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    Contributo di Loris Asoli per il Piano Strategico triennale

    Ulteriore contributo alla proposta base del consigliere Loris Asoli
    23 ottobre 2011 - Redazione Rees Marche

    CONTRIBUTO 1 di Loris Asoli sull'AREA STRATEGICA 1: Rete di
    reti
    La struttura della Rete di Economia Solidale e il ruolo di REES Marche in essa.
    PREMESSA.
    La rete dell'ES è potuta incominciare ad esistere solo dopo che è stata fatta la carta nazionale
    RES e c'è stato un tavolo nazionale RES.
    Non esiste Rete di ES senza una sua forma organizzativa, senza collegare i nodi della rete in
    una qualche forma organizzativa, su una finalità condivisa.
    Anche nelle Marche non è esistita Rete di ES fino a che non è stato creato il Tavolo dell'ES,
    prima, e l'associazione REES Marche poi.
    Il fatto che esistono dei soggetti dell'ES non significa che esista una RES.
    Prima della comparsa delle RES esistevano dei settori dell' ES che si muovevano
    indipendentemente l'uno dall'altro, ma non esisteva una loro rete. Esistevano solo reti
    settoriali scollegate fra di loro.
    Il percorso RES è un percorso che mette insieme, su un progetto condiviso, i vari settori
    riferibili all'ES, E questa è una sua peculiarità irrinunciabile.
    Occorre precisare questo aspetto perché ancora qualcuno pensa che la rete esista perché
    esistono i soggetti della rete e che qualunque forma organizzativa sia un sopruso sulla rete.
    La rete invece esiste solo quando si dà coscientemente una forma organizzativa, quando
    crea i collegamenti fra i soggetti, per realizzare una finalità da essi condivisa.
    La struttura delle RES ha quattro modalità di intrecciare e connettere a rete. Queste 4
    modalità devono garantire di essere coerenti con la finalità della rete che è quella di costruire
    dal basso un nuovo sistema economico e sociale, fondato sui principi di ecologia, equità,
    collaborazione, solidarietà, partecipazione diretta.
    Devono perciò garantire universalità, fino a comprendere potenzialmente l'intero pianeta, e
    massimo decentramento, fino al potere e al rispetto del singolo individuo.
    Devono comprendere potenzialmente tutti i territori e tutti i settori produttivi e occuparsi
    anche di cultura e istituzioni.
    RETE TERRITORIALE
    La RES è stata concepita come rete di reti territoriali.
    Il territorio basale viene chiamato DES, distretto di ES.
    I DES si dovranno connettere federativamente fra di loro per gestire in modo nuovo tutta
    l'economia solidale prima, e tutta l'economia poi.
    RETE DI SETTORI PRODUTTIVI. Fin dall'inizio la RES è stata concepita come rete
    territoriale di alcuni settori virtuosi: l'agricoltura biologica, il commercio equo, il software
    libero, il turismo responsabile, le energie rinnovabili, le medicine olistiche, la finanza etica, il
    consumo critico, le produzioni ecologiche, i comuni virtuosi, ecc. I criteri virtuosi dovranno però
    essere elaborati ed estesi a tutti i settori produttivi, senza alcuna esclusione. Si dovrà sapere
    come possono rientrare nell'ES gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti, i dipendenti
    statali, le produzioni industriali, ecc.
    Le reti settoriali e quelle territoriali sono strettamente intrecciate fra di loro.
    Le reti territoriali sono vuote senza la presenza al loro interno dei settori produttivi.
    Le reti settoriali sono impotenti senza poter agire ed esprimersi sui territori, dove trovano la
    loro linfa vitale.
    I settori dovranno essere presenti a tutti i livelli territoriali, sia sul livello nazionale, che
    regionale che di DES. Cioè una rete settoriale interna alle RES dovrà essere articolata per
    piani territoriali diversificati.
    RETE DI RUOLI SOCIALI .
    In ogni settore produttivo (o rete settoriale) non si dovrebbero mettere insieme ad interagire i
    soli produttori ma tutti i soggetti e le figure sociali interessati a quel settore: i produttori, i
    consumatori, i distributori, i lavoratori,i talenti creativi che gestiscono le imprese, i finanziatori,
    i ricercatori, i formatori (scuole e università del settore);
    in questo modo ogni settore potrà essere osservato contemporaneamente dai vari e
    differenziati punti di vista delle figure che interagiscono in esso; la formazione e la ricerca non
    avverranno in modo disgiunto dalle esigenze della produzione; il consumo e la produzione
    dialogheranno fra di loro e pianificheranno in base ai bisogni reali; i lavoratori potranno
    esprimere i loro punto di vista, ecc.
