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    Inquinamento atmosferico

    Pubblichiamo due articoli che trattano questo argomento
    3 febbraio 2011 - Redazione Rees Marche

    Cnr: "Blocchi del traffico? Contro lo smog serve ben altro"

    I blocchi del traffico "hanno un valore amministrativo, non quello di proteggere la salute dei cittadini. Capisco i sindaci che devono tutelarsi per non contabilizzare lo sforamento delle Pm10 ma
    anche fermando il traffico il problema strutturale resta lo stesso". Lo dice il Cnr.

    A dirlo è il direttore dell'Istituto Inquinamento Atmosferico di Monterotondo del Cnr, Nicola Pirrone, interpellato sulla situazione di Milano e Torino. Pirrone sottolinea che lo stop alle auto private "in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli può essere anche ininfluente perchè può accadere che l'atmosfera si mantenga stagnante e la miscelazione non basti". Invece, aggiunge l'esperto del Cnr, "nella migliore delle ipotesi i benefici restano confinati nella giornata del blocco perchè, anche con la meteorologia a favore il giorno dopo le emissioni sono le stesse e anche la situazione torna a essere la stessa se non si interviene sulle fonti". "In condizioni meteo particolarmente favorevoli - aggiunge Pirrone - si può arrivare anche al 10 o al 20 per cento di riduzione delle polveri sottili con il blocco del traffico ma poi sono da considerare le situazioni di tutte le zone limitrofe all'area del blocco. Sarebbe forse più significativo un blocco a livello di Regione ma comunque i benefici - sottolinea ancora - sono limitati al blocco". Secondo l'esperto, quindi, per ridurre realmente le polveri sottili che attanagliano le città italiane "occorrono piani strutturali a medio e lungo termine". E allora serve "agire sul traffico sia privato, migliorando il trasporto pubblico e riducendo il parco auto per decongestionare il traffico, sia sul trasporto merci". Ma fondamentale, sottolinea ancora il direttore dell'Istituto inquinamento atmosferico del Cnr, è anche "l'intervento sul riscaldamento privato" per fare in modo di avere nelle case "sistemi a più alta efficienza energetica". Nel mirino soprattutto l'uso delle biomasse per fare calore (termo-camini o stufe a pellet) che per esempio in Pianura Padana "producono il 25-30 per cento di Pm10 e non sono soggetti a controllo".

    Fonte: Ansa 01/02/2011

    Inquinamento: le città italiane malate gravi

    Il rapporto Mal d'Aria di Legambiente fotografa una realtà nazionale impietosa, che ci espone inevitabilmente a problemi di salute. Nelle nostre città una concentrazione di auto doppia rispetto a Parigi, Londra o Berlino

    Le città italiane sono malate di Mal d'Aria, di scarsa qualità dell'aria, di smog e polveri sottili, di biossido di azoto e ozono, cui si aggiunge il rumore. È quanto ribadisce Mal'Aria, la campagna di Legambiente contro lo smog in città, che ha presentato il nuovo dossier sulla qualità dell'aria nelle città italiane. E la situazione rimane pessima: "Nel 2010 sono stati 48 i capoluoghi di provincia a ad aver superato il limite di sforamento dei 50μg/ m3 per più di 35 giorni; e non solo, tra le 30 peggiori città europee per superamenti di polveri sottili, biossido di azoto e ozono, ben 17 sono italiane".

    Legambiente ha effettuato un monitoraggio lungo strade trafficate di dieci capoluoghi di provincia, (Milano,
    Torino, Verona, Bologna, Firenze, Ancona, Roma, Napoli, Foggia e Messina) e "anche se i valori non sono stati calcolati nell'arco di 24 ore, come prevede la normativa, i rilievi dei tecnici di Legambiente hanno mostrato in gran parte delle strade controllate livelli molto alti di polveri sottili - rileva l'associazione - Considerando che le strade scelte sono quelle più frequentate da pedoni, ciclisti ma anche dalle automobili, l'alto tasso d'inquinamento registrato denuncia il rischio a cui quotidianamente ognuno di noi viene esposto andando a scuola, al lavoro o semplicemente passeggiando per le strade cittadine. Infatti, come dimostrato da recenti studi di settore, anche esposizioni di breve durata ad elevate concentrazioni di PM10, possano causare gravi conseguenze sulla salute dei cittadini".

    L'Italia è dunque malata di scarsa qualità dell'aria, si legge nel Dossier (vedi allegato ): "Non ci sono molti altri modi di descrivere una situazione in cui Torino supera il limite giornaliero per le polveri sottili per ben 134 volte in un anno, Frosinone 108 volte, Asti 98, Lucca 97, una situazione in cui ben 21 città sono oltre i
    70 superamenti, ovvero più del doppio concesso dalla normativa. Tra i 48 capoluoghi fuorilegge poi ben 30 appartengono all'area della Pianura Padana, che si conferma area critica per la qualità dell'aria".

    Per Legambiente, bisogna fare tanto a fronte del poco che è stato fatto.Continua infatti il Dossier: "Le misure messe in campo dal Governo,
    sono state decisamente insufficienti. Non basta proclamare la giornata nazionale della bicicletta, promettere incentivi e limitazioni al traffico per risolvere la malattia cronica della scarsa qualità
    dell'aria e dell'inquinamento acustico. Servono interventi più ampi e strutturali, a partire dal rilancio del trasporto pubblico, dalla limitazione della circolazione dei veicoli più inquinanti, dalla
    riduzione dei limiti di velocità (ad esempio attraverso la promozione delle "zone 30" in cui il limite di velocità è 30 km/h invece che 50 km/h). Si deve ripensare la città e la pianificazione di nuovi insediamenti urbani nell'ottica della mobilità sostenibile, e intervenire anche nel settore energetico e nella riqualificazione degli edifici in senso più efficiente. In un Paese - conclude Legambiente - in cui il tasso di motorizzazione media è di 60 macchine per 100 abitanti, il doppio rispetto a capitali europee come Londra, Parigi e Berlino, occorre promuovere forme di mobilità alternativa come il car sharing o il car pooling, ma anche la cosiddetta "mobilità dolce", ovvero quella ciclabile e soprattutto quella pedonale".

     

    fonte aamterranuova

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