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    Beni comuni

    24 giugno 2007 - Emilio Landi - Copagri
    Fonte: Bollettino di Primavera Rees Marche

    Relazione sul "Condominio rurale"

    COPAGRI 60125 Ancona – Via Tiziano, 11 - Tel 071 82774 Fax 071 2818099
    e-mail: regionale@copagrimarche.it

    Condominio Rurale è un’idea di Copagri Marche e nasce da una serie di considerazioni. Già nel 1989, da un’attenta riflessione sui mutamenti in corso riguardo a tematiche care ai cittadini quali sicurezza alimentare e tutela ambientale, ravvisò la necessità di stipulare un patto tra agricoltura e società, tra Agricoltore e Consumatore. La nuova domanda sempre più pressante di prodotti di qualità, ma in particolare di ambiente e naturalità, richiedeva al produttore agricolo e al settore nel suo complesso di assumere un nuovo ruolo. Superata l’emergenza nutrizionale ed entrati in regime di eccedenze, veniva chiesto all’agricoltura non più solo di produrre esclusivamente beni alimentari, ma “produrre” anche beni pubblici come ambiente e vivibilità del territorio.

    Si riteneva che tutto ciò si sarebbe concretizzato attraverso la logica dello scambio sancito dal Patto tra agricoltura e società. Patto che non si è realizzato, se non marginalmente con i regolamenti comunitari 2078 e il 2080. E’ mancata la “forza” che simili svolte richiedono per essere realizzate. La consapevolezza dell’importanza di questo sodalizio è arrivata soltanto oggi e per le Marche in particolare, fuori tempo massimo, quando ormai gli eventi hanno fatto il loro corso relegando la teoria del Patto a cosa vecchia e superata.

    In un ambiente rurale specifico come quello marchigiano, è necessario ora andare oltre ad un semplice patto per arrivare ad una gestione comune delle problematiche del territorio, che coinvolga tutti in un sistema che potrebbe definirsi “Condominio Rurale“. Dal Patto al Condominio Rurale, visto sotto diversi aspetti.

    Condominio Rurale inteso come una nuova filosofia ed una nuova strategia per lo sviluppo delle aree rurali. Le problematiche delle aree rurali non più viste come una questione riguardante i soli produttori agricoli, che stipulano un patto di scambio con la società, ma una questione che coinvolge tutti i soggetti residenti e fruitori del territorio rurale, dei prodotti e dei servizi, che partecipano attivamente alla definizione degli obiettivi e delle strategie inerenti il modello di sviluppo rurale locale in un sistema articolato e policentrico. In sintesi, non più un’agricoltura PER il consumatore ma un’agricoltura CON il consumatore. Peraltro, soltanto così gli agricoltori potranno vedersi riconosciuto il ruolo sociale svolto, dal momento che il coinvolgimento diretto della popolazione alle scelte di politica rurale renderebbe più evidente, agli occhi della società, l’utilità dell’agricoltura e della presenza degli agricoltori stessi sul territorio.

    Un’approfondita riflessione su quanto va modificandosi nel rapporto tra produttore e consumatore ha influito molto nell’imprimere al progetto un carattere decisamente innovativo. Il consumatore è sempre più attento a cosa mangia, consapevole che molto della propria salute dipende proprio da questo. Avere la sicurezza della qualità, la salubrità e la provenienza dei prodotti alimentari, potendo costatare e verificare di persona tutte le fasi del processo produttivo, è una tendenza che sta crescendo. C’è un desiderio inconscio, infine, presente in molti consumatori, in particolare quelli residenti in città, di sentirsi direttamente coinvolti nella gestione di un’azienda agricola partecipando magari solo “emotivamente” a produrre ciò che mangeranno. Già la pratica della vendita diretta mette in stretto contatto produttore e consumatore. Sono mature le condizioni per andare oltre la vendita diretta accorciando ulteriormente la filiera con il coinvolgimento personale del consumatore nella fase della produzione e della eventuale trasformazione in azienda dei prodotti. Maggiore è la distanza che separa il produttore dal consumatore e maggiore è l’intromissione di coloro che possono indisturbati fare i propri interessi a danno di entrambi. La vicinanza e il contatto diretto responsabilizzano il produttore e fanno crescere nel consumatore la cultura della qualità e la capacità di apprezzarla.