    RETE SOCIALE GLOBALE. Dato il fine di trasformazione del sistema economico e sociale, le
    reti di ES, come detto in premessa, non potranno interessarsi di sola economia, ma dovranno
    sviluppare anche cultura e istituzioni. In particolare viene sviluppata la cultura di che cosa
    significhi l'eticità nei vari settori produttivi e nel sistema economico e sociale nel suo
    complesso.
    Dal punto di vista delle istituzioni, la rete nel suo svilupparsi e organizzarsi dovrà riuscire a
    configurare sempre più al suo interno un nuovo modo di sviluppare norme e fare istituzioni,
    che poi confluirà gradualmente nelle istituzioni politiche della società. Nel movimento delle
    RES dovrà essere sviluppato un modo di relazionarsi che fungerà da prefigurazione e modello
    per un rinnovamento complessivo delle istituzioni.
    IL RUOLO DI REES MARCHE.
    Limitandoci alla nostra regione, come può essere visto il ruolo dell'associazione REES Marche
    all'interno della Rete di ES della regione?
    REES Marche rappresenta l'anima dello sviluppo dell'ES della regione perché è nel suo DNA.
    L'associazione ha un statuto e un documento programmatico che indicano lo sviluppo dell'ES
    come suo specifico compito e finalità. L'associazione ha un ruolo culturale e promozionale della
    nuova economia e un ruolo prefigurativo delle nuove istituzioni.
    REES MARCHE NEI TERRITORI.
    L'associazione promuove i DES, e probabilmente sarà l'anima dei DES, ma i DES non sono una
    sua struttura, non sono una articolazione di REES Marche.
    I Tavoli territoriali DES, tramite cui è organizzata la promozione e la gestione dei DES sono
    strutture della società civile del territorio, promosse da REES Marche e in cui i soci di REES
    Marche presenti nel territorio, avranno un ruolo molto importante, in quanto portano una
    maggiore consapevolezza dei processi e delle finalità, ma i DES saranno composti anche da
    soggetti non soci di REES Marche.
    Quindi REES Marche ha, su ogni territorio in cui promuove un DES, una sua sezione soci più o
    meno formalizzata e inoltre agisce, tramite i suoi soci, dentro le strutture dei DES, aperte
    anche ad altri soggetti.
    REES MARCHE NEI SETTORI.
    L'importanza di una presenza più organizzata dei settori produttivi all'interno di REES Marche
    sembra ancora poco analizzata e poco compresa, per cui vale la pena di soffermarcisi.
    L'associazione dovrebbe gradualmente organizzare al suo interno, ma aperti anche a
    non soci, dei tavoli settoriali, dapprima regionali e provinciali e poi dovrebbe promuoverne la
    presenza anche all'interno dei DES.
    Perché si dovrebbe organizzare all'interno di REES Marche la presenza dei settori produttivi?
    Esempio per agricoltura biologica
    Perché, per esempio, dovrebbe esserci, in prospettiva, un Tavolo che si interessa di agricoltura
    biologica all'interno di REES Marche e dei DES?
    Un primo importante motivo è che REES Marche favorirebbe la presenza di un'unica
    organizzazione territoriale degli agricoltori biologici, promuovendo un nuovo concetto di
    organizzazioni di categoria. Un territorio dovrebbe esprimere un'unica organizzazione dei suoi
    agricoltori biologici. Le differenze di indirizzo culturale (biologico classico, biodinamico,
    permacultura, agricoltura sinergica, fukuokiana, ecc) dovrebbero potersi esprimere liberamente
    all'interno dell'unica organizzazione degli agricoltori biologici, tramite gli agricoltori stessi che vi
    portano le loro preferenze e le loro ricerche e tramite le associazioni nazionali di questi indirizzi
    culturali, le quali potranno sempre chiedere di tenere corsi di formazione sui loro indirizzi nei
    vari territori. Come detto in un altro documento, anche le organizzazioni agricole di
    orientamento partitico sono obsolete; sopravvivono perché lo stato ha dato loro il ruolo
    burocratico di intermediarie rispetto al rapporto degli agricoltori con le istituzioni pubbliche.
    Anche di queste organizzazioni degli agricoltori, in parte para-sindacali e in parte para-statali,
    dovrebbe essercene una sola per ogni territorio.; REES Marche dovrebbe orientare in questa
    direzione, ma occorrerebbe anche una riforma della legislazione.
