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    Quatto articoli sugli Ogm:

    "Tante trappole tra frutta e gelati la verità è nascosta nell´etichetta" di Antonio Cianciullo di Repubblica; " l'uomo si fà male" di C. Petrini SlowFood ; Aiab: "La patata transgenica potrebbe essere rischiosa per l'uomo" e Zaia: "Chiederemo clausola di salvaguardia. Ragionamento approfondito anche sulla soglia di tolleranza".
    5 marzo 2010 - Redazione Rees Marche

    Doppio articolo sugli Ogm:
    Tante trappole tra frutta e gelati la verità è nascosta nell´etichetta di Antonio Cianciullo di Repubblica e Se l'uomo si fà male di C. Petrini SlowFood

     

    Tante trappole tra frutta e gelati la verità è nascosta nell´etichetta

     
    Difficile capire al primo sguardo: in 10 anni rischi moltiplicati 
     
    ANTONIO CIANCIULLO La Repubblica.it

    ROMA - E se fossero nascosti nel pacchetto di patatine che abbiamo appena comprato? O nel gelato messo in freezer per la serata con gli amici? O magari in quel ciambellone che aveva uno sconto formidabile? I dubbi sulla presenza degli ogm sulla nostra tavola sono destinati a moltiplicarsi dopo il controverso via libera alla patata con il segno dell´antibiotico. Anche perché l´insidia si nasconde in particolari invisibili: parliamo di prodotti fotocopia, dall´anima cangiante ma dal corpo perfettamente replicato. Una mutazione che ha preso piede in pochissimo tempo.
    L´uomo da sempre ha cambiato i geni delle piante coltivate e degli animali d´allevamento ma, fino a pochi decenni fa, ha usato sistemi tradizionali, provando i possibili incroci e riproducendo le linee genetiche più interessanti. Nel 1973 per la prima volta, in California, si applica la tecnica del Dna ricombinante, cioè l´inserimento in laboratorio di un frammento del Dna di un organismo vivente in un altro organismo. E nel 1980 la Corte suprema degli Stati Uniti stabilisce il diritto di brevettare la vita creata dall´uomo. La strada per esperimenti capaci di stordire l´opinione pubblica è aperta.
    Dieci anni dopo il battesimo dell´ingegneria genetica, viene prodotta la prima pianta transgenica, era tabacco. Poi si sperimenta la fragola capace di resistere a temperature bassissime grazie all´inserimento del gene di un pesce artico, il pomodoro che non marcisce, il gelato che non si squaglia. Si lavora al vino biotech. Si creano le premesse per costruire in laboratorio l´intera gamma della ricchezza di profumi che finora era stata legata a un territorio e al suo bagaglio di saperi.
    Ma l´Europa, e in particolare i paesi mediterranei affezionati alla tradizione del cibo, fa muro e inizia una battaglia che ormai dura da 15 anni, da quando negli Stati Uniti ha preso il via la coltivazione commerciale degli ogm. Il 18 aprile del 2004 Bruxelles approva il regolamento che stabilisce l´obbligo di etichettatura e tracciabilità per i prodotti con più dello 0.9 per cento di materiale transgenico.
    Dunque chi oggi, nel vecchio continente, vuole evitare di comprare un prodotto con ogm oltre il limite di legge non ha che da guardare le etichette, anche se poche industrie si sono cimentate sul mercato europeo, piuttosto ostile ai cibi dal dna mnodificato, con alimenti dichiaratamente frutto del bisturi genetico. Nel 60 per cento dei prodotti da supermercato, però, soia, mais e colza, le tre piante ogm largamente utilizzate, possono essere presenti in traccia: biscotti, gelati, prodotti da forno e cioccolata possono contenere licitina di soia modificata; a rischio anche l´olio di soia; il mais transgenico può essere contenuto nelle farine e nell´amido.
    Ma si tratta di una presenza contenuta. Almeno in teoria perché nella rete dei controlli restano aperti molti varchi. Innanzitutto la maggior parte degli alimenti ogm che arrivano in Europa è destinata all´alimentazione animale ed è difficile conoscere il menu seguito da un maiale o da un pollo prima di finire sulla nostra tavola. Poi ci sono le contaminazioni accidentali determinate dal fatto che le filiere di produzione e trasporto (silos, navi, camion) usano spesso gli stessi mezzi.
    «I casi di contaminazione sono stati moltissimi», ricorda Federica Ferrario, di Greenpeace. «Nel 2006, ad esempio, c´è stato un gravissimo episodio legato a un riso ogm della Bayer, in fase sperimentale, proveniente da oltre oceano. In quell´occasione l´Unione europea chiuse le importazioni di riso dagli States spingendo migliaia di agricoltori a far causa alla Bayer che ha già perso le prime due cause contro cinque coltivatori a cui deve dare 3,5 milioni di dollari».
    Il nodo del dibattito riguarda però le conseguenze ambientali e sanitarie degli ogm. Sul primo fronte c´è il rischio di un´ibridazione spontanea che trasferisca in piante infestanti il materiale genetico modificato per assicurare la resistenza ai pesticidi. Sul secondo fronte il problema è venuto alla luce con lo scontro sui rischi legati all´uso di due antibiotici (kanamicina e neomicina) nel processo di produzione della patata transgenica: da una parte la Commissione, dall´altra l´Agenzia europea per i medicinali (Emea) e l´Organizzazione mondiale della sanità. Il timore è che geni resistenti ai batteri passino nella flora intestinale dell´uomo vanificando l´effetto di farmaci salvavita.

