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    Anti-terrorismo influenzale: lavarsi le mani

    E'illuminante un’intervista che Der Spiegel ha fatto all’epidemiologo Tom Jefferson,
    per il quale non c'è alcuna ragione valida per promuovere vaccinazioni di massa
    e per vaccinarsi.
    1 agosto 2009 - Maurizio Blondet
    Fonte: www.effedieffe.com - 27 luglio 2009

    Allarmismo e realtà: i dati storici della mortalità da influenza o
    affezioni del gruppo influenzale. La mortalità è calata vistosamente
    dopo la seconda guerra mondiale, per motivi non chiari, e continua a
    calare anno dopo anno. Nella «torta», le cause di malattia
    simil-influenzale: sono oltre 200 i virus che danno sintomi simili
    all'influenza. Il rhynovirus (quello del raffreddore di naso),
    proveniente dagli equini, è causa del 29% delle malattie che sembrano
    influenzali; al confronto, il virus dell'influenza «vera» produce solo
    il 7% del totale delle affezioni.

    Come segnalano molti lettori, sul web corrono voci allarmiste
    sull'influenza suina, virus H1N1. Mi segnalano articoli di Jane
    Burgermeister, giornalista austriaca, la quale ritiene che sia in corso
    un grande esperimento di genocidio di massa: il virus H1N1 sarebbe
    artificiale (è più che possibile) e farebbe parte di un programma di
    riduzione della popolazione mondiale, gestito dall'OMS (Organizzazione
    Mondiale della Sanità) ispirato dal gruppo Bilderberg.

    Per aver lanciato queste accuse, la giornalista è stata licenziata.

    Di per sè, un virus influenzale anche estremamente virulento non sembra
    essere uno strumento efficiente di genocidio: anche la terribile
    «spagnola» del 1918 uccise, in fondo, solo 50 milioni di esseri umani.
    Ma l'accusa che invece lo strumento scelto sia il vaccino preparato in
    gran fretta, ha qualche indizio corposo dalla sua parte.

    Le nazioni stanno rapidamente rendendo obbligatoria la vaccinazione, e
    il rifiuto di vaccinarsi un reato penale. La Segretaria alla Sanità
    degli Stati Uniti, Kathleen Sebelius, ha varato un decreto che
    garantisce l'immunità legale alle case farmaceutiche produttori del
    vaccino contro ogni causa per danni da effetti collaterali che venisse
    dai vaccinati o dai loro familiari. Evidentemente, il decreto è stato
    richiesto dalla lobby del farmaco, a scanso di future spese legali, e
    poco sicure della innocuità dei loro preparati.

    Il 7 luglio, l'OMS ha tenuto una riunione con i rappresentanti delle
    prime case farmaceutiche globali (Baxter che ha creato il vaccino,
    Sanofi, Novartis) per tratteggiare le linee-guida di attacco alla
    «pandemia» che dice di aspettarsi per settembre: fra queste linee, c'è
    l'obbligo per le 194 nazioni firmatarie dell'OMS di rendere vincolanti
    le vaccinazioni di massa. L'OMS ha rifiutato di pubblicare la minuta
    della riunione.

    Intanto, la propaganda terroristica continua alla grande: il municipio
    di Exeter, UK, ha voluto far sapere che è pronto ad usare le catacombe
    (vecchi sotterranei cittadini del 19° secolo) per ospitarvi i cadaveri
    delle vittime dell'influenza suina.

    Il CDC (Center for Disease Control, ente federale) consiglia la
    vaccinazione di tutti i giovani americani, dai sei mesi a diciotto anni,
    per l'influenza; da ripetere ogni anno.

    La Baxter ha depositato una richiesta di brevetto per un vaccino contro
    questa influenza, un anno prima che essa desse notizia di sè. William
    Engdahl (1), che riteniamo credibile, ne riporta i dati essenziali:

    «Baxter Vaccine Patent Application US 2009/0060950 A1. ... The
    composition or vaccine comprises more than one antigen... such as
    influenza A and influenza B in particular selected from of one or more
    of the human H1N1, H2N2, H3N2, H5N1, H7N7, H1N2, H9N2, H7N2, H7N3, H10N7
    subtypes, of the pig flu H1N1, H1N2, H3N1 and H3N2 subtypes, of the dog
    or horse flu H7N7, H3N8 subtypes or of the avian H5N1, H7N2, H1N7, H7N3,
    H13N6, H5N9, H11N6, H3N8, H9N2, H5N2, H4N8, H10N7, H2N2, H8N4, H14N5,
    H6N5, H12N5 subtypes».

