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    "Introdurre un’area Ogm free porterebbe all'obiettivo opposto"

    La Regione Marche ha deciso di varare un patto volontario tra gli agricoltori per non coltivare transgenico.
    20 giugno 2009 - Redazione Il Resto del Carlino
    Fonte: ilrestodelcarlino - 18 giugno 2009

    Ancona, 18 giugno 2009 - La firma dell’accordo volontario sulla coltivazione degli Ogm è non solo un inspiegabile suicidio politico da parte della Regione Marche ma anche un cavallo di Troia per l’introduzione delle coltivazioni di organismi geneticamente modificati in Italia ed è paradossale che si voglia farlo in pompa magna, proprio in occasione della settima Conferenza della Rete delle Regioni europee Ogm-free, che si apre oggi.

     

    È l’attacco di Coldiretti Marche alla decisione della Giunta regionale di promuovere un accordo per la realizzazione di un’area Ogm free nel territorio urbinate. La delibera varata dalla Regione Marche, si legge in una nota, prevede che gli agricoltori sottoscrivano un patto volontario per non coltivare organismi geneticamente modificati e difendere le coltivazioni biologiche. Una decisione che ambirebbe a rafforzare il concetto di un territorio libero dal transgenico.

     

    "Purtroppo è il contrario - denuncia Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche -, in assenza di un quadro normativo definito a livello nazionale ed europeo sulla coesistenza tra produzioni ogm e non, introdurre il concetto di volontarietà di non coltivare transgenico significa inevitabilmente dare anche la possibilità di farlo creando nelle Marche un precedente che rischia di essere un cavallo di Troia per il via alle coltivazioni di organismi geneticamente modificati nel resto d’Italia".

     

    "Sul nostro territorio esiste già una legge contro la coltivazione di ogm alla quale abbiamo contributo in maniera sostanziale: se produrre ogm non è oggi possibile che senso ha fare un accordo volontario - si chiede il direttore di Coldiretti Marche, Alberto Bertinelli -. Abbiamo già avuto notizia del fatto che l’atto della giunta delle Marche ha sollevato la preoccupazione delle altre Regioni e siamo sinceramente preoccupati per il fatto che un’amministrazione sino a oggi in prima linea nella lotta al transgenico possa prendere questa topica madornale, per di più in occasione della conferenza di Urbino”.

     

    Quasi tre italiani su quattro (72%), ricorda la Coldiretti, ritengono che i cibi con organismi geneticamente modificati sono meno salutari di quelli tradizionali, secondo l’indagine Coldiretti/Swg. Da qui la necessità di "difendere la produzione nazionale - conclude Bertinelli - dai rischi di inquinamento anche con le possibili alleanze a livello europeo".

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