    Se l'uomo si fà male

     C. Petrini


    Mangeremo prodotti resistenti agli antibiotici con rischi per la salute. Si deve sperare che i governi nazionali, partire dal ministro Zaia, fermino l´introduzione nella catena alimentare di questi cibi 
     
    Tanto che nel corso dell´ultimo anno la superficie coltivata a OGM nel continente si è ridotta del 12% (secondo il rapporto 2009 dell´Isaaa, International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications). Sono convinto che se le multinazionali produttrici di OGM, nei prossimi due anni, non entreranno nei mercati che ancora sono loro preclusi (recente il tentativo, bloccato a furor di popolo, di una melanzana in India) dovranno drasticamente rivedere i loro piani e iniziare a contare le ingenti perdite economiche: ecco il vero perché di quest´ennesima offensiva portata al buon senso e alla volontà dei cittadini europei, attraverso questo provvedimento sulla patata "Amflora". Ma uscendo dal campo delle ipotesi, non si spiega invece perché riescano a trovare sempre dei politici compiacenti e pronti a prendere decisioni impopolari, come il neo commissario europeo alla salute, il maltese John Dalli, responsabile del via libera ad "Amflora".
    Una patata, ricca di amidi, che inizialmente ci dissero destinata non all´alimentazione, ma alla produzione di cellulosa. Una patata la cui pianta però ha delle foglie, oltre gli scarti di lavorazione, le quali resterebbero inutilizzate senza l´autorizzazione per l´alimentazione animale arrivata ieri. Gli animali poi li mangiano gli uomini e quindi, indirettamente, mangeremo le foglie di una patata modificata con un gene resistente agli antibiotici, cosa espressamente vietata dal 2001. "Amflora" fu bloccata nel 2007 da Staros Dimas per ragioni di cautela, ma oggi John Dalli ritiene che la presenza di un gene che induce resistenza agli antibiotici non sia un problema per la salute umana e a poche settimane dal suo insediamento nella nuova carica ha già le idee sufficientemente chiare per assicurare ad un intero continente che "non c´è nessun pericolo".
    E per buon peso, insieme alla patata "Amflora", hanno autorizzato anche tre mais GM, destinati all´alimentazione animale e umana.
    È desolante vedere con quanta leggerezza e con quale dedizione alle cause delle multinazionali, il parlamento europeo che abbiamo eletto si occupi delle questioni più delicate che riguardano noi cittadini. Non resta che sperare nei singoli governi nazionali, ma bisogna sperare che abbiano coraggio, e tanto. Bisogna sperare che, ad iniziare dal nostro, dichiarino le loro nazioni chiuse ad ogni OGM o trovino la maniera per dichiarare il territorio nazionale OGM Free. Non è facile, e sia pure con la chiara volontà espressa dal ministro Zaia con cui questa volta mi trovo in accordo, la situazione resta problematica.
    E allora? Verrebbe da dire, se li mangino loro: li sperimentino coloro che aspettano con tanta fiducia la loro diffusione nel mondo. Noi rifiutiamoci, rifiutiamo anche solo il minimo rischio: se questo significa disertare i supermercati a favore degli acquisti diretti, gli unici che oggi ci possano dare vere garanzie, facciamo uno sforzo in più. La causa lo vale: oggi la lotta si fa senza armi, ma con la pazienza e qualche volta il disagio di una spesa fatta con attenzione e cura. Perché non c´è solo il rischio salute. C´è il rischio di appoggiare, con una scelta scellerata o semplicemente frettolosa di acquisto, un sistema di produzione alimentare prepotente, aggressivo, dimentico di ogni identità e sapere, monopolizzato da pochi attori e pochi capitali che pensano di poter attingere ad un patrimonio di biodiversità costruito dagli agricoltori nei millenni per metterlo a disposizione solo dei loro fatturati.

