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    Omeopatia dal medico di base?

    È quanto sognerebbe un italiano su due, confermando i trend di crescita. Meno bene le altre branche, dall'agopuntura alla fitoterapia. Ma chi le usa è soddisfatto.
    20 novembre 2009 - Redazione Rees Marche
    Fonte: sanihelp.it - 29 giugno 2009

    Continua a crescere la passione degli italiani per l'omeopatia. Secondo i dati emersi dall'ultima indagine Doxa, più di un italiano su due (il 52%) vorrebbe che il proprio medico fosse in grado, se necessario, di curarlo con l'omeopatia, e il 23% della popolazione sceglie di fatto le cure omeopatiche.

    Il numero complessivo di persone che hanno scelto di curarsi con l'omeopatia è cresciuto vertiginosamente negli ultimi cinque anni, raggiungendo la quota record di +83%.

    L'omeopatia si conferma nel nostro Paese la branca di medicina complementare più apprezzata: secondo le statistiche di Federfarma, il medicinale omeopatico rappresenta il 2% del fatturato dei medicinali in generale. Inoltre, l'omeopatia è l'unica a non aver subito il fenomeno di arresto che ha interessato invece le altre pratiche alternative negli ultimi tre anni, dopo un periodo di generale aumento della diffusione tra il 1991 e il 1999.

    A sostenerlo è un'indagine dell'Istituto Nazionale di Statistica sulle terapie non convenzionali in Italia, la prima a far andamenti differenziati a seconda del tipo di terapia. Così, se per quanto riguarda l'omeopatia si osserva un aumento costante e generalizzato, riguardo all'agopuntura e alla fitoterapia nell'ultimo quinquennio si è ritornati ai livelli rilevati all'inizio del periodo (1991).
    Ma chi sono i principali sostenitori dell'omeopatia? Secondo l'Istat, le donne (circa 4 milioni e 700 mila, pari al 15,8%), in prevalenza tra i 25 e i 54 anni.
    L'agopuntura, invece, è più diffusa fra le persone anziane, in quanto spesso rappresenta un rimedio al dolore, soprattutto se invalidante.
    Chi utilizza le terapie non convenzionali si dimostra infine abbastanza soddisfatto per i risultati ottenuti, ed è superiore al 60% la quota di quanti dichiarano di aver avuto benefici dai diversi approcci terapeutici utilizzati, in particolare fra i fruitori dei trattamenti manuali (77,9%).
    Da un punto di vista territoriale, emerge che nelle regioni del Sud, pur essendo meno gli utilizzatori di tali metodi di cura, vi è la tendenza ad usare queste terapie in modo esclusivo o prevalente rispetto ai farmaci tradizionali, mentre nelle regioni dell'Italia settentrionale prevale la tendenza ad integrare terapie non convenzionali e farmaci tradizionali, prediligendo questi ultimi.

    Fonte originaria: Istituto Nazionale di Statistica

     

     

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