella presenza e nelle risorse umane ed economiche - svolge il suo ruolo fondamentale nella rappresentanza degli interessi delle persone in maggiore difficoltà, con una funzione di promozione e tutela; può assumere pertanto soltanto “servizi leggeri” o, al massimo, avviare anticipazioni di “servizi pesanti” che, quando diventano servizi strutturati, richiedono organizzazione e competenze professionali non compatibili con le attività del volontariato.
    E’ necessaria infatti una chiara distinzione fra volontariato (lavoro di servizio gratuito) ed economia sociale (cooperazione sociale, enti non profit ecc.) ed una precisa definizione dei contributi che può dare il volontariato autentico, nell’esercizio dei suoi ruoli, all’economia sociale:
    a. Anticipazione di risposte a bisogni emergenti
    b. Integrazione di servizi esistenti
    c. Stimolo alle politiche sociali e alle istituzioni
    d. Educazione alla solidarietà di base
    E’ infatti utile per tutti, soprattutto per i cittadini che utilizzano i servizi, che si faccia chiarezza sull’identità specifica di ciascuna componente del terzo settore.

    Le risposte ai bisogni

    Alla regione si chiede l’impegno - anche alla luce delle nuove competenze assegnate con la riforma Costituzionale del 2001 – per garantire i diritti delle persone in situazione di fragilità necessitanti di prestazioni, interventi e servizi sanitari, sociosanitari e sociali; in particolare attraverso la realizzazione nel territorio regionale di reti di servizi che favoriscano prioritariamente il sostegno alla domiciliarità.
    Si chiede inoltre di garantire:
    -la tutela sanitaria in tutte le fasi della malattia (acute e cronica) attraverso interventi di prevenzione, cura e riabilitazione in particolare a quei soggetti che necessitano permanentemente di interventi sociosanitari;
    -la fruizione di interventi socio assistenziali assicurando ai soggetti in maggiore difficoltà reti territoriali di interventi e servizi sociali (domiciliari, diurni e residenziali);
    -l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo per quelle fasce di fragilità della popolazione giovane ed adulta;
    -una particolare attenzione alle questioni legate alle attività di solidarietà internazionale e cooperazione allo sviluppo, promuovendo una diffusa sensibilizzazione della cittadinanza sui problemi del sud del mondo e soprattutto la salvaguardia delle risorse destinate al finanziamento dei programmi di sostegno elaborati dalle organizzazioni marchigiane;
    -il riconoscimento della preziosa valenza dei diritti culturali e dell’educazione permanente per uno sviluppo armonico della società civile e con esso un sostanziale impegno per la promozione e la salvaguardia ad ogni livello delle iniziative culturali ed il potenziamento degli strumenti di sostegno per esse previste;
    Si ritiene inoltre non rinviabile che in sede distrettuale si giunga ad una effettiva ed integrata programmazione tra servizi sociali e sanitari così da rispondere in maniera adeguata alle esigenze dei soggetti che richiedono interventi sociosanitari. In questo senso vanno garantiti servizi integrati domiciliari diurni e residenziali a tutti quei soggetti che sono in particolare situazione di fragilità (malati aids-hiv, malattia di Alzheimer, gravi disabilità, malati mentali, anziani non autosufficienti, minori privi di sostegno familiare ….)
    Per quanto riguarda gli interventi sociali chiediamo in continuità con le positive esperienze fin qui realizzate di:
    · Garantire un deciso impegno perché si provveda alla definizione dei livelli essenziali di assistenza
    · Individuare una connotazione giuridica dell’ambito territoriale e un conseguente adeguato livello organizzativo
    · Rafforzare e definire ruolo, compiti e funzioni del coordinatore d’ambito
    · Garantire un efficace funzionamento degli Uffici di Promozione Sociale.
    Per quanto riguarda gli interventi di natura sanitaria, si chiede il rispetto delle indicazioni contenute nel Piano sanitario regionale 2003-2006; in particolare si sollecita il potenziamento delle cure domiciliari e la creazione di risposte diurne volte a ridurre e ritardare il ricorso all’istituzionalizzazione e all’ospedalizzazione. Si rimanda inoltre ai contenuti del documento redatto dal Comitato Associazioni Tutela (CAT) che qui si allega per quanto concerne il dettaglio delle richieste in materia socio-sanitaria.

    VOLONTARIATO E LEGISLAZIONE NAZIONALE E REGIONALE


    La legge nazionale

    Nel contesto dell’avviato iter di revisione della legge nazionale sul volontariato si chiede, d’intesa con le rappresentanze del volontariato regionale, di adoperarsi fattivamente per:
    · una presa di posizione chiara a favore del mantenimento della l. 266/1991 finalizzata a difendere l’identità e l’autonomia del volontariato e quindi non un cambiamento della legge ma un suo aggiornamento che, condividendo i principi e l’impianto ed affermando la generale positività della sua attuazione, individua alcune modifiche necessarie per renderla maggiormente incisiva nel contesto attuale.
    · una altrettanto netta contrarietà verso ogni tentativo di riordino, sistemazione, semplificazione della legislazione del Terzo Settore attraverso un Testo Unico che rischierebbe di omologare il volontariato alle altre espressioni del privato sociale, sottraendogli l’identità, la specificità, l’originalità. Deve essere forte, invece, la richiesta di una disciplina differenziata per il volontariato.
    · un chiaro rifiuto dello strumento della delega al Governo a favore di una discussione parlamentare: l’unica rispondente al carattere trasversale del volontariato, al pluralismo di valori culturali, politici ed etici di cui è portatore.
    Lo statuto regionale
    Nel rammaricarci del mancato riferimento al volontariato, a qualsiasi titolo, in tale fondamentale documento ed altresì del fatto che nel processo di costruzione dello stesso le rappresentanze del volontariato regionale siano state completamente ignorate, chiediamo che, nell’attuazione del comma 3 dell’art. 40 dello Statuto, sia riconosciuto il ruolo e la presenza del volontariato.

    La legge regionale

    Chiediamo che l’avviato iter di riforma della legge regionale sul volontariato sia urgentemente ripreso all’inizio della nuova legislatura e tenga conto dei contenuti già emersi nella prima fase del percorso ed in particolare garantisca alle organizzazioni di volontariato il diritto a partecipare all’elaborazione delle norme.

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