    Secondo Engdahl, il vaccino non è stato sottoposto alle normali
    sperimentazioni per accertarne la innocuità (sempre relativa nei
    vaccini). In Polonia, nel luglio 2008, tre medici e sei infermieri
    provarono un vaccino sperimentale contro l'influenza aviaria H5N1 su 350
    barboni senza fissa dimora; 21 sarebbero morti. I sanitari sono stati
    formalmente incriminati (2). Il fatto dimostra se non altro che
    esperimenti del genere sono freneticamente in corso nel mondo, e senza
    troppi scrupoli, perchè i profitti sperati sono enormi.

    La britannica GlaxoSmithKline ha annunciato che le sue vendite di
    vaccini e antivirali influenzali raggiungeranno i 3 miliardi di sterline
    a gennaio: il governo inglese ha ordinato alla ditta già 60 milioni di
    dosi. La Glaxo produce anche un proprio antivirale brevettato, il
    Relenza (un analogo del Tamiflu), da cui si aspetta eccezionali
    profitti. Com'è noto, questi antivirali, il cui effetto è nel migliore
    dei casi sintomatico-palliativo, stanno già andando a ruba su internet
    grazie all'allarmismo eccitato dall'OMS (3). E' una vera corsa all'oro.

    Il capo della Glaxo, Andrew Witty, ha dovuto difendersi dall'accusa di
    profittare scandalosamente dell'allarme, e l'ha fatto nel modo peggiore:
    sono tre anni e mezzo, ha detto, che la Casa investe spese enormi (un
    miliardo di sterline) per assicurarsi che i suoi impianti siano in grado
    di produrre vaccini in massa con breve preavviso. Tre anni e mezzo
    assillati, come ricordiamo, dagli acutissimi allarmi per la SARS e
    l'aviaria, poi rivelatisi come minimo eccessivi.

    L'unica cosa certa pare dunque questa: l'influenza restituirà salute e
    prosperità alle multinazionali del farmaco (Big Pharma), con gran
    sollievo dei loro corsi azionari. Il che non è poco, in un collasso
    economico globale che (per ammissione del governo britannico) è più
    grave della crisi degli anni ‘30.

    Certamente ci sono molte ambiguità e atteggiamenti inspiegabili da parte
    dell'OMS, l'organo dell'ONU che da Ginevra veglia sulla nostra salute
    con la stretta collaborazione di Big Pharma.

    A questo proposito, è illuminante un'intervista che Der Spiegel ha fatto
    all'epidemiologo Tom Jefferson (4), membro di punta della «Cochrane
    Collaboration». Si tratta di un'organizzazione che merita di essere
    meglio conosciuta (5): la Cochrane è una rete internazionale e
    indipendente di medici e ricercatori che sistematicamente leggono i test
    clinici per farmaci pubblicati dalla letteratura medica, allo scopo di
    controllare fino a che punto gli effetti dei farmaci corrispondano alle
    promesse delle case produttrici. E scopre, altrettanto sistematicamente,
    che i farmaci provati e venduti non hanno l'efficacia pretesa dalle ditte.

    Spiegel: Dottor Jefferson, il mondo vive nel terrore della influenza
    suina. C'è chi predice che l'inverno prossimo un terzo della popolazione
    mondiale ne sarà colpita. Che precauzioni prende lei?

    Jefferson: «Mi lavo molto spesso le mani, e non solo per l'influenza
    suina. E' probabilmente la prevenzione più efficace che esista contro i
    virus respiratori, i virus delle gastro-enteriti e contro i microbi».

    Thomas Jefferson, epidemiologo, da 15 anni lavora con l'organizzazione
    Cochrane rivedendo tutti gli studi pubblicati sulle letteratura
    scientifica in merito all'influenza, per valutrare l'efficacia dei
    farmaci e delle misure sanitarie o preventive. E' stato medico della
    British Army. Oggi abita ad Anguillara Sabazia (Roma).

