barralunga

REES Marche

RSS logo

Calendario

    Beni comuni

    Verso un ecosistema della conoscenza

    In occasione della sua partecipazione al Festival della Scienza di Genova, nell'ambito del dialogo Biodiversita' e biodiversita' nascosta (venerdi 5 novembre, ore 18.30), pubblichiamo l'intervento di Xavier Le Roux, direttore della Fondazione Francese per la Ricerca sulla Biodiversita'.
    12 novembre 2010 - Xavier Le Roux (direttore della Fondazione Francese per la Ricerca sulla Biodiversita'.)
    Fonte: http://www.greenews.info) - 05 novembre 2010

    In occasione della sua partecipazione al Festival della Scienza di Genova, nell'ambito del dialogo Biodiversita' e biodiversita' nascosta (venerdi 5 novembre, ore 18.30), pubblichiamo  l'intervento di Xavier Le Roux, direttore della Fondazione Francese per la Ricerca sulla Biodiversita'.

    Tradizionalmente, la biodiversita' e' rappresentata da specie emblematiche o da habitat particolari che e' necessario proteggere.

    Oggi giorno, tuttavia, e' sempre maggiore il numero di esperti che riconosce che la biodiversita' non si limita a questo. La definizione di 'biodiversita'' e' associata sia al concetto di biodiversita' ordinaria sia ai servizi ecosistemici, ossia le funzionalita' e le interazioni degli organismi viventi: l'impollinazione da parte degli insetti, la fertilizzazione dei terreni eccetera. La biodiversita' e' un concetto globalizzante, del quale fanno anche parte l'uomo e tutte le sue attivita'. Non e' un campo riservato alle scienze della vita, ma interessa numerose discipline come l'ecologia, la microbiologia o l'ecofisiologia; anche le scienze umane, l'economia, la filosofia, la sociologia e il diritto, per non citarne che alcune, partecipano agli sforzi della ricerca. Per vocazione, la biodiversita' e' votata all'interdisciplinarieta'.

    I progressi scientifici avvenuti negli ultimi anni hanno migliorato considerevolmente la nostra conoscenza del mondo vivente: nel mondo ogni anno, per quanto riguarda la tassonomia, sono scoperte piu' di 10.000 nuove specie; in aggiunta gli avanzamenti della filogenesi, lo studio dei legami parentali tra gli organismi, hanno permesso di comprendere sempre meglio le dinamiche della biodiversita' e dell'evoluzione. Studiando la diversita' biologica gli scienziati sono stati in grado di fornire elementi che guidano la conservazione delle specie tramite, per esempio, la definizione di 'punti caldi' o hotspot di biodiversita' [regioni biogeografiche in cui vive la maggior parte della biodiversita'; attualmente al mondo ne sono state classificate 34, N.d.T.].

    Uno dei maggiori contributi della ricerca scientifica consiste nell'aver evidenziato i servizi forniti dagli ecosistemi: grazie a una visione funzionale, e' stato possibile sottolineare le relazioni molto vincolanti che esistono con le attivita' dell'uomo; i ricercatori, inoltre, hanno gettato le basi per un'analisi e una quantificazione della biodiversita'. Sta iniziando una nuova riflessione sulle nostre relazioni con la natura, e non e' piu' possibile, oggi, tenere distinti il futuro dell'uomo da quello della biodiversita'.

    E' importante a questo punto affrontare un'altra questione nodale: quella delle biotecnologie e dello sfruttamento delle cosiddette 'risorse genetiche'. Oggigiorno infatti esistono tecnologie ispirate dagli studi sulla biodiversita' che si sviluppano nella ricerca genetica ma anche nella manipolazione di organismi e di ecosistemi; l'imitazione della natura, o biomimesi, ha portato a molti risultati, tra cui quello ben noto del velcro [ispirato dai piccoli uncini dei fiori di bardana, N.d.T.]. La biodiversita' e' una sorgente di innovazione incredibile, e ancora molto resta da scoprire.

    La Francia ha creato una struttura innovativa, la Fondazione per la Ricerca sulla Biodiversita' (FRB), che ha come missione la promozione della ricerca sulla biodiversita' e la diffusione delle conoscenze in merito. E' un punto di convergenza tra i diversi attori scientifici (gli istituti di ricerca pubblici) e quelli sociali. Oggi ne fanno parte 120 strutture: associazioni per la protezione della natura, aziende e altri organismi che si sono riuniti per sviluppare insieme strumenti che valorizzino e preservino la biodiversita'. Alcuni hanno una visione piuttosto lineare di questa relazione tra scienza e societa': gli attori sociali formulano una domanda e la scienza, 'nella sua grande saggezza', dovrebbe essere pronta a fornire una risposta. In realta' le cose non funzionano in questo modo. La Fondazione ha adottato procedure interattive e iterative addirittura nel caso dei programmi scientifici, in cui gli attori sociali e scientifici trovano il modo di accordarsi: nel corso dei progetti, i ricercatori beneficiano dell'esperienza di chi viene dal mondo delle imprese e questi scambi favoriscono la diffusione delle conoscenze. Potremmo proprio affermare che si tratta di un ecosistema della conoscenza.

    Xavier Le Roux

    Traduzione e adattamento dal francese di Eva Filoramo

    Sito realizzato con PhPeace 2.6.32

    PhPeace è software libero, e ognuno è libero di ridistribuirlo secondo le condizioni dellaLicenza GNU GPL

    A meno di avvisi di particolari (articoli con diritti riservati) il materiale presente in questo sito può essere copiato e ridistribuito, purchè vengano citate le fonti e gli autori. Non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale pubblicato.

    validateXHTMLcclvalidateCSS

    Segnala eventuali errori al WebMaster | RSS logo