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    L'intervento di Ban Ki-moon al summit Onu sul cambiamento climatico

    Il 22 settembre il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha aperto a New York il summit da lui convocato sui cambiamenti climatici. Ecco cosa ha detto alle centinaia di capi di Stato e di governo riuniti ad ascoltarlo:
    24 settembre 2009 - Redazione Rees Marche
    Fonte: greenreport.it - 23 settembre 2009

    LIVORNO. Il 22 settembre il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha aperto a New York il summit da lui convocato sui cambiamenti climatici. Ecco cosa ha detto alle centinaia di capi di Stato e di governo riuniti ad ascoltarlo:

    Eccellenze, sono onorato di darvi il benvenuto a questo vertice, la più grande riunione di leader mondiali sui cambiamenti climatici.

    La vostra presenza testimonia la gravità della sfida climatica. E testimonia le opportunità che offre Copenaghen. Le vostre decisioni avranno conseguenze epocali. Avete il potere di tracciare una via più sicura, più sostenibile e prospera per questa e le future generazioni. Avete la facoltà di ridurre le emissioni che causano il cambiamento climatico, di aiutare i più vulnerabili ad adattarsi ai cambiamenti che sono già in corso, di catalizzare una nuova era di crescita globale verde.

    Ora è il momento di agire.

    Eccellenze, le emissioni di gas serra continuano ad aumentare. Raggiungeremo presto soglie critiche. Conseguenze che non potremo invertire.

    I più grandi scienziati del mondo avvertono che abbiamo meno di dieci anni per evitare gli effetti peggiori previsti dall'Intergovernmental panel on climate change (ipcc). Infatti questi effetti peggiori stanno diventando sempre più probabili.

    Dobbiamo arrestare l'aumento delle emissioni globali.

    All'inizio di questo mese sono stato nella regione artica. Ero preoccupato per il rapido ritmo del cambiamento. L'Artico potrebbe essere quasi privo di ghiacci entro il 2030. Le conseguenze si faranno sentire sulla popolazione in ogni continente.

    Proprio ieri ho incontrato i leader di molti piccoli Stati insulari. Sono stati forti ed eloquenti su come il cambiamento climatico sta riscrivendo il loro futuro.

    In tutta l'Africa, il continente più vulnerabile, il cambiamento climatico minaccia di produrre un rollback di anni di progressi dello sviluppo.

    Il cambiamento climatico è la questione geopolitica ed economica preminente del XXI secolo. Riscrive l'equazione globale di sviluppo, pace e prosperità. Esercitando una maggiore pressione su acqua, cibo e suoli, può far arretrare le conquiste dello sviluppo, aggravare la povertà, destabilizzare gli Stati fragili e rovesciare i governi.

    Alcuni dicono che affrontare il cambiamento climatico è troppo costoso. Si sbagliano. È vero il contrario. Se non agiamo ora, noi pagheremo un prezzo inaccettabile.

    Eccellenze, i negoziati sul clima stanno procedendo troppo lentamente. I ghiacciai del mondo stanno ora sciogliendosi più velocemente di quel che facciamo noi e il progresso umano per proteggerli.

    Adesso ci rimangono solo 15 giorni di negoziati fino a Copenaghen.

    I vostri negoziatori hanno bisogno del vostro diretto sostegno politico e di orientamento per risolvere i problemi fondamentali, per accelerare il ritmo dei negoziati e per rafforzare l'ambizione di quel che viene proposto.
    Invece di chiedere concessioni ad altri, chiediamoci come possiamo contribuire al bene più grande. Un successo dell'accordo a Copenaghen significa più benessere, più sicurezza, più equità. Aumenterà la torta per tutti.

    Abbiamo bisogno di costruire la fiducia passo dopo passo. Oggi, mi appello a tutti i leader dei Paesi industrializzati in questa sala perché facciano per primi i passi in avanti. Se lo faranno, altri prenderanno le loro misure coraggiose.

    Invito anche i leader dei Paesi in via di sviluppo ad accelerare i loro sforzi. Tutti i paesi devono fare di più, adesso.
    Eccellenze, cerchiamo di essere chiari riguardo alle indicazioni per il successo a Copenaghen ed oltre.

    Primo, il successo dell'accordo deve coinvolgere tutti i Paesi in un lavoro verso un comune obiettivo a lungo termine per limitare l'aumento della temperatura globale a livelli di sicurezza coerenti con la scienza. Esso comprenderà ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni dei paesi industrializzati entro il 2020. Comprenderà azioni da parte dei Paesi in via di sviluppo per limitare la crescita delle loro emissioni, mentre crescono in maniera sostenibile. Essi avranno bisogno di un notevole sostegno finanziario e tecnologico per raggiungere questo obiettivo.

    Vanno affrontate anche le maggiori fonti di gas serra, incluse la deforestazione e le emissioni dei trasporti marittimi ed aerei.

    Secondo, il successo dell'accordo deve rafforzare la capacità del mondo di affrontare i cambiamenti inevitabili. In particolare, deve fornire un supporto completo ai più vulnerabili. Hanno contribuito di meno a questa crisi e la stanno soffrendo per primi e peggio.

    L'adattamento è un obbligo morale. E' un imperativo politico. Si tratta di un investimento intelligente in un futuro più sicuro.

    Deve essergli data la stessa priorità nel quadro dei negoziati, anche se non a scapito della mitigazione.
    Terzo, un accordo deve essere sostenuto dal denaro e dagli strumenti per attuarlo. Senza finanziamenti adeguati, le soluzioni che discutiamo sono vuote.

    Un accordo deve mettere a disposizione l'intera gamma di risorse pubbliche e private, con le quali i Paesi in via di sviluppo possano perseguire una crescita a basse emissioni, così come adattarsi. Deve fornire un quadro che sblocchi gli investimenti privati, anche attraverso i carbon markets.

    Quarto, un accordo di successo deve includere una struttura di governance globale equa che tenga conto delle necessità dei Paesi in via di sviluppo.

    Eccellenze, la vera prova di leadership è quella di assumere la prospettiva a lungo termine. I leader nazionali devono diventare leader a livello mondiale per soddisfare le esigenze del proprio popolo.

    Copenaghen offre un nuovo percorso. E'in grado di catalizzare una economia globale basata sulla crescita a basse emissioni che può rafforzare lo sviluppo sostenibile e fa uscire dalla povertà miliardi di persone.

    Un successo a Copenaghen avrà effetti a catena positivi per la cooperazione globale sul commercio, l'energia, la sicurezza e la salute.

    Il mancato raggiungimento di un ampio accordo a Copenaghen sarebbe moralmente ingiustificabile, economicamente miope e politicamente inopportuno.

    Non possiamo andare avanti su questa strada. Se abbiamo imparato qualcosa dalla crisi dello scorso anno, è che i nostri destini sono intrecciati.

    Il cambiamento climatico ci lega più direttamente e drammaticamente rispetto a qualsiasi altra questione.
    Ora è il momento di agire per la causa comune. La storia non può offrirci un'altra possibilità.

    Eccellenze, vi esorto a suggellare un accordo a Copenaghen nel dicembre di quest'anno.

    Un accordo equo, scientificamente ineccepibile, che rafforzi lo sviluppo sostenibile e dia forza alla crescita verde in ogni Paese.

    La scienza lo esige. L'economia mondiale ne ha bisogno.

    Oggi, il destino delle generazioni future, le speranze e le condizioni di vita di miliardi di persone pesano letteralmente su di voi.

    Conto sulla vostra leadership e sul vostro forte impegno.

     

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