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    Un debito da saldare

    La capacità rigenerativa della Terra è giunta ad una fase critica perchè stiamo trasformando le risorse in rifiuti più velocemente di quanto la Natura riesca a trasformare i rifiuti in risorse.
    Ecco che l'unica risposta possibile diventa oggi: la Scienza della Sostenibilità, così definita da Paul H. Reitan.
    14 aprile 2010 - M.A. Bordon
    Fonte: istitutomedicinanaturale.it

    Sappiamo bene quanto la nostra specie sia abile ad indebitarsi oltre misura pur di rispondere a tutti i costi ad uno standard consumistico che ci impone falsi bisogni per assicurarci un pseudo benessere. Un vecchio ritornello che non è certo scontato.

    Il nostro debito, purtroppo si estende oltre i confini delle banche e delle finanziarie perché la specie umana, nell'assodata abitudine di vivere al di sopra dei propri mezzi, ha accumulato un debito inestinguibile con Madre Natura la quale, noi inclusi, sta pagando il caro prezzo delle nostre nefandezze.

    Riflettiamo su questa affermazione di Gianfranco Bologna (Direzione Sostenibilità - WWF ItaliaSe): "Se tutti i cittadini del mondo vivessero, per esempio, come un europeo, avremmo bisogno di quasi 3 Pianeti per avere sufficienti risorse per tutti e smaltire i rifiuti prodotti"

    Nella popolazione mondiale, la classe dei consumatori è in progressiva crescita: 1,7-2,2 miliardi di persone conducono uno stile di vita "consumistico". L'altra faccia della medaglia comporta che 2,8 miliardi di persone lottino per la sopravvivenza, disponendo di meno dell'equivalente di 2 dollari al giorno, e circa un miliardo di persone siano ancora malnutrite e soffrano la fame.

    La capacità rigenerativa della Terra è giunta ad una fase critica perché stiamo trasformando le risorse in rifiuti più velocemente di quanto la Natura riesca a trasformare i rifiuti in risorse.

    Ecco che l'unica risposta possibile diventa oggi: la Scienza della Sostenibilità, così definita da Paul H. Reitan: "l'integrazione e l'applicazione delle conoscenze del sistema Terra, ottenute specialmente dalle scienze di impostazione olistica e di taglio storico (quali la geologia, l'ecologia, la climatologia, l'oceanografia), armonizzate con la conoscenza delle interrelazioni umane ricavate dalle scienze umanistiche e sociali, mirate a valutare, mitigare e minimizzare le conseguenze, sia a livello regionale sia mondiale, degli impatti umani sul sistema planetario e sulle società, in tutto il globo e anche nel futuro."

    Siamo attori protagonisti di quella che Paul Crutzen (premio Nobel 1995) ha definito: l'epoca dell' Antropocene, caratterizzata dall'influenza irreversibile dell'uomo sull'ambiente. ".... siamo noi il singolo fattore che più incide sul cambiamento del clima e della superficie terrestre. Non possiamo tornare indietro. Possiamo però studiare il processo di trasformazione in atto, imparare a controllarlo e tentare di gestirlo."

    E' necessaria un'azione sinergica, alla quale ciascuno di noi ha il dovere di contribuire, che veda operare all' unisono ogni livello: scientifico, politico ed economico, artistico e spirituale, collettivo e individuale affinché da questo attuale stato di "malattia e di arroganza" l'Homo Sapiens possa riscoprire la Saggezza e la Gratitudine ed imparare ad usare con Amore il dono dell'Intelligenza.

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