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    Schiavi delle banche

    Il signoraggio bancario è la grande truffa con la quale le élite mondiali ci costringono a indebitarci. Intervista esclusiva all’avvocato Marco Della Luna, grande esperto del tema.
    La versione completa dell'articolo "Schiavi delle banche" con l'intervista integrale a Marco Della Luna è disponibile nel numero di Aprile 2011 di Terra Nuova.
    12 aprile 2011 - Andrea Bizzocchi
    Fonte: aamterranuova.it - 10 aprile 2011

    Il signoraggio bancario è la grande truffa con la quale le élite mondiali ci costringono a indebitarci. Intervista esclusiva all’avvocato Marco Della Luna, grande esperto del tema.

    bancheschiavi
    La versione completa dell'articolo "Schiavi delle banche" con l'intervista integrale a Marco Della Luna è disponibile nel numero di Aprile 2011 di Terra Nuova.

    In tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, uno stuolo di esperti che abbraccia trasversalmente ogni nazionalità e appartenenza politica si affanna a cercare cause e possibili soluzioni, invocando una ripresa economica quale panacea di tutti i mali. Tuttavia, con un’analisi più approfondita, ci si rende conto delle mille incongruenze non solo relative alla cosiddetta crisi, ma soprattutto relative a un sistema monetario, strumento principe di governo delle oligarchie mondiali,  che con la crisi ha molto a che fare. Abbiamo provato a fare il punto della situazione con l’avvocato Marco Della Luna, autore di Euroschiavi, La Moneta Copernicana e di altri saggi socioeconomici. Le sue parole lasciano senza fiato e con poche speranze, ma è proprio questo il motivo per cui abbiamo deciso di trattare il tema sulle pagine del nostro giornale: perché l’informazione è il primo passo verso la libertà.

    D: Avvocato Della Luna, nonostante la crisi sembra che ci sia sempre più ricchezza, più produzione e più denaro. Eppure sia i privati cittadini, sia gli Stati sono sempre più indebitati nei confronti delle banche. Com’è possibile?

    R: Non è solo possibile, è inevitabile. Per una ragione aritmetica. Si tratta di una conseguenza dell’uso di una «moneta-debito», che quasi tutto il mondo ha adottato. Mi spiego meglio. Tutta la liquidità esistente, composta per l’8% da moneta legale e per il 92% da moneta contabile bancaria (cioè prestiti), è generata mediante operazioni di indebitamento. Lo Stato si procura denaro di nuova emissione dalla banca centrale emettendo titoli del debito pubblico oppure accendendo prestiti. Le imprese, i privati e gli enti pubblici si procurano liquidità accendendo prestiti dal sistema bancario, che appunto ha il monopolio della creazione di denaro, di liquidità. Tutti questi prestiti sono gravati di interesse, perlopiù composto. Quindi, se originariamente abbiamo 1000 miliardi di liquidità complessiva con un corrispondente debito verso il sistema bancario di 1000 miliardi di capitale, dopo un anno al 10% di interesse avremo sempre 1000 miliardi di liquidità, ma 1100 miliardi di debito. Dopo due anni, 1000 di liquidità cntro 1210 di debito. E così via. Se invece immaginiamo che ogni anno gli interessi passivi siano pagati, dopo un anno il totale del debito sarà 1000 e il totale della liquidità sarà sceso a 900, perché 100 sono stati dati al sistema bancario per pagare i debiti. Dopo due anni, la liquidità rimasta sarà scesa a 800, e così via. In tal modo si produce una scarsità, una rarefazione monetaria dell’economia, che genera insolvenze, disinvestimenti, disoccupazione e recessione...

    D: Immagino che questo si possa definire «monopolio del signoraggio». Quando è nato tutto questo? A cosa risale?

    R: Non si tratta di un artificio moderno. Quello che viene definito signoraggio classico risale ai tempi delle monete d’oro: il sovrano emetteva una moneta che conteneva un valore aureo di 50, imponendo però un valore «legale» di 100. In tal modo il sovrano spendeva 50 per l’oro, ma ricavava 100, guadagnando 50. Questo guadagno è detto signoraggio. In una fase successiva, nel Rinascimento, il signoraggio prese un’altra forma: gli orafi, che custodivano l’oro dei clienti in deposito nei loro forzieri, rilasciavano certificati attestanti la quantità d’oro depositata. Ben presto però questi cominciavano a emettere più certificati dell’oro custodito. In altre parole, se avevano depositi d’oro per 100, sapendo che i depositanti nell’insieme potevano ritirare al massimo il 10% del totale del deposito, emettevano certificati per 1000: 100 per l’oro effettivamente depositato, e 900 come denaro che prestano a interesse. Questi certificati presero il nome di «banco» o «banconote». Il guadagno degli orafi era notevole e soprattutto gratuito: essi ricevevano in consegna oro per 100 fiorini e facevano prestiti per 900, con un interesse del 10%. In questo modo a fine anno incassavano 90 fiorini, il tutto praticamente gratis. Questo modo di arricchirsi viene chiamato signoraggio da interessi. Il sistema bancario odierno non si comporta molto diversamente rispetto agli scaltri orafi fiorentini del Rinascimento. L’unica differenza è che invece dell’oro utilizzano come copertura la carta - cartamoneta o bond - oppure semplici crediti verso soggetti che appaiono solvibili, anche se spesso non lo sono. Quello di oggi si chiama signoraggio monetario...

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