    Un secondo motivo è che in REES Marche dovrebbe svilupparsi un nuovo concetto di rete
    settoriale, come già espresso sopra, in cui interagiscano persone di vari ruoli economici e
    sociali: produttori, consumatori, ricercatori, ecc (vedi sopra)
    A parte questi motivi importanti, di prospettiva di lungo o medio periodo, un motivo principale
    è che, con i Tavoli settoriali, REES Marche elabora la sua politica e compie le sue azioni
    nell'ambito di quel settore e può coinvolgere altri soci e anche non soci, interessati al settore,
    distribuendo le responsabilità e ampliando la partecipazione, come è nelle sue finalità
    principali.
    Un altro motivo importante è che i tavoli di REES di carattere territoriale (Consiglio regionale,
    Tavoli provinciali e Tavoli DES) sono ambiti in cui ogni settore può incontrarsi con gli altri
    settori dell'ES, per una azione culturale-politica-promozionale intersettoriale, in cui ogni singolo
    settore può portare le proprie istanze e può coordinarle e contemperarle con quelle degli altri
    settori.
    Nella prassi corrente ogni settore porta isolatamente le sue istanze verso le istituzioni
    pubbliche e sono poi queste che hanno il compito di contemperare le varie esigenze pervenute
    loro dai settori, destinando più o meno risorse e attenzioni all'uno o all'altro settore; se invece i
    settori imparassero a incontrarsi fra di loro e a pianificare insieme, le decisioni verrebbero
    prese direttamente e in un livello decisionale molto più vicino ai reali protagonisti
    Inoltre, i settori, incontrandosi ed esprimendosi all'interno dell'associazione, dovrebbero
    imparare ad interagire anche economicamente. La finanza etica dovrebbe sostenere tutti i
    settori; Le aziende agricole biologiche sostengono il turismo, la ristorazione e il consumo critico
    e ne sono sostenute; il software libero si offre ad aziende, privati ed istituzioni e ne è
    sostenuto; il turismo responsabile si offre alle aziende del territorio e le aziende al turismo
    responsabile, ecc.
    Più la rete si amplierà e più queste interazioni economiche saranno possibili.
    CONTRIBUTO 2 di Loris Asoli sull'AREA STRATEGICA 2: TAVOLI
    SETTORIALI
    Questa è una proposta per una delle linee strategiche di fondo da inserire nel programma
    triennale che stiamo preparando.
    Prima di passare alla proposta vorrei fare delle riflessioni e presentare delle premesse che la
    spiegano e la giustificano. Già ho scritto delle cose in precedenti e-mail, ma vorrei riprendere
    e sistematizzare il tutto, prima di formulare la proposta dei Tavoli settoriali.
    I SETTORI PRODUTTIVI
    L'economia, sia quella convenzionale che quella solidale (ES), è costituita di Settori produttivi.
    Per esempio alcuni settori produttivi compresi nell'economia convenzionale sono i seguenti:
    – agricoltura
    – industrie di vari tipi (meccanica, navale, aeronautica, chimica, elettronica, ecc.)
    – edilizia
    – commercio
    – comunicazioni
    – banche e finanza
    – sanità
    – educazione
    – turismo
    – amministrazioni pubbliche varie
    – ecc.
    I SETTORI PRODUTTIVI NELLE RES E IN REES MARCHE
    Fin dall'inizio la RES, in Italia e nelle Marche, è stata concepita come rete territoriale di alcuni
    settori virtuosi: l'agricoltura biologica, il commercio equo, il software libero, il turismo
    responsabile, le energie rinnovabili, le medicine olistiche, la finanza etica, il consumo critico, le
    produzioni ecologiche, i comuni virtuosi, ecc.
    Dai primi, pochi, settori inizialmente considerati si è cercato sempre di allargare il campo. In
    realtà i criteri virtuosi dovranno però essere elaborati ed estesi a tutti i settori produttivi, senza
    alcuna esclusione. Si dovrà sapere come possono rientrare nell'ES gli artigiani, i commercianti,
    i liberi professionisti, i dipendenti statali, le produzioni industriali, ecc.
    Nel DES Misa e Nevola ci siamo dati il compito di scrivere una carta etica che preveda tutti i
    settori; non facile:ben venga se altri vogliono dare un contributo in questa direzione.
    RELAZIONE FRA RETI SETTORIALI E TERRITORIALI
    Le reti settoriali e quelle territoriali sono strettamente intrecciate fra di loro.
    Le reti territoriali sono vuote senza la presenza al loro interno dei settori produttivi. Esse
    dovranno arrivare a comprendere tutti i settori.
    Le reti settoriali sono impotenti senza poter agire ed esprimersi sui territori, dove trovano la
    loro linfa vitale. I settori dovranno essere presenti a tutti i livelli territoriali, quindi sia sul
    livello nazionale, che regionale che di DES. Cioè ogni rete settoriale interna alle RES dovrà
    essere articolata per piani territoriali diversificati.
