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    Vaccinazioni: nuovi rischi

    Dall'autismo al diabete infantile, statistiche in vertiginoso aumento.
    Ora anche i giudici dicono: "E' colpa dei vaccini"
    12 giugno 2010 - Furio Stella (effervescienza@yahoo.it)

    Anche in Italia stiamo cominciando a svegliarci. Meglio tardi che mai. E difatti, a quasi un anno di distanza dalle denunce di Boyd Haley sulla pericolosità del mercurio e i danni da vaccini (vedi il numero 9 di maggio 2009 di EfferveScienza), rieccoci qui a parlare di rischio vaccinazioni. A cominciare dalla buona notizia arrivata nel febbraio scorso da Busto Arsizio (Varese), dove un giudice per la prima volta in Italia, ha riconosciuto la possibilità di un nesso causa-effetto tra vaccinazione e autismo. «Mancando la pro va di altre cause concomitanti, c'è
    una ragionevole probabilità che ciò sia avvenuto», ha detto in buona sostanza il tribunale di Busto, con dannando il Ministero della Salute a risarcire i genitori di un bambina di Gallarate che aveva sviluppato problemi di autismo proprio in se guito a una vaccinazione obbliga toria (era un' antipolio), secondo quanto prescritto dalla legge 210 del 1992 che risarcisce appunto i
    danni causati da vaccini. Sentenza clamorosa. Non solo perché i danni da vaccino sono contestati dall'establishment ufficiale, i cui rapporti con le case farmaceutiche sono tutt'altro che limpidi ed esenti da conflitti di interesse, ma soprattutto perché il tribunale di Busto, nell'emettere la sentenza, ha contraddetto persino il suo stesso consulente tecnico che aveva espresso parere contrario. «Ci muoviamo su di un vero e proprio campo minato», avverte
    Saverio Crea, avvocato di Firenze, uno dei legali che ha difeso in giudizio il diritto al risarcimento.

    GIORNATA DELLA MEMORIA
    Buono a sapersi. Ben vengano giudici coraggiosi e capaci di buon senso, e pazienza se la sentenza di Busto, secondo il Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino (Condav), non è il primo caso di autismo riconosciuto in Italia.
    «Ce n'è stato almeno un altro in Lombardia nel 2008, solo che non è stato pubblicizzato», assicura Nadia Gatti, la presidente dell'associazione che ha sede a Sabbionetta (Mantova) e conta più di 200 iscritti, tra cui alcuni genitori di militari morti nei Balcani per essersi sottoposti, più che alla contestata esposizione all'uranio impoverito (ricordate la commissione Mandelli?), a un micidiale cocktail di vaccinazioni.
    Attivo da un decennio, il Condav è riconosciuto e accreditato al Ministero della Salute. Ha contribuito in maniera determinante all'istituzione di una giornata della memoria «delle persone decedute o rese disabili dalla malattia» che si celebra il 29 ottobre di ogni anno
    (legge 229), ma anche all'indennizzo extra riconosciuto dal 2005 e alla proposta di legge del 2009 che ne prospetta di ulteriori. «Se si prevedono i danni, si devono prevedere anche le cure - dice la Gatti - É impensabile che vengano riconosciuti i primi e che poi ci si senta dire da medici e pediatri che contro la malattia loro non ci possono fareniente».

