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    Lo spirito comunitario in REES Marche

    Si può dire che REES Marche rappresenti già una Comunità e cioè una "Comunità di intenti" o anche una "Comunità di valori". I soci sono accomunati da un insieme di valori e di progetti che sono stati posti in modo condiviso alla base della vita associativa.
    15 dicembre 2009 - Loris Asoli

    Si può dire che REES Marche rappresenti già una Comunità e cioè una "Comunità di intenti"  o anche una "Comunità di valori".  I soci sono accomunati da un insieme di valori e di progetti che sono stati posti in modo condiviso alla base della vita associativa.

    Ogni associato a livello individuale, e ogni rappresentante di associazione o impresa o ente, pur conducendo una propria vita individuale e familiare, è anche coscientemente partecipe di un progetto di costruzione dal basso di un nuovo sistema economico e sociale fondato sui principi e valori di "equità, solidarietà, ecologia, rispetto valorizzazione e centralità della persona, partecipazione e responsabilità, valorizzazione dell'economia locale, collegamento solidale in rete, convivialità sociale comunitaria", esattamente come espone la recente nuova brochure di presentazione dell'Associazione.

    Tutto questo rappresenta una notevole e forte base di condivisione che rende l'insieme dei soci di REES Marche, appunto, anche una implicita "Comunità di intenti e valori".  La finalità e il desiderio dei singoli di volersi allineare con alcuni principi e valori basilari del convivere e con azioni che concretamente li possano realizzare, tende a creare un clima positivo e costruttivo, pur nella difficoltà di superare le differenze di linguaggi, di culture, di sensibilità, di esperienze di vita. Non solo la meta comune ma anche la prassi paritaria e orizzontale di dialogare e di arrivare alle decisioni, attraverso il metodo del consenso, aiuta  a costruire uno spirito comunitario e, nello stesso tempo, a far emergere gli aspetti e i comportamenti egoici, contrari allo spirito di rispetto per ogni persona e per ogni contributo.  Chi vuole, nel processo di elaborazione condivisa, può trovare dei motivi di crescita personale.

    E bisogna dire che, superate le normali difficoltà iniziali, derivanti dalle differenze e dagli aspetti egoici di cui sopra, il soffiare di uno spirito comunitario e di amicizia incomincia a sentirsi, in particolare nel gruppo più impegnato nelle attività dell'Associazione.

    Tanto più questo soffio comunitario diventerà intenso e appagante, quanto più ogni persona coinvolta nel percorso, proprio attraverso il percorso comunitario stesso, saprà fare dei passi avanti nella propria evoluzione personale interiore, nel riconoscere e superare i propri aspetti negativi, nell'acquisire maggiore fiducia in se stessa e negli altri e nel crescere in responsabilità verso la comunità e in attenzione verso gli altri. Nello stesso tempo la comunità dovrà essere capace di valorizzare al massimo le singole individualità presenti.

    Tutto questo non significa che occorre cercare artificiosamente il "tutto bello e tutto bene" e coprire gli attriti e i problemi irrisolti. Al contrario, già da tempo abbiamo imparato come sia meglio farli emergere e affrontarli alla luce del sole.

    In ogni caso il lavoro comunitario, pur difficile e pur richiedente uno sforzo di apertura e di responsabilizzazione, si presta molto bene ad essere anche uno strumento essenziale di evoluzione individuale.

    DALL'INTERIORE ALL'ESTERIORE.

    Tutto questo rappresenta  un aspetto comunitario generale ed interiore.  In virtù di esso, come premessa, piccoli gruppi di soci di REES Marche, senza alcuna forzatura e nel momento in cui ciò sia maturo, potrebbero pensare, come già sta avvenendo,  di voler fare dei passi anche in direzione di un qualche processo comunitario di tipo esteriore.

    Sto pensando ad alcune possibilità  già sperimentate, al di fuori di REES Marche, in alcuni luoghi e da alcuni gruppi o comunità.

    Penso, per esempio, ai cosiddetti "Condomini solidali", in cui gruppi di famiglie e singoli, trovano, o progettano e realizzano, un luogo a gestione multifamiliare, in cui agli spazi individuali e familiari si affiancano degli spazi gestiti in modo comunitario fra più famiglie. Per esempio, la lavanderia, l'orto, il giardino, le stanze per ospiti, la biblioteca, una saletta incontri, un'auto, i garage, ecc.  Questa gestione collettiva e partecipativa si presta a realizzare molte sinergie, molti risparmi, molte collaborazioni.  Possono esserci molte  forme e varianti di "comunità abitative".  E' evidente che alla base deve esserci una affinità di intenti e di sensibilità.

    Penso anche ad una "Fattoria sociale comunitaria", in cui l'attività agricola è gestita al servizio di una comunità di persone.

    Penso in particolare anche alle "comunità  di lavoro", visto che il lavoro è una attività in cui le persone passano tanto del loro tempo di vita.  Potrebbero formarsi, fra i soci di REES Marche, delle imprese gestite in modo orizzontale e nuovo, secondo i principi dell'Economia solidale.

    Penso anche, come esperienze più  avanzate e complesse, ai cosiddetti "villaggi ecosolidali", in cui un gruppo di persone si confronta su un progetto più vasto di vita comunitaria e ne attua per gradi la realizzazione.

    Certamente tutto questo è ancora difficile da realizzare, per le carenze legislative, per quelle finanziarie, per le difficoltà effettive a far convergere in un unico luogo persone che hanno attività di lavoro e sociali in luoghi diversi e lontani e, infine, per le difficoltà interiori che, comunque, un'esperienza di tipo comunitario richiede di superare, per poter accedere agli elementi di ricchezza che essa offre.

    In ogni caso ogni esperienza comunitaria potrà reggersi soltanto se le individualità presenti non verranno soffocate da un astratto progetto unificante rigido, ma, al contrario, verranno valorizzate come elemento di ricchezza.  La vita naturale si mantiene, arricchisce ed evolve, fondandosi sulla biodiversità, così come quella sociale umana può reggersi sulla valorizzazione e integrazione armonica delle differenze, all'interno di un progetto condiviso.  E quando, nel procedere delle esperienze, si giunge a scoprire che le aspettative e i percorsi di vita non coincidono, è sempre meglio separarsi, affinché possano sperimentarsi in unità coloro che esprimono concordia di prospettive di vita e affinché ciascuno possa sperimentare liberamente il proprio percorso di vita.

    L'evoluzione positiva dell'umanità  nel suo complesso sembra indicare una via che porti a raggiungere un più alto spirito comunitario, il quale abbia un risvolto anche in nuove forme esteriori di vita comunitaria e sociale, più armoniche rispetto a quelle attuali.  Le sperimentazioni sono già in atto in tutto il mondo e, forse, REES Marche potrà dare il suo contributo anche su questo aspetto, che è certamente attinente ai suoi valori e principi di base.

     

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