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    Referendum costituzionale: REES Marche per il NO

    Dieci ragioni per votare NO al referendum costituzionale
    e per rilanciare l’attuazione della Costituzione della Repubblica.
    27 ottobre 2016 - Redazione REES Marche

    Io voto NO

    REES Marche desidera affermare e difendere alcuni propri indirizzi di fondo e in particolare, in questo caso, la democrazia partecipativa e il decentramento delle responsabilità, contro la centralizzazione di potere.  A questo fine, REES Marche riconosce come proprio preciso dovere quello di prendere una posizione chiara e costruttiva rispetto al voto nel referendum sulla riforma costituzionale che si terrà il prossimo 4 dicembre. Per capire come comportarsi occorre tenere presenti insieme il contesto nel quale ci troviamo, il merito della questione e il metodo con cui è stata preparata la riforma costituzionale.


    Il CONTESTO è riassumibile anzitutto evidenziando che i poteri dominanti sono sempre più concentrati e ostili verso i cittadini. La democrazia sembra dover cedere il passo a un’oligarchia prepotente e interessata solo a se stessa. Nel quadro mondiale ed europeo del processo di ridefinizione del rapporto tra poteri e popoli, lo stravolgimento della Costituzione della Repubblica Italiana da parte del governo Renzi è un atto tipico della tendenza alla verticalizzazione e concentrazione del potere.

    Le ragioni di MERITO per votare NO sono le seguenti.

    1. La riforma contrappone senza alcun motivo valido la governabilità alla rappresentatività, come se la governabilità fosse ostacolata dalla partecipazione dei cittadini e delle forze politiche alla vita pubblica!! Ma per svelare l’inganno basta chiedersi chi in questi decenni ha impedito l’azione dei governi. E’ stato l’eccesso di partecipazione e di pluralismo politico-culturale, o sono stati piuttosto le mafie, i poteri occulti, i servizi segreti deviati, le superpotenze straniere, la grande finanza e le multinazionali? Quando i governi più recenti sino a quello attuale hanno deciso le missioni militari all’estero, il piano delle spese militari, i tagli alla sanità, all’istruzione e alla ricerca, la riforma Fornero, l’inserimento del pareggio di bilancio nella Costituzione, la “Buona Scuola”, il Job’s Act e magari, tra poco, il Ponte sullo Stretto, hanno fatto come hanno voluto e pure velocemente.

    2. La riforma riduce le prerogative del Parlamento (e, in esso, soprattutto delle opposizioni) e, nell’incastro con la riforma della legge elettorale, muta geneticamente la forma di governo, portando l’Italia in una sorta di presidenzialismo estremo, porta aperta per un possibile rafforzamento della già presente dittatura della finanza internazionale sul nostro paese e sul nostro popolo.

    3. La riforma nega ai cittadini la facoltà di eleggere i membri del Senato, ma nel contempo attribuisce a esso funzioni legislative comunque decisive, tra cui quella di un’eventuale revisione costituzionale.

    4. La riforma prevede che i futuri senatori saranno nominati tra i consiglieri regionali o i sindaci, con l’esorbitante pretesa che siano soggetti capaci di svolgere bene e simultaneamente funzioni così complesse e impegnative. Inoltre attribuisce a questi senatori nominati dai capi-partito e non dai cittadini l’immunità parlamentare. I costi di questa struttura si annunciano non inferiori a quelli attuali.

    5. La riforma riduce le competenze e l’autonomia delle regioni, liquidando le dinamiche democratiche del decentramento. Con ciò il governo impedisce la realizzazione di una vera riforma che unisca alla rappresentanza tramite partiti alla Camera, la rappresentanza per comunità territoriali al Senato.

    6. La riforma, anziché semplificare il funzionamento del Senato, lo complica prevedendo almeno sette tipologie diverse di votazione delle leggi.

    7. La riforma modifica completamente la seconda parte della Costituzione, che configura criteri e procedure per attuare la prima parte, riferita ai principi fondamentali della vita democratica. In questo modo di fatto compromette anche la prima parte.

    In più vanno aggiunte altre tre ragioni, che stavolta sono di METODO, per votare NO.

    8. La riforma scaturisce da un colpo di mano della maggioranza, in pratica quasi solo della maggioranza del Partito Democratico (nemmeno di tutto il partito), cosicché si vuole riformare la Costituzione con un metodo anticostituzionale e antidemocratico, senza costruire un necessario consenso più ampio ed espresso da diverse parti politiche.

    9. La riforma scaturisce sia da un Parlamento delegittimato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 1 del 2014, che dichiarò illegittimo il sistema elettorale con cui è stato formato, sia da un governo che non è mai stato votato dal popolo, perché invece è scaturito da giochi di palazzo. Quindi il soggetto proponente non ha la legittimità giuridica, l’investitura democratica e l’autorità morale per dare avvio a una riforma di gran parte della Costituzione.

    10. La riforma sarà votata al referendum tramite una scheda dove la formulazione del quesito da risolvere con il Sì o con il NO è tendenziosa perché spinge palesemente l’elettore a votare Sì in quanto il testo descrive non in modo neutro, ma come obiettivi positivi tutti i punti della riforma stessa.

    Considerando il contesto, il merito e il metodo di questa vera e propria deformazione della Costituzione, l’unica posizione davvero costruttiva consiste nel votare NO alla riforma Renzi - Boschi e nell’impegnarsi per l’avvio, nel nostro Paese, di un ampio confronto democratico sullo sviluppo della democrazia e sul conseguente miglioramento della Costituzione della Repubblica.  Cambiamento sì, ma quale cambiamento?!
    Pertanto invitiamo le socie e i soci della REES Marche e tutti i simpatizzanti, non solo a recarsi alle urne il 4 dicembre 2016 per manifestare la propria opposizione a questo pericoloso colpo di mano, ma, ancor prima, anche a organizzare eventi pubblici di informazione e di coscientizzazione circa la posta in gioco nel referendum costituzionale.

    Vi preghiamo di diffondere questo nostro comunicato, con i vostri strumenti comunicativi.
    Grazie    Il consiglio di REES Marche

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