    E' impensabile costruire una strategia efficace per i territori, senza averne una per i
    settori. REES Marche si è posta fin dall'inizio il compito di mettere a rete i settori sui territori,
    di farli incontrare fra di loro, ma questo solo aspetto non è sufficiente, senza costruire anche
    una politica efficace settore per settore, con l'apporto essenziale dei settori stessi. Occorre
    quindi stimolare i settori ad organizzarsi entro REES Marche, in un'ottica intersettoriale e in
    una prospettiva di cambiamento dei meccanismi economici e sociali di base.
    RETI SETTORIALI DI TIPO NUOVO
    Tendenzialmente le reti settoriali all'interno delle RES dovrebbero realizzare delle novità, in
    sintonia ai principi e allo spirito dell'ES.
    PRIMA NOVITA': COMPRESENZA DI TUTTE LE FIGURE SOCIALI DEL SETTORE. Una novità
    importante è che una rete settoriale RES dovrebbe comprendere, al proprio interno, non solo i
    produttori ma tutte le figure sociali che si interessano del settore, in ruoli differenziati: i
    produttori, i consumatori, i distributori, i lavoratori, i talenti creativi che ricevono la
    responsabilità per le imprese, i finanziatori, i ricercatori, i formatori (scuole e università del
    settore); in questo modo ogni settore potrà essere osservato contemporaneamente dai vari e
    differenziati punti di vista delle figure che interagiscono in esso; la formazione e la ricerca non
    avverranno in modo disgiunto dalle esigenze della produzione; il consumo e la produzione
    dialogheranno fra di loro e pianificheranno in base ai bisogni reali; i lavoratori potranno
    esprimere i loro punto di vista, ecc.
    SECONDA NOVITA': UN' UNICA ASSOCIAZIONE PER OGNI SETTORE. Un secondo aspetto
    importante è che nei singoli territori le RES dovrebbero svolgere un'azione a favore della
    presenza di un'unica associazione per ogni settore. Questo è difficile da comprendere perché
    non ci siamo abituati. Guardiamo come esempio l'agricoltura. Nelle Marche ci sono almeno 4
    associazioni del biologico (amab, aiab, terra sana, biodinamici) e almeno altrettante nel
    convenzionale (cia, coldiretti, ecc).
    Le associazioni convenzionali svolgono ormai soprattutto un ruolo prevalentemente burocratico
    e di cinghia di trasmissione dallo stato agli agricoltori per gli adempimenti burocratici richiesti,
    e poi secondariamnete un ruolo sindacale di difesa degli interessi degli associati. Le
    associazioni degli agricoltori biologici invece, non svolgono il ruolo burocratico, che resta alle
    associazioni convenzionali anche per gli agricoltori biologici, ma principalmente un ruolo
    culturale e di collegamento e secondariamente un ruolo sindacale di difesa e valorizzazione
    dell'indirizzo biologico. Complessivamente il tutto appare come molto ridondante e causa di
    uno spreco di energie.
    REES Marche, fra i suoi obiettivi strategici relativi ai settori dovrebbe avere quello di arrivare
    ad un' unica associazione territoriale per ogni settore e per ogni distretto; per primo un'unica
    nel biologico e un'unica nel convenzionale e poi un'unica globalmente.
    L'unica struttura agricola associativa territoriale dovrebbe potersi organizzare liberamente per
    indirizzi culturali, a seconda delle esigenze e tendenze degli associati, che fra l'altro evolvono
    nel tempo. E dovrebbe essere una struttura molto più democratica e controllata dal basso
    rispetto a quelle attuali. Tramite la gestione democratica, nell'unica associazione entrerebbero
    del tutto naturalmente e liberamente gli indirizzi culturali e colturali portati dai soci, compresi
    quelli biologici. Mentre sul piano istituzionale in ogni territorio dovrebbe esserci un'unica
    associazione, sul piano prettamente culturale potrebbero esserci invece svariate associazioni
    culturali di livello nazionale che portano il loro indirizzo culturale sui territori.
    Quindi “struttura unica territoriale” non significa affatto l'annullamento delle differenze, ma la
    loro espressione e valorizzazione in ambito istituzionale unitario, perché l'elemento “territorio”
    rappresenta l'unità, la comunità complessiva del territorio, l'esigenza di una gestione
    territoriale comune.