    Spiegel: Ma l'influenza suina è davvero inquietante, per lei?

    Jefferson: «Guardi, è vero che i virus influenzali sono imprevedibili,
    il che consiglia un certo grado di vigilanza. Ma il lato eccezionale di
    questa influenza, e di tutta la saga delle influenze, è che c'è qualcuno
    che fa previsioni da un anno per l'altro, e queste predizioni diventano
    sempre peggiori. Senza che alcuna di questa si sia finora realizzata.
    Esempio: che cosa ne è dell'influenza aviaria che ci doveva sterminare
    tutti? Niente. Ma ciò non dissuade i soliti noti a fare le loro
    predizioni. A volte sembra che tutto un settore industriale si auguri
    che scatti una pandemia».

    Spiegel: Allude all'OMS?

    Jefferson: «All'OMS, ai virologi e alle ditte farmaceutiche. Hanno
    costruito tutto un macchinario attorno ad una pandemia imminente. Sono
    in gioco moltissimi soldi, carriere, influenze, e intere istituzioni. E'
    bastato che uno di questi virus influenzali abbia preso a mutare, e la
    grande macchina s'è messa in moto... ci inondano di false certezze. E'
    vero che un terzo della popolazione mondiale si beccherà l'influenza
    suina? Nessuno può dirlo con certezza al presente. Per ora io non vedo
    una differenza fondamentale, fra questa influenza e una epidemia
    influenzale consueta. L'influenza porcina avrebbe persino potuto restare
    ignorata se fosse stata causata da un virus ignoto anzichè da un virus
    influenzale».

    Spiegel: L'OMS è stato precipitoso nel dichiarare la pandemia?

    Jefferson: «Non c'è qualcosa di strano nel fatto che l'OMS abbia
    cambiato la sua definizione di ‘pandemia'? La definizione antica era: un
    virus nuovo, che si diffonde rapidamente, contro il quale non esisteva
    alcuna immunità, e che provocava un tasso elevatissimo di morbilità e di
    decessi. Ora le due ultime caratteristiche sono state abbandonate, e
    così l'influenza suina è diventata una pandemia».

    Spiegel: Eppure, ogni anno fra 10 e 30 mila persone muoiono solo in
    Germania per influenza. Nel mondo occidentale, è la malattia infettiva
    più letale che ci sia.

    Jefferson: «Un attimo! Queste cifre sono solo delle stime. Anzitutto
    bisogna distinguere fra una malattia che somiglia all'influenza e la
    vera influenza. Entrambi danno gli stessi sintomi: brusco accesso di
    febbre, tosse, dolori tipo reumatismi alla schiena e alle gambe,
    bronchite e polmonite possibili (come complicazioni). Ma l'influenza
    vera è causata solo da un virus dell'influenza,mentre esistono oltre 200
    virus differenti che provocano malattia di tipo influenzale. Quando si
    parla di statistiche di cosiddetti decessi da influenza, bisogna
    includervi sempre altre cause di decessi, provocati da altri virus. Di
    fatto, nei casi di anziani che soccombono a una polmonite nessuno fa
    un'autopsia per appurare se è il virus influenzale ad averli uccisi. In
    realtà, circa il 7% delle malattie di tipo influenzale sono causate dal
    virus dell'influenza; è una percentuale piccola. A quel che so, la vera
    influenza è sistematicamente sovra-stimata».

    Spiegel: C'entrano gli altri 200 e più virus?

    Jefferson: «... Solo che non hanno la stessa notorietà dell'influenza.
    Semplicemente, non interessano i ricercatori. Prendiamo il caso del
    rhynovirus, un virus che viene dai cavalli: è l'agente più comunemente
    isolato nei raffreddori ricorrenti, ed esistono oltre un centinaio di
    diversi rhynovirus. Di solito producono colamento del naso, ma possono
    anche essere mortali. O prendiamo quelli che si chiamano RSV, virus
    respiratorio sinciziale umano, che è pericolosissimo per i lattanti e i
    bambini piccoli».

    Spiegel: E allora perchè i ricercatori non se ne interessano?