    IL VENETO IN FILA
    Dunque non una legge ma due. O addirittura tre. Più una giornata della memoria alla Camera dei Deputati, più le sentenze favorevoli, più ovviamente il lavoro di scienziati e ricercatori - su tutti Massimo Montinari, il medico ospedaliero e chirurgo pediatra, pioniere del trattamento della sindrome autistica e delle reazioni avverse ai vaccini, chiamato a Roma nel marzo scorso in qualità di esperto (altra buona notizia) nell'ambito di un panel multidisciplinare di Ministero e Istituto Superiore della Sanità con lo scopo di elaborare le linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico - scienziati, dicevamo, capaci di rompere i silenzi ufficiali e rimettere la discussione scientifica in Italia alla pari con quella che si sta sviluppando da anni negli altri paesi. Già, da noi ci sono un sacco di cose riconosciute anche ufficialmente, ma senza che all'atto pratico il dogma della vaccinazione ne venga minimamente scalfito.
    Anzi: i vaccini, dal papilloma virus alle ultime pandemie inventate tipo quella per l'influenza di tipo A, sono sempre più numerosi e sempre più potenti. E anche nel Veneto, la regione pilota dove dal primo gennaio 2008 è stato tolta l'obbligatorietà del vaccino, si continua a fare la coda anche per le vaccinazioni «raccomandate». Addirittura il 95% di adesioni. Con percentuali
    che vanno dal 79,4% della varicella al 92,4% del meningococco C.
    E al contrario del Sud, Calabria e Campania per esempio, dove l'adesione è sotto il 50%. Deduzione di un portavoce dell'Osservatorio Nazionale Salute delle Regioni: «Prima di abolire l'obbligo bisogna lavorare per creare le condizioni puntando sull'informazione delle famiglie». Giusto, per carità. Peccato che tra informazione e propaganda farmaceutica si fa sempre
    più fatica a distinguere il confine. Ammesso che un confine ci sia, naturalmente.

    DATI ALLARMANTI

    Restando in tema di autismo, è allarmante apprendere come il numero dei bambini colpiti sia notevolmente aumentato rispetto al passato. Dieci anni fa, tanto per fare delle proporzioni, i casi in Italia e nel mondo erano nell'ordine di 1 su 1.000. Mentre adesso, secondo numerosi studi scientifici ufficiali, sono nell'ordine dell'1 su 100-200. Ce n'è per esempio uno degli Stati Uniti del 2007 in cui si parla di 1 caso su 150 bambini (nel 1980 erano 1 su 2.000), un altro del Regno Unito del 2006 (addirittura 1 su 86), uno della Svezia sempre del 2006 (1 su 188), uno del 2005 sul Giappone (1 su 112).
    «É diventata un'epidemia», dice Maurizio Conte, pediatra a Roma, scorrendo la bibliografia scientifica sull'autismo. E allarga le braccia: «Tutto questo è riconosciuto ufficialmente, ma...». Già. C'è sempre un ma da qualche parte. Nell'indagine delle cause, per esempio. «Fino a pochi anni fa - spiega Conte, 54 anni, collaboratore di Montinari - le motivazioni ufficiali parlavano di problemi di ordine psicologico, la mamma freezer, incapace di amare, con tutte le conseguenze facilmente intuibili, tipo i sensi di colpa istillati nella madre stessa, eccetera. Erano idee ufficiali, eh?, che adesso sono state abbandonate».

    Perchè: adesso che dice la scienza ufficiale?
    «Adesso si parla di cause ambientali su base genetica. Le ipotesi sono varie».

    Vaccinazioni no, vero?
    «No, sono sconfessate da studi pubblicati, spesso proposti da scienziati e ricercatori che hanno evidenti conflitti di interesse, nel senso che sono sovvenzionati da aziende produttrici di vaccini. Secondo un convegno tenuto nel novembre 2008 all'Università della Sapienza qui a Roma, si parla adesso di fattori esterni, lecito direttamente, come infezioni o disfunzioni autoimmuni che funzionano come trigger (grilletto:meccanismo di sparo) di cambiamenti patofisiologici di soggetti con rischio genetico».

    Lei invece che dice?
    «La posizione mia è che in molti casi, non in tutti ma la gran parte, c'entrano i vaccini. A volte gli eccipienti, a volte gli stessi antigeni virali. Questo lo si vede bene dagli esami del sangue. Vengono genitori che riferiscono di disturbi comparsi ‘dopo la vaccinazione'. Tutte le istituzioni questo lo negano. Ci sono medici che dicono ‘potrebbe essere stato', ma non lo registrano sulle cartelle. É un dato che viene omesso, sempre. Da questi esami, che servono proprio per valutare la reazione anticorpale a un determinato vaccino, si rilevano reazioni anomale. Risposte eccessive a quel vaccino, anche a distanza di dieci anni dalla vaccinazione».

    Strano.
    «Faccio un esempio: se uno ha fatto la vaccinazione al morbillo dieci anni prima, la reazione dovrebbe essere bassa o comunque entro certi limiti. Invece i valori sono esagerati, non giustificati. I medici dicono: ‘buon per lui, è ancora protetto...'. E non si pongono il perché. Per noi invece una risposta esagerata e prolungata nel tempo è il due più due: se c'è una reazione, il pensiero è che c'entrino direttamente questi virus o i loro eccipienti».

