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    A chi appartengono broccolo e pomodoro?

    Se i brevetti su pomodoro e broccolo non saranno messi al bando, il vaso di Pandora sarà irrimediabilmente scoperchiato, e un pugno di multinazionali dell’agribusiness e del cibo potrà in futuro controllare l’intera filiera della produzione alimentare
    27 luglio 2010 - Redazione REES Marche

    A CHI APPARTENGONO BROCCOLO E POMODORO?
    Azione di protesta davanti all'Ufficio Europeo dei Brevetti a Monaco di Baviera


     
    Il Comitato Scientifico EQUIVITA, rappresentato dalla coordinatrice Fabrizia Pratesi, ha partecipato ieri mattina alla manifestazione promossa dalla coalizione "NO PATENTS ON SEEDS" ("No ai Brevetti sulle Sementi") [1] cui esso aderisce. La manifestazione, che ha visto la partecipazione di oltre trecento persone di ogni nazionalità armate di striscioni e di scritte, si è svolta davanti all'Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) di Monaco di Baviera, per ribadire l'opposizione della Società Civile ai brevetti richiesti (e talvolta concessi), in numero sempre crescente, anche su piante e animali coltivati in modo convenzionale (non geneticamente modificati).
    Occasione di questa iniziativa è stata la prima udienza di un giudizio iniziato presso la Corte d'Appello dello stesso EPO che porterà a una decisione fondamentale sui brevetti europei. Partendo dal "caso giuridico" dei brevetti già concessi su di un broccolo e su di un pomodoro (entrambi coltivati in modo convenzionale) [2], oltre che sui prodotti alimentari da essi derivati, l'EPO deciderà se le risorse naturali possano continuare a essere rivendicate come "invenzioni".
    In segno di protesta i manifestanti hanno distrutto copie delle richieste di brevetto avvalendosi di numerosi trita-documenti installati su di un palco posto davanti all'EPO. Quest'ultimo deve ancora pronunciarsi su oltre 1.000 richieste di brevetto sul cibo. La Coalizione teme che i controversi brevetti già concessi non vengano revocati.
     
    "Se i brevetti su pomodoro e broccolo non saranno messi al bando, il vaso di Pandora sarà irrimediabilmente scoperchiato", ha dichiarato Christoph Then, esperto di Greenpeace sui brevetti. "Un pugno di multinazionali dell'agribusiness e del cibo potrà in futuro controllare l'intera filiera della produzione alimentare, aggravando la condizione di dipendenza degli agricoltori e facendo aumentare i prezzi sia per loro che per i consumatori." Ruth Tippe della coalizione "No Patents on Life" ha aggiunto: "La svendita di quanto costituisce la materia vivente del pianeta deve essere arrestata. Già 100.000 persone hanno firmato l'appello lanciato dalla Coalizione affinché siano vietati i brevetti su semi, piante e animali".
     
    "E' arrivato il momento di porre limiti all'EPO", ha dichiarato Bell Batta Torheim del "Development Fund", organizzazione che si occupa di ambiente e di sviluppo. "L'EPO, essendo un ufficio che agisce secondo regole proprie e che si finanzia con il pagamento ottenuto nel momento in cui concede un brevetto, tenderà a confermare ognuno di essi. Eppure, sono molti anni che la coalizione NO PATENTS ON SEEDS informa il pubblico sugli scandalosi brevetti concessi dall'EPO".

    "Le piante e gli animali fanno parte del bene comune più prezioso dell'umanità: il patrimonio genetico", dichiara Fabrizia Pratesi. "Consentirne la brevettazione significa privatizzare tale bene, mettendolo nelle mani di un numero esiguo di multinazionali ed autorizzando queste ultime a riscuotere i "diritti" ad ogni ciclo riproduttivo. Una grandissima ingiustizia soprattutto nei confronti delle comunità agricole che hanno saputo conservare questo patrimonio ... e un modo in più per aggravare la fame nel mondo !".

    "Le leggi brevettuali devono essere modificate affinchè questo tipo di brevettazione possa essere fermato
    ": questa la conclusione di tutti gli intervenuti.
     
    I governi di Germania e Olanda hanno annunciato che faranno il possibile a Bruxelles per ottenere norme più stringenti sui brevetti e, in quanto all'Italia, è utile ricordare che nel 1999 essa presentò ricorso alla Corte Europea, insieme all'Olanda, contro la Direttiva 98/44 detta "dei brevetti sul vivente", votata l'anno precedente.
     
    Il Comitato Scientifico EQUIVITA si unisce alla coalizione "NO PATENTS ON SEEDS" nel richiedere che vengano vietati i brevetti sulle piante, gli animali e i loro geni.
     
    [1] La Coalizione "No ai Brevetti sulle Sementi" è costituita dalle seguenti organizzazioni:
    Development Fund (Norvegia)
    Berne Declaration (Svizzera)
    Greenpeace
    Swissaid
    (Svizzera)
    Misereor (Germania)
    Kein Patent auf Leben
    (No i brevetti sul vivente) (Germania).
     
    [2] La società di biotech inglese "Plant Bioscience Limited" detiene dal 2002 un brevetto su un broccolo a elevato contenuto di glucosinolati. Tali sostanze dal gusto amaro conferiscono al broccolo un sapore caratteristico e si ritiene abbiano proprietà anticancerogene. Due multinazionali hanno presentato ricorso all'EPO contestando il brevetto su tale broccolo di grande attrattiva commerciale. Un altro ricorso è stato presentato sul brevetto che copre il cosiddetto pomodoro "disidratato". Tale brevetto copre la produzione e la commercializzazione di un pomodoro che per il basso contenuto di acqua può essere facilmente lavorato a livello industriale. Tuttavia a maggio l'EPO ha confermato un brevetto sul girasole che copre i semi, la pianta e l'olio che se ne ricava.
     

    Per maggiori informazioni

    Comitato Scientifico EQUIVITA
    Tel. + 39. 06.3220720, + 39. 335.8444949
    E-mail: equivita@equivita.it <equivita@equivita.it>
    Sito internet: www.equivita.org <http://www.equivita.org

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