barralunga

REES Marche

RSS logo

Calendario

    Beni comuni

    Il Signore dei pannelli

    I moduli fotovoltaici di ultima generazione a distanza di 30 anni subiranno forse un degrado di efficienza di appena il 25 %, pertanto quando il costo dell’energia elettrica sarà abbondamente salito (nel 2040 saremo oltre 9 miliardi di persone), a distanza di anni dalla fine del piano di incentivazione, chi si troverà ad avere un parco solare su terreno di proprietà potrà vantarsi di possedere una piccola miniera a cielo aperto.
    27 febbraio 2011 - Eugenio Benetazzo
    Fonte: eugeniobenetazzo.com - 14 febbraio 2011


    Da alcuni mesi ricevo settimanalmente centinaia di email di lettori e simpatizzanti che mi chiedono se l’investimento in infrastrutture fotovoltaiche sia realmente conveniente oppure rappresenti una moda passeggera o peggio ancora una bolla finanziaria simile alle dot com durante i primi anni duemila. Queste perplessità hanno iniziato ad emergere dopo che si è sparsa in rete la notizia che anch’io a livello imprenditoriale avevo investito nella realizzazione di un parco solare dalle dimensioni considerevoli in Puglia. Nello specifico la preoccupazione dominante che ho potuto constatare è legata alla sostenibilità delle tariffe incentivanti riconosciute per la produzione di energia da FER (fonti di energia rinnovabile) qualora il nostro Paese dovesse affrontare una crisi finanziaria e di credibilità istituzionale simile a quella greca o irlandese.

    Eugenio Benetazzo

    Eugenio Benetazzo è il più autorevole saggista economico fuori dal coro in Italia, conosciuto ormai come il Beppe Grillo dell’economia ed il Marco Travaglio dei mercati finanziari per il suo modo irriverente e dissacratore con cui analizza e racconta lo scenario macroeconomico contemporaneo. Laureato in Economia Aziendale, operatore di borsa indipendente e gestore di patrimoni, vive e lavora tra l’Italia e Malta, è considerato un vero e proprio guru finanziario soprattutto grazie alla sua ineguagliabile capacità di lettura e sintesi del panorama finanziario della nostra epoca.

    I suo seminari finanziari sulle dinamiche del risparmio gestito e sulle opportunità di investimento, convogliano migliaia di persone da tutta Italia desiderose di apprendere ed entrare in sintonia con il “Benetazzo Pensiero”. Le sue opinioni appaiono sempre più spesso sulla stampa finanziaria di settore, autentico personaggio cult nei palinsesti televisivi delle emittenti indipendenti, la sua figura è balzata agli onori delle cronache finanziarie per aver previsto e profetizzato con largo anticipo la crisi del 2008/2009 con un saggio economico bestseller allora controcorrente scritto nel 2006 (Duri e Puri, edito da Macro Edizioni) ed un ciclo di show finanziari itineranti in tutta Italia dal titolo “BlekGek: Preparati al peggio”.

    Nel 2009 ha pubblicato il pamphlet economico “Banca Rotta” incentrato sulle conseguenze economiche della crisi dei mutui subprime, sulla base del quale è stato organizzato anche il tour dell'ultimo show finanziario “Funny Money: quello che non sapevi”. Ricopre la carica di Presidente in Deltoro Holding, la prima ed unica società per azioni in Italia, di cui lui stesso è fondatore ed azionista, nata dall’aggregazione di centinai di piccoli investitori e risparmiatori del Nord Italia desiderosi di creare un’arca finanziaria con la quale cogliere le migliori opportunità di investimento attraverso un meccanismo decisionale basato sulla partecipazione collettiva di tutti gli azionisti.

    Il suo tour itinerante con spettacoli di informazione finanziaria ha ormai attraversato tutta la penisola. Le sue analisi macroeconomiche sono richieste da una pluralità di interlocutori economici differenziati: Confindustria, UnionApi, Confartigianato, Ordini Professionali, Assessorati alla Cultura, Università di Stato, Movimenti e Forze Politiche, Associazioni di Imprenditori Indipendenti, Associazioni Culturali e persino Scuole Superiori. Sono migliaia ormai in tutta Italia i bloggers che riportano e veicolano i suoi articoli e le sue recensioni sulle principali notizie economiche del Paese. Recentemente il suo pensiero è stato molto apprezzato anche dalla classe politica italiana che ha iniziato ad abbracciare alcune delle sue proposte economiche riportate nel suo Manifesto Economico per il rilancio dell’Italia.