    Jefferson: «Facile: perchè con quelli non si guadagnano soldi. Con il
    rhynovirus, il RSV e quasi tutti gli altri, non c'è da guadagnare nè da
    far carriera, con l'influenza, invece... ci sono i vaccini, ci sono le
    medicine da vendere; è lì il grosso business per l'industria
    farmaceutica. Con l'influenza, si ha la possibilità che le ricerche
    vengano pubblicate da riviste mediche di prestigio. Per questo la
    ricerca diventa interessante per scienziati ambiziosi».

    Spiegel: Ma ci sarà pure una ragione scientifica per interessarsi al
    virus dell'influenza!

    Jefferson: «Il fatto di concentrarsi esclusivamente sul virus
    influenzale non è solo sconsiderato, ma pericoloso. Ricordate la SARS?
    Era una epidemia molto pericolosa. Una meteora: è arrivata in un lampo,
    è ripartita in un lampo ed ha ucciso molte persone. La SARS ci ha colto
    di sorpresa perchè era provocata da un corona-virus del tutto
    sconosciuto. Da dove veniva? Dov'è andato? E' ancora tra noi? Ancor oggi
    non ne sappiamo nulla. Accadono molte cose strane del genere; ogni anno
    si identifica un nuovo agente. Per esempio, prendiamo il "bocavirus",
    che può provocare bronco-polmonite nei neonati; o il "metapneumovirus",
    di cui gli studi ci dicono che può provocare il 5% di tutte le malattie
    di tipo influenzale. Dovremo tenere gli occhi aperti in tutte le direzioni».

    Spiegel: Ma la pandemia del 1918-19 è stata provocata da un virus
    dell'influenza, ed ha ucciso nel mondo 50 milioni di uomini...

    Jefferson: «Può darsi che sia andata davvero così. Ma ci sono molti
    aspetti della pandemia del 1918 (la Spagnola) che ci sorprendono. Solo
    da 12 anni sappiamo che a provocarla è stato il virus H1N1 (l'attuale
    influenza suina). Ma all'epoca c'era molta attività batteriologica. E il
    fatto che i tassi di mortalità da influenza siano drammaticamente calati
    dopo la Seconda Guerra Mondiale resta strana: oggi, si ha solo una
    frazione delle mortalità dell'ante-guerra. Anche la "asiatica" del ‘57 e
    la influenza di Hong Kong del 1968-69 hanno mostrato statistiche di
    decessi per niente eccezionali».

    Spiegel: Ma allora perchè si continua a parlare, ora, di pandemia?

    Jefferson: «Ah, questo dovete chiederlo all'OMS!».

    Spiegel: Ma il virus dell'influenza suina è o no una minaccia mondiale?

    Jefferson: «Purtroppo, la sola cosa che si può dire è: non sappiamo. Io
    sospetto che il problema nel suo insieme sia più complesso di quanto
    immaginiamo attualmente. Tanti sono i virus che producono sintomi
    influenzali, che forse il postulato di Robert Kock, ossia che "un
    patogeno singolo produce una singola malattia" non vale molto in questi
    casi. Per esempio, perchè non ci prendiamo l'influenza in estate?
    Eppure, il patogeno è presente tutto l'anno! Già nel diciannovesimo
    secolo il chimico e igienista tedesco Max von Pettenkofer ipotizzò che
    il contatto dell'agente patogeno con l'ambiente può alterare la
    malattia: penso che varrebbe la pena avviare delle ricerche in questa
    direzione. Forse capiremo meglio la pandemia del 1918, o saremo capaci
    di valutare meglio i rischi dell'influenza suina».

    Spiegel: In ogni caso, la mortalità per influenza è calata dal 1918 e
    presto avremo un vaccino contro quest'ultima. Il governo tedesco ne ha
    ordinato dosi sufficienti per immunizzare il 30% della popolazione. Da
    anni lei, nel quadro della Cochrane Collaboration, ha sistematicamente
    valutato tutti gli studi sull'immunizzazione dell'influenza stagionale.
    L'immunizzazione funziona?