    Dei casi di autismo in spavento so aumento si è detto: altri aumenti di malattie infantili?
    «Per esempio il diabete precoce infantile che è una malattia auto-immune. É aumentata anche questa notevolmente e sono state ipotizzate pure qui cause vaccinali, tutte ricollegabili all'introduzione della profilassi contro l'epatite B. (Quella in cui, giova ricordarlo, venne indagato il ministro della Sanità Francesco De Lorenzo, ritenuto colpevole di essersi fatto dare 600 milioni dal presidente dell'azienda che produceva il vaccino Engerix B, la belga Smith Kline Bechaam, per «dei favori» mai precisati. Ministro colpevole eppure si continuò - e si continua - a vaccinare). Gli aumenti di casi riguardano anche l'epilessia. E possono rientrarci encefalopatie, problemi spastici e paralisi. É chiaro che si creano squilibri nel sistema immunitario. Sono violenze a un sistema che non è preparato, pronto, per ingressi di materiale genetico esterno così a sorpresa».

    REAZIONI AVVERSE
    Altre critiche arrivano nei confronti del cosiddetto «consenso informato». «I genitori - dice Conte - firmano un consenso informato che informato non è per niente. Dice: siccome il bambino potrà avere febbre o arrossamenti, si consiglia la tachipirina. In certe Asl la si consiglia ancora prima della vaccinazione, a scopo per così dire ‘preventivo'. Invece un episodio febbrile superiore ai 39,3° è considerato reazione avversa e dev'essere denunciato come tale, altrimenti non lo sappiamo. E lo è anche un pianto prolungato. O episodi di ipotonia improvvisa alle gambe, con bambini che cadono a terra e poi rischiano di finire in carrozzella.
    Tutto questo, l'elenco delle reazioni avverse, è scaricabile dal sito del Ministero della Salute. Sono le cose più semplici. Significa che il bambino è a rischio. Questo il genitore non lo sa. E questo spiega anche perché le reazioni denunciate siano pochissime, mentre nella realtà sono molte di più».
    «Non conoscevo Montinari - racconta di sè il dottor Conte - Ho cominciato a occuparmi di queste cose quando sono venuto a conoscenza del suo lavoro. Lui esercitava in quel periodo a Bari, sono andato a conoscerlo e a seguire le sue visite. Non avrei voluto, ma mi sono fatto coinvolgere. Dalle situazioni, dai bambini. Dal dolore anche, perché qui si parla di sofferenze grosse». E sgombera il campo dagli equivoci: «Montinari è considerato contro le vaccinazioni
    e invece non lo è. Né lo sono io. Occorre però maggiore cautela, questo vogliamo affermare. Occorre un'analisi dei casi singoli, non una vaccinazione fatta a tappeto, indistintamente. E una considerazione maggiore, per me, la meritano gli eccessi di vaccinazione intesi come numero e la loro precocità. Andrebbero quantomeno ritardate per prima dare il tempo di fare gli opportuni esami e valutare la maturità del sistema immunitario».

    UN PROGETTO A PADOVA
    Tra le iniziative più recenti si segnala il progetto dell'associazione Autismo Padova approvato dalla Regione Veneto nel 2009, e per il quale è già stato stanziato un primo finanziamento di 298 mila euro. Si tratta di un centro di diagnosi e cura per l'autismo, una sorta di «villaggio protetto» a Padova, concepito in un'ottica molto diversa da quella del puro assistenzialismo.
    «I nostri ragazzi hanno potenzialità non considerate - dice Caterina De Micheli, la presidente - Noi intendiamo costruire questo centro dove insegnargli regole di autosufficienza, per dare loro anche un'opportunità di lavoro e di senso della vita. Visto l'aumento esponenziale di casi di questa malattia, il recupero, anche del 10, 20 o 50 per cento, significa meno spese per la collettività e più dignità per i ragazzi». Già, il senso della vita. «Abbiamo sofferto e soffriamo - è il messaggio della De Micheli - Il nostro dolore non può essere inutile ma deve servire a evitare nuove sofferenze».

     

     

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