    Così come una società nel suo complesso deve essere multiculturale e non imporre il pensiero
    unico e la religione unica, altrettanto in agricoltura biologica (come negli altri settori) le
    differenze di indirizzo culturale (biologico classico, biodinamico, permaculturale, agricoltura
    sinergica, fukuokiana, ecc) dovrebbero potersi esprimere liberamente all'interno dell'unica
    organizzazione degli agricoltori biologici, tramite gli agricoltori stessi, (che vi portano le loro
    preferenze, le loro ricerche, le loro esigenze di conoscenza e formazione) e tramite le
    associazioni nazionali di questi indirizzi culturali, le quali potranno sempre chiedere di tenere
    corsi di formazione sui loro indirizzi nei vari territori e avere il diritto di organizzarli.
    Il territorio dovrebbe rappresentare l'unità che coinvolge le diversità rispettandole e facendone
    la propria base. In questo modo gli associati ne beneficerebbero grandemente, avendo in
    un'unica organizzazione territoriale la possibilità di arricchirsi di tutti i differenti apporti
    culturali.
    Per fare l'esempio di un altro settore, la scuola, pur essendo unica sul territorio, dovrebbe
    potersi organizzare per indirizzi culturali differenziati a seconda delle tendenze e preferenze dei
    soggetti del territorio che usufruiscono della scuola. In questo modo la scuola rimarrebbe
    istituzionalmente unica, pubblica, ma differenziata negli ambiti culturali scelti da genitori e
    insegnanti del territorio, compatibilmente al numero dei ragazzi che scelgono un indirizzo
    culturale e al numero di insegnanti capaci di realizzarlo.
    TERZA NOVITA': RUOLO NON SINDACALE MA DI PIANIFICAZIONE. Viene da pensare che un'
    associazione di settore debba rappresentare gli interessi del settore nei confronti degli altri
    settori e delle istitituzioni. Questa è la vecchia mentalità da superare, non idonea all'economia
    solidale. Ci sono due modalità fondamentali attraverso le quali nell'ES si cerca di intraprendere
    una via nuova, non conflittuale:
    anzitutto la già descritta compresenza di produttori, consumatori e le altre figure coinvolte nel
    settore, aspetto che porta alla trasparenza, al rispetto e alla compenetrazione delle reciproche
    esigenze
    poi la compresenza all'interno dei Tavoli territoriali di tutti i settori, aspetto che porta ad una
    maggiore interazione fra i settori, ad una collaborazione per il bene del territorio in cui
    agiscono e alla possibilità di gestire aspetti che da soli non potrebbero gestire, come le
    dinamiche di spostamento dei lavoratori da un settore all'altro, secondo le esigenze
    IL RAPPORTO DI REES MARCHE CON LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
    Da quanto sopra si deduce anche l'orientamento politico di REES Marche verso le attuali
    associazioni di categoria. In prospettiva esse andrebbero ampiamente rivoluzionate, dal punto
    di vista strutturale. In ogni territorio dovrebbe esserci un'unica associazione di categoria e non
    una per ogni schieramento partitico e dovrebbe essere piena espressione degli aderenti e da
    essi controllata e non viceversa; i vari indirizzi culturali dovrebbero poter entrare liberamente
    tramite i soci nell'unica organizzazione associativa territoriale. Inoltre in ogni settore
    andrebbero coinvolti non solo i produttori ma anche le altre figure sociali che hanno a che fare
    con il territorio.
    A parte questi aspetti strutturali, REES Marche dovrebbe in primo luogo stimolare le
    associazioni di categoria a sviluppare maggiormente al loro interno la componente virtuosa;
    nell'esempio dell'agricoltura dovrebbero sviluppare maggiormente l'interesse verso quella
    biologica e farla crescere fra i propri associati.
    Su questi punti potrebbe costruirsi la strategia di fondo di REES verso le associazioni di
    categoria. Per adesso però tutto questo è prematuro e va tenuto solo all'orizzonte, per
    muoversi nel presente senza sbagliare la direzione. Per cui noi dovremmo occuparci dei settori
    produttivi in cui ci sono associazioni di categoria non solo e non tanto rivolgendoci ad esse,
    quanto principalmente costituendo dei Tavoli settoriali al nostro interno.
    REES MARCHE NEI SETTORI E I SETTORI IN REES MARCHE.
    L'importanza di una presenza più organizzata dei settori produttivi all'interno di REES Marche è
    ancora poco analizzata e poco compresa, per cui vale la pena di soffermarcisi. L'associazione
    dovrebbe gradualmente organizzare al suo interno, ma aperti anche a non soci, dei tavoli
    settoriali, dapprima regionali e provinciali e poi dovrebbe promuoverne la presenza anche
    all'interno dei DES.
    Perché si dovrebbe organizzare maggiormente all'interno di REES Marche la presenza dei
    settori produttivi? Perché, per esempio, dovrebbe esserci, in prospettiva, un Tavolo che si
    interessa di agricoltura biologica all'interno di REES Marche e dei DES?
