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    No ogm. Posizione unanime delle Regioni italiane

    Gli assessori all'agricoltura delle Regioni italiane hanno respinto il provvedimento sulle linee guida nazionali sulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche.
    6 ottobre 2010 - Redazione REES Marche

    No coltivazioni ogm. La conferenza delle Regioni traccia la linea del futuro agricolo in Italia, il ministro Galan non apprezza. Gli assessori all'agricoltura delle Regioni italiane riuniti nella Commissione politiche agricole della conferenza delle Regioni e province autonome a Roma, hanno respinto il provvedimento sulle linee guida nazionali sulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche.

    "Una decisa presa di posizione che le Regioni, all'unanimità - spiega l'assessore regionale della Toscana Gianni Salvadori" -, hanno preso nei confronti dello Stato rivendicando, a termini di Costituzione, la loro competenza esclusiva in materia di agricoltura e impegnando il ministro a un comportamento in linea con le scelte delle Regioni stesse anche in occasione delle riunioni in sede comunitaria". Ma se nei mesi scorsi il ministro aveva sollecitato un'iniziativa a favore della definizione delle linee guida così come richiesto dalla Ue, la decisione delle Regioni è stata accolta da Galan non senza un certo disappunto. "Mancano le linee di guida di coesistenza" fra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche che "avrebbero dovuto essere assunte dalle Regioni" che "non hanno individuato" nemmeno "i "siti in cui sperimentare". Rispondendo al Question Time della Camera a proposito della votazione delle Regioni, Galan ha sottolineato che "nessuna Regione ha comunicato formalmente l'individuazione dei siti in cui sperimentare". Ma nonostante questo "e' urgente addivenire a una soluzione" almeno per due questioni: "un contenzioso che sale enormemente" giorno dopo giorno" e la necessita' "di ottemperare alla sentenza del Consiglio di Stato che dispone di dover attuare le linee guida di coesistenza almeno per il Friuli Venezia Giulia".
    "Il doppio giochismo del ministro dell' agricoltura si infrange contro il muro compatto che gli assessori regionali all'agricoltura hanno eretto in modo unanime a difesa della qualita' e competitivita' del patrimonio agroalimentare nazionale". Non lascia spazi ad interpretazioni il commento della Task Force per un'Italia libera da OGM, composta dalla nutrita schiera di associazioni (Acli, Adoc, Adusbef, Aiab, Amab, Campagna Amica, Cia, Citta' del Vino, Cna alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, Fai, Federconsumatori, Federparchi, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, Lega Pesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Movimento difesa del cittadino, Slow Food, Unci, Vas e Wwf), evidenzia come "a questo punto, l'attivazione della clausola di salvaguardia da parte di Galan risulta ineludibile, in attesa che a livello europeo si definisca il quadro normativo". Il problema ora è tutto politico.

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