    Jefferson: «No, non funziona bene. Un vaccino contro l'influenza non
    funziona contro la maggioranza delle affezioni di tipo influenzale,
    perchè ha di mira un solo virus. La vaccinazione delle popolazioni non
    cambia in nulla l'aumento dei tassi di decessi nei mesi invernali. ...
    Fra l'altro, esiste il rischio perenne che il virus della influenza del
    momento muti nel periodo della produzione del vaccino: sicchè il vaccino
    sarà totalmente inefficace. I pochi studi statistico-clinici che
    esistono al proposito mostrano che, nel migliore dei casi, la
    vaccinazione funziona principalmente con i giovani adulti sani. Coi
    vecchi e i bambini (le categorie a rischio, ndr) un pochettino...».

    Spiegel: Ma sono proprio le categorie per cui viene raccomandata la
    vaccinazione!

    Jefferson: «Eh sì: è una delle contraddizioni tra la prova e la pratica,
    tra la scoperta scientifica e la realtà».

    Spiegel: Come sarebbe a dire, contraddizione?!

    Jefferson: «Ciò ha a che vedere con il potere dell'industria
    farnaceutica. Ma anche con il fatto che l'importanza dell'influenza è
    decisamente sopravvalutata. E' collegata ai finanziamenti per la
    ricerca, al potere, alle reputazioni scientifiche».

    Spiegel: Dunque non è ragionevole continuare a vaccinare contro
    l'influenza stagionale?

    Jefferson: «Io non vedo alcuna ragione per farlo, ma non sono io a
    prendere le decisioni».

    Spiegel: Ci parli del Tamiflu e del Relenza, due dei farmaci
    anti-influenzali consigliati contro l'influenza porcina: in che misura
    funzionano davvero?

    Jefferson: «Se preso al momento giusto, in media il Tamiflu riduce la
    durata della vera infleunza di un giorno. Secondo uno studio, inoltre,
    diminuisce il rischio di polmonite».

    Spiegel: Ma questi farmaci riducono il tasso di mortalità associato
    all'influenza?

    Jefferson: «Può darsi. Ma ciò deve essere ancora provato scientificamente».

    Spiegel: E gli effetti collaterali?

    Jefferson: «Il Tamiflu provoca nausea. E secondo rapporti provenienti
    dal Giappone, giovani che hanno preso il Tamiflu hanno mostrato reazioni
    gravi di tipo psicotico, identiche ai sintomi delle schizofrenia. Il
    farmaco può avere effetti psichiatrici ...».

    Spiegel: Allora non è utile usare queste medicine?

    Jefferson: «Quando si è in presenza di malattia gravi, sì. Ma mai e poi
    mai il Tamiflu dovrebbe essere distribuito in massa nelle scuole, come
    s'è fatto in certe zone. A causa di questo, già abbiamo informazioni che
    parlano di virus dell'influenza suina che hanno acquistato resistenza».

    Spiegel: Il governo tedesco sta facendo grosse scorte dei medicamenti
    contro l'influenza, abbastanza per il 20% della popolazione...

    Jefferson: «D'accordo, ma esistono molti metodi molto più economici, che
    danno risultati molto migliori. Per esempio, bisognerebbe insegnare ai
    ragazzi d'età scolastica a lavarsi regolarmente le mani, meglio se dopo
    ogni lezione! E bisognerebbe installare centinaia di lavandini negli
    aeroporti; chiunque atterri e non si lava le mani dovrebbe essere
    arrestato dagli agenti di frontiera. Si potrebbe scoprirli mettendo una
    sostanza colorante invisibile neutra nell'acqua... Anche indossare le
    mascherine può essere utile».

    Spiegel: Ma queste misure, è provato che funzionano?

    Jefferson: «Esistono molti buoni studi al riguardo, realizzati durante
    l'epidemia di SARS. Ci sono studi riguardanti individui che sono entrati
    in contatto col virus SARS, e hanno confrontato le caratteristiche di
    quelli che erano stato infettati con quelli che non avevano preso
    l'infezione. Le conclusioni di tali studi sono molto significative».

    Spiegel: Sembra convinto...

    Jefferson: «Lo sono. Ciò che mi pare eccezionale in queste misure è non
    solo che non sono costose, ma che possono aiutare non solo contro
    l'influenza suina; con questo metodo si possono combattere i 200 virus
    che danno sintomi influenzali, i virus delle gastro-enteriti, ed altri
    microni sconosciuti. Uno studio condotto in Pakistan ha dimostrato che
    col lavaggio delle mani si salvano vite di bambini... a questi
    bisognerebbe dare il Nobel!».

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