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    Pace senza sosta: il digiuno a tempo indeteminato di Don Albino Bizzotto

    Don Albino Bizzotto, fondatore dell'associazione nazionale «Beati i costruttori di pace», comincerà mercoledì 19 agosto uno sciopero della fame per fermare la costruzione della nuova base militare americana all'aeroporto Dal Molin di Vicenza.
    22 agosto 2009 - Redazione Rees Marche
    Fonte: beati.org  e da grillonews.it - 18 agosto 2009

    Don Albino Bizzotto, fondatore dell'associazione nazionale «Beati i costruttori di pace», comincerà mercoledì 19 agosto uno sciopero della fame per fermare la costruzione della nuova base militare americana all'aeroporto Dal Molin di Vicenza. Il sacerdote padovano, noto per l'impegno a favore della pace e dei diritti degli oppressi, assumerà solo acqua durante la protesta e sarà a bordo di una roulotte posizionata a Vicenza all'incrocio tra Viale del Verme e Viale Ferrarini, nei pressi del Dal Molin.


    D'agosto può succedere di tutto. Possono passare senza alcuna reazione le peggiori scelte dei governi. Possono continuare i lavori senza ferie per gli operai [1] che stanno costruendo la nuova base militare al Dal Molin [2], mentre gli altri sono a casa, in ferie obbligatorie e prolungate a causa della crisi, se non licenziati. Ma d'agosto anche la pace può non andare in ferie. Abbiamo appena concluso «Pace in Bici [3]», l'impegno contro il nucleare collegando Ghedi (Bs) e Aviano (Pn) dentro la memoria di Hiroshima e Nagasaki, uscendone rinforzati nel rapporto con i movimenti per la pace e con le Amministrazioni locali. La costruzione della base al Dal Molin non può costituire problema soltanto per i vicentini che in questi anni con grande creatività, continuità e determinazione stanno lottando, chiedendo la nostra partecipazione. Ci riguarda tutti.

    Per questo motivo don Albino Bizzotto inizierà mercoledì 19 agosto un digiuno a sola acqua, a tempo indeterminato, proprio per condividere una responsabilità che è di tutti gli italiani. I lavori alla base al Dal Molin fervono senza sosta. Il digiuno vuole porsi come presa di coscienza dell'impegno che dobbiamo sviluppare insieme, oltre Vicenza. Non vuole essere il protagonismo di una persona, ma l'invito a partecipare e a fare informazione. É un'azione che ha bisogno di solidarietà. Le forme potranno essere le più diverse e le più impreviste, tutte capaci di esprimere la nostra determinazione a non rinunciare all'obiettivo di fermare la costruzione di questa base, nata nell'illegalità, nella menzogna e in spregio della volontà e della partecipazione popolare.

    Il luogo scelto per il digiuno sarà una roulotte all'incrocio tra Viale Del Verme e Viale Ferrarin, a Vicenza, a partire da mercoledì 19 agosto.

    Proponiamo di seguito una breve riflessione scritta da don Bizzotto.


    A NESSUNO PIACE DIGIUNARE
    di don Albino Bizzotto

    A nessuno piace digiunare, neanche a me. Quando ci troviamo davanti a situazioni particolarmente gravi, dobbiamo accettare anche comportamenti più impegnativi. Quanto sta avvenendo al Dal Molin è molto grave. In pieno Ferragosto, senza le normali interruzioni per ferie, nella nuova base al Dal Molin continuano a ritmo accelerato i lavori delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti con lo scopo di produrre irreversibili fatti compiuti già prima del prossimo autunno.

    Finora i cittadini di Vicenza con creatività, determinazione e continuità hanno messo in piedi una ininterrotta serie di iniziative per opporsi alla costruzione della nuova base statunitense. Ma il problema non riguarda solo Vicenza, riguarda tutti noi come italiani. Questo digiuno a sola acqua, a tempo indeterminato, desidera attirare attenzione sulla nostra responsabilità comune. Non possiamo solo rispondere ai vicentini quando ci invitano a partecipare alle loro iniziative; dobbiamo attivarci là dove ci troviamo perché il nostro impegno per la pace non si riduca a semplici parole, abbandonando gli obiettivi concreti che ci siamo dati.

    Non so quanto il mio fisico regga, ma sarebbe bello riuscire a mettere in piedi una catena di solidarietà per attivare una sensibilizzazione a tutto campo, riaccendendo l'opinione pubblica.

    C'è fretta nel progredire nei lavori della base perché anche a livello istituzionale c'è molto da nascondere. Stiamo vivendo un periodo di degrado aggressivo non solo nella vita pubblica, ma anche e soprattutto nella assuefazione della società.

    Non è una pretesa, è una proposta. Che ne dite se riuscissimo a costruire un piccolo evento ogni giorno, dandoci appuntamento, anche in pochi, e lanciare assieme qualche messaggio sui temi attinenti al Dal Molin? Potrebbero riguardare gli insediamenti militari e le città, l'aumento della produzione e il commercio delle armi e il legame con l'attuale crisi, la risorsa acqua e gli insediamenti e le attività militari, la militarizzazione dei territori e le relazioni tra popoli... (don Albino Bizzotto).