    Già qui si evince molta confusione infatti la copertura finanziaria necessaria al sostegno degli incentivi per le fonti di energia rinnovabile attraverso l'erogazione dei famosi contributi Conto Energia è garantita da un prelievo tariffario obbligatorio (denominato A3) presente sulla bolletta di ogni utenza elettrica (pesa per il 4% in quelle domestiche e per il 6% in quelle industriali). Pertanto non è lo Stato con la fiscalità diffusa che sostiene i contributi al fotovoltaico quanto piuttosto tutti coloro che sono intestatari di un’utenza elettrica e ne pagano il relativo servizio di erogazione. Sino ad oggi gli italiani (generalmente parlando) sono stati molto scettici nell’investire in questo settore, pur considerando che il nostro Paese vanta il miglior irraggiamento solare nelle regioni meridionali di qualsiasi altro paese europeo.

    La reticenza degli italiani è stata ampiamente battuta dall’intraprendenza e lungimiranza di una moltitudine di investitori esteri (soprattutto fondi di investimento) che hanno investito sul territorio italiano milioni e milioni di euro, cavalcando proprio la diffidenza italiana. Il fotovoltaico in Italia è forse uno dei pochi settori in cui ha ancora senso investire, non è un caso che il nostro Paese garantisca la migliore reddittività del mondo (tra il 15 ed il 18% su base annua). Persino nella mia regione in provincia di Rovigo è stato recentemente completato uno tra i più grandi impianti fotovoltaici a terra di tutta Europa: sorprende sapere che l’investimento di oltre 270 milioni di Euro è stato effettuato dalla First Reserve, notissima società di investimento statunitense.

    Nella mia modesta dimensione imprenditoriale, se rapportata ai numeri di questi giganti del mondo finanziario, attraverso la holding di investimento che amministro sono riuscito a replicare la medesima architettura finanziaria della First Reserve ovvero investire in un sottostante non cartaceo che possa produrre flussi di cassa a prescindere dalle oscillazioni dei mercati finanziari. L’operazione che ad oggi rappresenta un vanto del microcapitalismo italiano, dimostra che anche il piccolo, se si organizza e si aggrega, può spuntare rendimenti finanziari non replicabili dai tradizionali prodotti del risparmio gestito. Rimango invece molto scettico sulla scelta di preferire il diritto di superfice all’acquisto del terreno su cui si è deciso di installare l’intera infrastruttura fotovoltaica.

    Nello specifico la stragrande maggioranza di chi investe sul fotovoltaico usufruisce del diritto di superfice a 20 anni concesso dal proprietario del terreno: questa scelta potrebbe generare un dannoso effetto boomerang sulla redditività complessiva dell’operazione alla fine del periodo di concessione, infatti nessuno al momento può sapere se sarà oggettivamente conveniente smaltire i moduli fotovolatici oppure se converrà lasciarli continuare a produrre (variante economicamente possibile e conveniente solo per chi ha scelto di acquisire anche il terreno su cui è sito l’intero parco solare, cosa tra l'altro che io stesso ho preferito).

    Per quanto riguarda il cosidetto “impatto ambientale” preferisco di gran lunga trovarmi a vivere di fianco ad un impianto fotovolatico piuttosto che avere come vicino di casa un sito per lo smaltimento dei rifiuti (leggasi termovalorizzatore) o una centrale termonucleare. I moduli fotovoltaici di ultima generazione a distanza di 30 anni subiranno forse un degrado di efficienza di appena il 25 %, pertanto quando il costo dell’energia elettrica sarà abbondamente salito (nel 2040 saremo oltre 9 miliardi di persone), a distanza di anni dalla fine del piano di incentivazione, chi si troverà ad avere un parco solare su terreno di proprietà potrà vantarsi di possedere una piccola miniera a cielo aperto.

    Sito realizzato con PhPeace 2.6.32

    PhPeace è software libero, e ognuno è libero di ridistribuirlo secondo le condizioni dellaLicenza GNU GPL

    A meno di avvisi di particolari (articoli con diritti riservati) il materiale presente in questo sito può essere copiato e ridistribuito, purchè vengano citate le fonti e gli autori. Non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale pubblicato.

    validateXHTMLcclvalidateCSS

    Segnala eventuali errori al WebMaster | RSS logo