    Due motivi importanti li abbiamo già visti sopra e sono dovuti al fatto che il concetto di settore
    viene tendenzialmente sviluppato in modo nuovo all'interno delle RES. Quindi un primo
    importante motivo è che REES Marche favorirebbe la presenza di un'unica organizzazione
    territoriale degli agricoltori biologici, promuovendo un nuovo concetto di organizzazioni di
    categoria e un secondo motivo è che in REES Marche dovrebbe svilupparsi un nuovo concetto
    di rete settoriale, in cui interagiscano persone di vari ruoli economici e sociali: produttori,
    consumatori, ricercatori, ecc (vedi sopra).
    A parte questi due motivi importanti, strutturali e di prospettiva di lungo o medio periodo, il
    motivo principale attuale è che, con i Tavoli settoriali, REES Marche elabora la sua politica e
    compie le sue azioni nell'ambito di quel settore e può coinvolgere altri soci e anche non soci,
    interessati al settore, distribuendo le responsabilità e ampliando la partecipazione, come è
    nelle sue finalità principali.
    Un altro motivo importante, anche questo già accennato, è che i tavoli di REES di carattere
    territoriale (Consiglio regionale, Tavoli provinciali e Tavoli DES) sono ambiti in cui ogni settore
    può incontrarsi con gli altri settori dell'ES, per una azione culturale-politica-promozionale di
    carattere intersettoriale, in cui ogni singolo settore può portare le proprie istanze e può
    coordinarle e contemperarle con quelle degli altri settori.
    Nella prassi corrente ogni settore porta isolatamente le sue istanze verso le istituzioni
    pubbliche e sono poi queste che hanno il compito di contemperare le varie esigenze pervenute
    loro dai settori, destinando più o meno risorse e attenzioni all'uno o all'altro settore e
    promulgando più o meno leggi che interessano il settore; se invece i settori imparassero a
    incontrarsi fra di loro e a pianificare insieme, le decisioni verrebbero prese direttamente e in un
    livello decisionale molto più vicino ai reali protagonisti e anche le porposte di legge potrebbero
    provenire dal basso.
    Infine i settori, incontrandosi ed esprimendosi all'interno dell'associazione, dovrebbero
    imparare ad interagire anche economicamente. La finanza etica dovrebbe sostenere tutti i
    settori; le aziende agricole biologiche sostengono il turismo, la ristorazione e il consumo critico
    e ne sono sostenute; il software libero si offre ad aziende, privati ed istituzioni e ne è
    sostenuto; il turismo responsabile si offre alle aziende del territorio e le aziende al turismo
    responsabile, ecc. Più la rete si amplierà e più queste interazioni economiche saranno possibili.
    TAVOLI SETTORIALI
    ESEMPI DI TAVOLI SETTORIALI
    I nomi sono puramente indicativi.
    1. Tavolo “Informatica Solidale Marche” o “Informatica etica Marche”
    2. Tavolo “Agricoltura biologica Marche”
    3. Tavolo “Energie rinnovabili Marche”
    4. Tavolo “Artigianato e produzioni Eco & Equo Marche”
    5. Tavolo “Bioedilizia & Bioarchitettura Marche” o “abitare Eco & equo Marche”
    6. Tavolo “Professionalità etica Marche”
    7. Tavolo “Rinnovamento scuola e formazione Marche”
    8. Tavolo “Medicina olistica Marche”
    9. Tavolo “ Nuovi stili di vita Marche”
    10. Tavolo “Difesa del territorio Marche”
    11. Tavolo “Rete distributiva solidale Marche”
    12. Tavolo “Moneta complementare Marche”
    13. Tavolo “Comunicazione Rees Marche”
    14. Tavolo “Rete di solidarietà sociale
    TEMPI DI FORMAZIONE DEI TAVOLI
    Non si tratta di formare tutti insieme questi tavoli, ma solo di aprire gli spazi, inserendoli nel
    programma, tenendoli presenti e annunciandoli come obbiettivo da perseguire gradualmente.