     

     

    [GRILLOnews • 20.08.09]

    Secondo giorno di digiuno di don Albino Bizzotto, a Vicenza. Un'azione che interroga sulla costruzione della Base Usa al Dal Molin. La sistemazione del sacerdote in una roulotte. Tanti i messaggi di solidarietà. «Questo è un problema non riguarda solo Vicenza, riguarda tutti noi come italiani. Questo digiuno desidera attirare attenzione sulla nostra responsabilità comune».

    Nonostante l'afa che attanaglia la città, le bandiere della pace si muovono. Sospinte, forse, dalle automobili dirette in centro. O verso nord, verso Bassano del Grappa. Oppure animate dal via vai di gente che anche stasera è passata a salutare don Albino Bizzotto, al suo secondo giorno di digiuno. Il fondatore di «Beati i Costruttori di Pace», da sempre impegnato per un mondo dove la parola non è lasciata alle armi, è lì ad accogliere e parlare con tutti.

    Seduti fuori dalla roulotte, collocata all'incrocio fra viale Dal Verme e viale Ferrarin, dove si è "accampato" con l'accordo della Questura, una ventina di persone si intrattengono con il sacerdote. La scelta del digiuno ad oltranza, a sola acqua, vuole interrogare, soprattutto fuori Vicenza, sul significato della costruzione della nuova base nordamericana al Dal Molin.

    «A nessuno piace digiunare, neanche a me» sottolinea don Albino. «Ma quando ci troviamo davanti a situazioni particolarmente gravi, dobbiamo accettare anche comportamenti più impegnativi. Quanto sta avvenendo al Dal Molin è molto grave. Nella nuova base continuano a ritmo accelerato i lavori delle imprese che si sono aggiudicate gli appalti con lo scopo di produrre irreversibili fatti compiuti già prima del prossimo autunno. Finora i cittadini di Vicenza con creatività, determinazione e continuità hanno messo in piedi una ininterrotta serie di iniziative per opporsi alla costruzione della nuova base statunitense. Ma il problema non riguarda solo Vicenza, riguarda tutti noi come italiani. Questo digiuno desidera attirare attenzione sulla nostra responsabilità comune. Non possiamo solo rispondere ai vicentini quando ci invitano a partecipare alle loro iniziative; dobbiamo attivarci là dove ci troviamo perché il nostro impegno per la pace non si riduca a semplici parole, abbandonando gli obiettivi concreti che ci siamo dati».
     
    «C'è fretta nel progredire nei lavori della base - continua don Bizzotto - perché anche a livello istituzionale c'è molto da nascondere. Stiamo vivendo un periodo di degrado aggressivo non solo nella vita pubblica, ma anche e soprattutto nella assuefazione della società».

    Ieri, il primo giorno di digiuno era iniziato con i migliori auspici. Dopo aver sistemato la roulotte in un punto tranquillo e comunque ben visibile, all'incrocio tra Viale Del Verme e Viale Ferrarin, è cominciata una successione di visite sempre più folta di persone. Alla sera, è arrivato anche un piccolo pannello fotovoltaico per produrre l'energia elettrica per la roulotte.

    I due obiettivi che don Bizzotto si è dato - esprimere solidarietà ai vicentini e fare informazione - hanno iniziato a prendere forma. E sono veramente tante le persone che gli sono vicine: un segno di riconoscenza e partecipazione diretta. Il digiuno viene sentito come stimolo a non rassegnarsi al degrado pubblico e sociale in atto. «É una sorpresa - dice don Albino - sembra che le persone aspettassero questo segno da tempo per riprendere l'impegno».

    Già al primo giorno sono sei le persone che hanno digiunato con il religioso. Un segno di solidarietà condiviso anche da don Antonio Uderzo, sacerdote berico. E sono stati una cinquantina coloro che sono passati a salutare e ringraziare.

    Dal resto d'Italia sono arrivati molti messaggi di solidarietà: anche da Carloforte, in Sardegna, due telefonate di adesione. Don Mario Vatta si è messo in contatto da Trieste. Sostegno è arrivato anche da Roberto Natale, presidente della FNSI, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, da Oscar Mancini della CGIL del Veneto, e molti altri.

    La seconda giornata, quella odierna, è iniziata con nuove visite, con altre persone che hanno lasciato un messaggio nel quaderno appoggiato sul tavolino da campeggio, sotto la veranda della roulotte.

    É arrivato anche l'Assessore comunale Pierangelo Cangini, accompagnato dal portavoce del sindaco, Jacopo Bulgarini d'Elci, che ha comunicato a don Albino la vicinanza del primo cittadino, Achille Variati, e di tutta la Giunta comunale.

    Nonostante le difficili condizioni ambientali e il digiuno, prosegue con determinazione la testimonianza e l'azione di denuncia nei confronti di un'opera nata nell'illegalità, nella menzogna e in spregio della volontà e della partecipazione popolare.

     

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