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    Tempi duri per gli OGM!

    I ministri della salute e dell'ambiente hanno controfirmato il decreto di Zaia contro la coltivazione degli OGM. Intanto il parlamento austriaco decide di impedire la coltivazione della patata transgenica sul proprio territorio
    13 aprile 2010 - Redazione REES Marche
    Fonte: greenplanet.net

    Ogm. Il decreto ha le firme

    Giovedì 08 Aprile 2010 07:46
    Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, e quello dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, hanno controfirmato il decreto del ministro all'Agricoltura Luca Zaia. Con il provvedimento il mais ogm Mon 810 non potrà essere coltivato nel territorio italiano. Con un'attesa che è cresciuta nel corso di queste settimane, finalmente è arrivata la controfirma dei rappresentanti dei due dicasteri. Il provvedimento rovescia la sentenza del Consiglio di Stato che a metà gennaio aveva accolto il ricorso dell'agricoltore Silvano Dalla Libera, imponendo ai ministri competenti per chiudere l'iter "di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato "Mon810" autorizzato a livello comunitario". Contro la sentenza si era subito scagliato Luca Zaia ma la mancata sigla degli altri due ministri "competenti" aveva fatto tenere con il fiato sospeso molti italiani contrari agli ogm. Commenti pressoché unanimi sul fronte anti biotech, scontata la reazione di Futuragra, "semineremo in ogni caso, poi ce la vedremo con il giudice", ha commentato il segretario Fidenato, mentre Dalla Libera ha annunciato ricorso

     

    Parlamento austriaco contro la patata Amflora


    Il Parlamento austriaco, all'unanimità, appellandosi alla clausola di salvaguardia ha incaricato il ministero della Salute di predisporre un atto normativo specifico per vietare la coltivazione della patata biotech sul territorio. Per il Parlamento austriaco la decisione della Commissione europea che lo scorso 2 marzo ha autorizzato la coltivazione delle patate per fini industriali (produzione di carta e mangimi per animali) ignora quanto segnalato dall'Organizzazione mondiale per la Santità, consentendo di coltivare una pianta che contiene al suo interno un gene resistente antibiotico importante nella lotta alla tubercolosi. L'Austria contesta inoltre la Ue di aver anteposto gli interessi di imprese produttrici di patate alla salute umana e rileva come la coltivazione della patata Amflora non è necessaria in quanto vi sono varietà convenzionali che hanno le stesse caratteristiche.

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