    Promuovere i tavoli settoriali, ma lasciare che gli spazi aperti siano coperti gradualmente,
    senza forzature, quando la situazione è matura, a partire dall'interesse di alcuni soci. Se nel
    corso del triennio si aprissero tre nuovi tavoli settoriali (oltre a quello informatico già
    presente), con la media di uno all'anno, sarebbe già un grosso successo. Quindi nel
    programma triennale come obiettivo metterei solo un punto del tipo “Obiettivo
    dell'associazione è che si aprano durante il triennio almeno tre dei seguenti tavoli settoriali:...”,
    dove la lista potrà essere quella che scaturirà dal dibattito interno, in variazione da quella da
    me proposta. I tavoli settoriali aperti a livello regionale potranno poi collaborare con i distretti
    per attività di settore e per l'apertura degli analoghi tavoli settoriali anche a livello di DES
    SOGGETTI COINVOLGIBILI
    Pur essendo tavoli promossi dall'associazione per realizzare meglio i suoi scopi, essi vanno
    improntati ad uno spirito di rete, cercando di coinvolgervi tutti i soggetti impegnati nel settore,
    anche non soci, e comunque tenendo i tavoli aperti. Sono da coinvolgere imprese produttive e
    associazioni del settore, consumatori, distributori e utenti del settore, ricercatori e creatori di
    cultura, scuole e università del settore, ecc.
    SIGNIFICATO E OBIETTIVI GENERALI DEI TAVOLI SETTORIALI
     Hanno un grande significato strategico di lungo termine per REES Marche. L'azione
    dell'associazione non può che coniugarsi per territori e per settori produttivi. Entrambe
    le due direzioni vanno coltivate
     permettono di incominciare a costruire un nuovo tipo di organizzazioni settoriali, come
    da riflessioni precedenti
     Permettono di coinvolgere nella rete più soggetti, anche non iscritti all'associazione
     Permettono di approfondire la strategia di REES Marche settore per settore e di
    renderne più efficace l'azione in quei settori.
     Permettono al Consiglio di risparmiare tempo ed energie e di fargli svolgere meglio la
    sua funzione di sintesi e facilitazione dei processi dell'Economia solidale regionale
     Fanno azioni di promozione e culturale per il settore (incontri, corsi, convegni, ricerca,
    siti web, newsletter, mailing list, forum, ecc), rivolte a imprese, associazioni, persone,
    enti pubblici, ecc.
     Ogni settore si sviluppa a livello regionale, ma può e deve articolarsi a livello territoriale
    di DES
     Ogni settore ha propri obiettivi, come dai limitati spunti seguenti, solamente indicativi e
    da perfezionare e completare
    OBIETTIVI “TAVOLO INFORMATICA ETICA MARCHE”
    – diffondere i principi e le pratiche del software libero e promuoverne la ricerca e la
    formazione
    – promuovere il passaggio al software libero di tutte le amministrazioni, le imprese e i
    privati cittadini
    – promuovere la realizzazione dell'open data
    OBIETTIVI “TAVOLO AGRICOLTURA BIOLOGICA MARCHE”
    – far conoscere le pratiche dell'agricoltura biologica, promuovendone la cultura
    – promuovere la ricerca nel settore
    – promuovere il passaggio al biologico di tutta la regione, distretto per distretto
    – promuovere la proibizione sia per la coltivazione che per l'acquisto e il consumo di
    prodotti contenenti OGM
    – promuovere la formazione all'agricoltura biologica per i produttori
    – promuovere il consumo generalizzato dei prodotti biologici
    OBIETTIVI “TAVOLO ENERGIE RINNOVABILI MARCHE”
    – incrementare la produzione e l'uso delle energie rinnovabili
    – seguire la ricerca e l'innovazione nel settore energetico e promuoverla
    – promuovere il risparmio energetico e modelli di produzione e di consumo e stili di vita
    che realizzano il risparmio energetico, pur garantendo un'alta qualità di vita
    – promuovere la promulgazione di leggi regionali favorevoli al settore
    OBIETTIVI “TAVOLO PRODUZIONI E ARTIGIANATO ECO & EQUO MARCHE”
    – ideare tecniche produttive ecologiche e recuperare e conservare quelle del passato
    – utilizzare anche le tecniche innovative da coniugarsi con quelle tradizionali
    – promuovere il collegamento fra produzione, lavoro e consumo
    – promuovere il collegamento fra formazione scolastica professionale e produzione
    – promuovere la ricerca e l'innovazione
    – promuovere la suddivisione delle produzioni per distretti e il loro coordinamento
    – promuovere la trasparenza dei prezzi e dei processi produttivi
    – promuovere imprese sociali nelle produzioni e nell'artigianato
    – redigere la carta etica delle produzioni e dell'artigianato eco & equo
    OBIETTIVI “TAVOLO BIOEDILIZIA & BIOARCHITETTURA”
    – promuovere l'ecologia dei materiali edili
    – promuovere la salubrità e il benessere dell'abitare
    – promuovere l'aspetto estetico ed armonico degli ambienti abitativi
