I 9 semi di Vandana Shiva approdano al Meeting di San Rossore
LIVORNO. Il dibattito tra favorevoli e contrari agli Ogm è ancora lontano dall'essere arrivato (se mai ci arriverà) alla sua conclusione. La Toscana da tempo si è dichiarata Ogm-free e anche greenreport è da sempre contro questa pratica non solo per gli impatti ambientali, ma anche per quelli sociali. La storia che arriva oggi da San Rossore può riuscire meglio di tante parole a capire il punto di vista di chi si sta ribellando sul territorio a questa pratica. Se la figura di Vandana Shiva è nota, infatti, forse meno conosciuta è la storia dei ‘Nove semi' raccontata questa mattina a San Rossore durante il meeting.
Si tratta di un documentario di Maurizio Izzo e Manuela Zadro prodotto da Regione Toscana e Arsia e realizzato da Aida. Girato in India, nello stato dell´Uttaranchal, collega l´esperienza indiana del movimento per la biodiversità di Vandana Shiva con la creazione presso l´Azienda agricola regionale di Alberese di un centro analogo a Navdania. E' il frutto della collaborazione tra Vandana Shiva e la Regione Toscana dove hanno trovato sede la Commissione internazionale per il futuro dell´alimentazione e dell´agricoltura, la Fondazione per la biodiversità, diventando punto di riferimento nazionale per la sperimentazione in agricoltura biologica.
Ma cos'è Navdania? E' un´antica tradizione indiana che vuole che il primo giorno di ogni anno le donne piantino 9 semi in un vaso. Dopo 9 giorni le donne portano i loro vasi al fiume e confrontano i risultati della semina: questo consente di vedere chi ha ottenuto i germogli migliori e genera una serie di scambi di semi. Questa pratica fa sì che ogni famiglia possa avere a disposizione i semi migliori e ogni villaggio possa ottenere cibo abbondante. Questa tradizione, chiamata appunto Navdania, è il cardine della scelta di vita compiuta da Vandana Shiva. E´ una tradizione femminile, così come la comunità di Navdania è nata da donne e continua soprattutto grazie all´impegno delle donne. La scelta di fare un passo indietro, abbandonare l´abbondante uso di prodotti chimici in agricoltura conseguente alla ´green revolution´ indiana e all´introduzione dell´agricoltura intensiva, è alla base della filosofia che anima il centro Navdania.
Ad oggi circa 400 contadini coltivano secondo i dettami dell´agricoltura biologica: seguono la rotazione delle colture per ottimizzare il raccolto, utilizzano l´urina delle mucche come insetticida, rinforzano gli argini attraverso speciali piante, scelgono determinati tipi di legumi con l´obiettivo di produrre compost di qualità. Questa scelta produce un abbattimento dei costi e garantisce cibo di qualità, oltre a salvaguardare l´autosufficienza delle fattorie e dei contadini, che così non rischian o di indebitarsi per acquistare costosi semi brevettati da società multinazionali.
Proprio il tema dei semi e delle loro conservazione rappresenta l´anima del movimento Navdania. Ad oggi nella banca dei semi della fattoria di Vandana Shiva, vero tempio della biodiversità, si trovano i semi di 600 specie vegetali indiane: 250 tipi di riso, di cui 13 di basmati, 19 tipi di grano, 3 di mais, 4 di lenticchie, 6 di senape. La banca è in continuo arricchimento e ai semi indiani ogni anno se ne aggiungono altri provenienti da tutto il mondo. Tra questi si trova anche il fagiolo italiano.