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    I Nuovi affamatori del Pianeta

    Neocolonialismo: alla caccia di buone terre coltivabili in tutto il mondo per pochi soldi
    14 luglio 2009 - Redazione Rees Marche
    Fonte: Newsletter

    Il 25 maggio è stato presentato il rapporto intitolato 'Land Grab or development opportunity?' ("Incetta di terre o opportunità di sviluppo?") redatto da due agenzie Onu per l'agricoltura, FAO e IFAD, con l'Istituto internazionale per l'ambiente e lo sviluppo (IIED).

    Le terre coltivabili vengono attribuite a indiani, cinesi, arabi e sudcoreani che hanno necessità di intensificare la produzione agricola, spinti dal desiderio di crescere. I terreni africani verranno così utilizzati in maniera intensiva per coltivare riso, mais, palme da olio. Lo studio si è focalizzato principalmente su cinque paesi africani: Sudan, Etiopia, Madagascar, Ghana e Mali. Il rapporto, lancia moniti preoccupanti: "2,41 milioni di ettari di terreno venduti negli ultimi 5 anni, nei soli paesi in esame". Si può parlare di neocolonialismo anche perché a beneficiarne non saranno certamente i cittadini africani. Terra e manodopera in cambio di vaghe promesse sulla creazione di nuovi posti di lavoro e di infrastrutture. Come scrive Sara Milanese nella rivista "Nigrizia": "Nei testi dei contratti non ci sono clausole vincolanti o precise che prevedano iniziative concrete da parte degli investitori, neppure che riguardino il controllo o la verifica degli impegni sottoscritti. La durata delle concessioni è di 30, 40, anche 90 anni, ma gli accordi prevedono affitti ridicoli: dai 2 ai 10 dollari per ettaro, in Sudan o in Etiopia. Non tengono conto della complessità economica e sociale delle realtà africane, sono appiattiti sulle esigenze spiccie degli investitori; nessun riferimento nemmeno alla sicurezza alimentare delle popolazioni locali, alle quali viene destinata solo una minima parte dei raccolti". Perdere la terra significa perdere quasi sicuramente le risorse idriche. Significa perdere quelle consuetudini storiche, come la pastorizia e l'allevamento, che costituiscono la tradizione dei popoli. L'aumento dei prezzi alimentari e la crisi economica hanno causato la vendita di terra ricca, fertile e poco sfruttata, completa di manodopera a basso costo. Oggi si comprano e affittano territori ovunque a prezzi stracciati. L'Hedge Fund russo Renaissance Capital e il britannico Landkom hanno comprato rispettivamente 300.000 e 100.000 ettari in Ucraina, Morgan Stanley e il gruppo francese Dreyfus decine di migliaia di ettari in Brasile. Milioni di ettari di terreno sono stati comprati in tutto il mondo dalla Corea del Sud ( 2,306 milioni), Cina (2,09 milioni), Arabia Saudita (1,61 milioni), Emirati Arabi Uniti......

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