    – promuovere il risparmio energetico nella edilizia residenziale e produttiva
    – promuovere la ricerca e la formazione del settore
    – carta del costruire e dell'abitare ecologico
    OBIETTIVI “TAVOLO PROFESSIONALITA' ETICA”
    – redazione carta etica dei servizi, comprensiva dei processi di trasparenza sui costi e i
    prezzi
    – promuovere la conoscenza fra i professionisti e gli utenti
    – data base delle professioni e mestieri del territorio
    – promuovere la sintonizzazione fra domanda e offerta nelle varie tipologie di servizi
    OBIETTIVI “TAVOLO RINNOVAMENTO SCUOLA E FORMAZIONE MARCHE”
    – individuare le linee di rinnovamento della didattica, verso una didattica che abbia alla
    base una concezione olistica della persona, vista come insieme di corpo, anima e
    spirito, e capace di educare in modo corretto le forze basilari di pensiero, sentimento e
    volontà, presenti nell'anima umana individuale
    – individuare le linee di rinnovamento delle strutture istituzionali scolastiche e
    promuovere la ricerca in questo campo; promuovere la democrazia dal basso della
    istituzione scolastica
    – promozione di corsi e seminari sulle didattiche più appropriate per una evoluzione
    individuale e sociale positiva
    – promuovere la formazione e l'autoformazione degli insegnati verso il rinnovamento
    didattico
    OBIETTIVI “TAVOLO MEDICINA OLISTICA MARCHE”
    – diffondere una visione olistica della medicina e della salute che considera l'unità di
    corpo, anima e spirito come sede della origine delle malattie, della salute e delle
    capacità di guarigione
    – promuovere la corresponsabilizzazione dell'individuo nel processo di guarigione
    – promuovere l'interesse verso l'aspetto della prevenzione
    – promuovere la ricerca delle cause delle malattie e la diminuzione di interesse verso
    l'aspetto del controllo e soppressione dei sintomi
    – promuovere una visione della malattia come contenente in sé anche un messaggio
    positivo per l'evoluzione interiore della persona
    – promuovere un rinnovamento positivo delle istituzioni preposte alla salute, verso una
    diminuzione degli sprechi, un incremento dei processi decisionali democratici, una
    trasparenza dei costi e dei ricavi
    OBIETTIVI “TAVOLO NUOVI STILI DI VITA”
    – si interessa di villaggi ecosolidali, cohousing, ritorno alla terra, piantumazioni, consumo
    critico, sobrietà, bilanci di giustizia, baratto e banche del tempo, formazione di
    comunità, vita comunitaria, comunità di accoglienza e accoglienza in famiglia, riuso e
    riciclo, escursioni e viaggi ingruppo, “benvivir”, ecc
    – migliorare la vita di relazione fra, individui, famiglie e comunità
    – migliorare i livelli di sicurezza e di assistenza, con stili di vita comunitari e solidali
    – promuovere nuovi modelli di convivenza
    – promuovere un maggiore contatto con la natura e un suo maggior rispetto e
    valorizzazione
    OBIETTIVI “TAVOLO DIFESA DEL TERRITORIO MARCHE”
    – Marche territorio ogm free
    – Marche territorio libero da centrali nucleari e megacentrali elettriche
    – Marche libere da inceneritori
    – riduzione dell'inquinamento
    – no mega-eolico in territori e luoghi impropri
    – no cave in luoghi inopportuni
    – priorità al solare sui tetti
    – no eccessivo consumo del territorio
    – incremento alberazione, forestazione e ambienti naturali
    – cura dell'alveo dei fiumi e fossi e promozione di una loro facile fruibilità
    – promozione dell'incremento della biodiversità
    – promozione delle piste ciclabili e dei sentieri pedonali
    – carta etica sulla gestione del territorio
    TAVOLO “RETE DISTRIBUTIVA SOLIDALE MARCHE”
    – promozione dei GAS
    – promozione di empori solidali
    – piccola distribuzione organizzata
    – modello CONPROBIO (cooperativa di produttori e consumatori)
    TAVOLO “MONETA COMPLEMENTARE MARCHE”
    – studiare e promuovere lo studio del tema delle monete complementari
    – individuare un modo applicativo valido per la regione Marche
    TAVOLO “COMUNICAZIONE REES MARCHE”
    – supportare l'attività comunicativa dell'associazione
    – interessarsi del mondo della comunicazione, sia nella parte tecnologica che strutturale,
    che contenutistica
    – promuovere imprese etiche della comunicazione
    – carta dei valori della comunicazione etica
    TAVOLO “RETI DI SOLIDARIETA' SOCIALE”
    – cerca di riunire i vari operatori del settore, per una più efficace azione
    – promuove la conoscenza delle esigenze che esprime il territorio e delle potenzialità di
    risposta ai bisogni
    – promuove una politica pubblica adeguata
    – promuove il volontariato
    – promuove la solidarietà e la coesione sociale

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