    c.petrinislowfood.it

     

    Ogm in Ue. Aiab: "La patata transgenica potrebbe essere rischiosa per l'uomo"

     "Gli europei vogliono altro che patate ogm. A chi risponde la Commissione Ue? Alla multinazionale Basf o ai cittadini europei?" Andrea Ferrante, presidente dell'Associazione Italiana Agricoltura Biologica esprime così l'indignazione per la notizia del via libera della Commissione Europea alla coltivazione di un tipo di patata Ogm e di tre varietà di mais trangenici. In particolare la patata Amflora, contiene un gene "marker" che le conferisce particolare resistenza a un antibiotico importante per l'uomo, che serve anche per la cura della tubercolosi. "I rischi per la salute umana potrebbero essere elevati. Ci chiediamo come sia possibile che a fronte di così tante incognite e contro il parere della stragrande maggioranza dei cittadini europei, la Commissione Ue continui a fare gli interessi delle multinazionali biotech", dice Andrea Ferrante, che aggiunge: "E non dimentichiamo che appena poche settimane fa il Consiglio di Stato italiano si è espresso a favore della coltivazione di  mais Ogm in Italia. Se il governo e il ministro dell'agricoltura Zaia non si muovono urgentemente, ad aprile avremo i primi campi coltivati a Ogm nel nostro paese, col altissimo rischio di contaminazione accidentale?". L'Aiab dunque esorta il ministro Zaia ad intervenire a livello italiano, e si dichiara oltremodo preoccupata per il suo immobilismo di fronte agli ultimi preoccupanti avvenimenti sul fronte Ogm. (Aiab)

    fonte:Edizioni AIAB, Anno VIII, Numero 8, 5 marzo 2010

    Ogm, Zaia: "Chiederemo clausola di salvaguardia.  Ragionamento approfondito anche sulla soglia di tolleranza"

     

    Ribadiamo la nostra ferma contrarietà agli organismi geneticamente modificati. E ci muoveremo in tutte le direzioni a nostra disposizione per f ar sì che gli Ogm non attentino alla nostra agricoltura identitaria, culla della biodiversità che intendiamo preservare. Per questo avvieremo la procedura per richiedere la clausola di salvaguardia con cui bloccare la commercializzazione e la coltivazione di questi prodotti nei nostri territori. E valuteremo anche l'ipotesi di un referendum per consultare i cittadini: il volere del popolo è sovrano, e a noi risulta che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria agli Ogm. Collaboreremo con chiunque vorrà essere al nostro fianco in questa battaglia." Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia all'indomani della decisione della Commissione europea di dare il via libera alla coltivazione della patata Ogm Amflora. "Non è vero, come vorrebbero farci credere, che questa coltivazione sarà destinata solo ad usi industriali, visto che verrà utilizzata anche per i man gimi animali. Questo significherebbe introdurre nella nostra catena alimentare gli organismi geneticamente modificati." "La nostra non è una presa di posizione ideologica - ha detto il Ministro - bensì il frutto di un'analisi approfondita dei diversi aspetti della questione. Sul fronte economico, l'argomentazione secondo la quale migliorerebbe il reddito degli agricoltori è assolutamente infondata: gli agricoltori sono alle prese con le medesime difficoltà legate alla difficile congiuntura del settore con o senza Ogm, e anzi nelle Borse, come quella di Milano, Ogm-free prodotti come il mais e il grano registrano prezzi più elevati rispetto a Borse, come quella di Chicago, che trattano commodities Ogm. "Ancora più odiosa è la teoria secondo la quale gli Ogm aiuterebbero a eliminare la fame nel mondo: il problema non è l'aumento della produzione, che può aversi tranquillamente senza Ogm, ma quali politiche mettere in atto per far sì che il cibo arrivi alle popolazioni più sfortunate del pianeta. Tra l'altro, la produzione degli Ogm è destinata perlopiù all'Occidente obeso, non certo a quella parte del mondo che muore di fame". "E anche dal punto di vista della salute, la comunità scientifica è divisa, ma diversi studi dimostrerebbero ripercussioni sul sistema immunitario e alcune malattie, anche gravi".  E devo dire che anche la soglia dello 0,9, al di sotto della quale non è necessario indicare la presenza di Ogm nelle sementi, non ci convince. A questo punto, apriamo un ragionamento approfondito anche sulla cosiddetta soglia di tolleranza". (Ban)

    fonte: Edizioni AIAB, Anno VIII, Numero 8, 5 marzo 2010

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