    Negli ultimi anni, all’aumento del livello di sensibilità e consapevolezza del consumatore verso la sicurezza e la qualità alimentare, non ha corrisposto un pari aumento dei consumi di prodotti di qualità. E’ un consumatore che non dà seguito alle sue convinzioni. Il principale ostacolo è sicuramente rappresentato dalla forza esercitata dalle abitudini, difficili da vincere. Le sole campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza dei prodotti alimentari, non si sono rivelate sufficienti a sviluppare risultati concreti. Occorrono altri strumenti, quali il coinvolgimento diretto e la messa a punto di una serie di servizi rivolti al consumatore per facilitarlo a cambiare le vecchie abitudini.

    La filosofia del Condominio Rurale, calata nella singola impresa agricola rappresenta per alcune aziende un’opportunità in più per acquisire un ruolo multifunzionale e per radicarsi ed ancorarsi saldamente nel contesto locale. Un’impresa agricola fortemente legata al proprio territorio è anche affrancata e indipendente dalle insidie della globalizzazione. Il Condominio Rurale si configura come un’associazione “sui generis” tra un imprenditore agricolo ed un determinato numero di cittadini che, in qualità di consumatori e di fruitori dei servizi, potranno avere libero accesso in azienda orientando, in base alle loro necessità, le scelte produttive ed i servizi offerti. Resta inteso che il “capo del condominio” è l’imprenditore agricolo che per questa funzione viene ricompensato da un’attenta e puntuale valorizzazione sia dei prodotti sia dei servizi offerti. Sarebbe una forma “estrema” di agriturismo attivo.

    Il tipo di associazione “Condominio Rurale”, sancita da un atto costitutivo e regolamentata da uno statuto, consentirà la partecipazione attiva dei “soci” a talune attività aziendali come la raccolta dei prodotti. Verrebbe così in parte risolta la questione della carenza di manodopera in particolari momenti del processo produttivo. Ne gioverebbe lo sviluppo di coltivazioni ad alto reddito in luogo di quelle estensive, invertendo l’attuale tendenza che registra il fenomeno opposto proprio per l’impossibilità da parte delle imprese di reperire manodopera nei soli momenti di punta.

    L’Azienda agricola dovrà produrre tutto quanto può servire ai bisogni alimentari delle famiglie degli associati e dovrà realizzare presso la sede aziendale tutte le trasformazioni possibili adottando metodi tradizionali (dal pane ai salumi, alla conserva di pomodoro, ecc).

    Alcune di queste trasformazioni potranno rappresentare momenti di partecipazione emotiva delle famiglie dei soci. Ad esempio si è presenti in azienda nel fine settimana quando si fa il pane per prendere ognuno la propria parte dopo sfornato. Altre trasformazioni potranno essere effettuate direttamente dai soci. Ad esempio ognuno potrà farsi la conserva di pomodoro, avvalendosi delle apposite strutture aziendali, dopo aver raccolto la materia prima. Tutto questo con la consulenza e l’assistenza del “Capo condomino” cioè dell’Imprenditore agricolo. Presso la sede aziendale potranno essere organizzate manifestazioni (feste, ecc.) legate alla tradizione contadina od anche corsi di assaggio, di cucina, ecc. riservati ai Soci. Numerose saranno le attività e le produzioni che potranno essere sviluppate facendo affidamento sulla fantasia e la creatività dei condomini, entrati nella filosofia del “Condominio Rurale”.

    La creazione di un sito internet consentirà l’aggiornamento dei Soci sulle attività del Condominio Rurale.

    Dopo la promozione di un limitato numero di Condomini Rurali, con la funzione sperimentale o “pilota”, dislocati in tutto il territorio marchigiano, tra gli obiettivi a medio e lungo termine vi è la creazione di una rete di Condomini Rurali collegati tra loro per lo scambio costante delle rispettive esperienze. Il coinvolgimento di un numero crescente di cittadini-consumatori, inoltre, consentirà la nascita di un “movimento” che si riconoscerà in un nuovo modo di far coesistere in una unica circostanza aspetti dell’approvvigionamento alimentare, del tempo libero, della crescita culturale, della fruizione dell’ambiente naturale e della socializzazione.

    Entro i prossimi mesi alcune aziende agricole, con caratteristiche oggettive e soggettive appropriate, avvieranno il processo di trasformazione in Condominio Rurale. L’azienda ottimale deve avere una superficie di almeno 10/12 ettari, avere già in produzione vigneti, oliveti e, possibilmente, frutteti, disporre di acqua per irrigare una minima superficie di terreno da destinare ad ortaggi, essere possibilmente “biologica” o in fase di conversione, avere strutture e spazi ove è possibile effettuare allevamenti almeno di animali minori, disporre di spazi e prati piantumati da attrezzate per attività di svago e relax, disporre di almeno un locale nel fabbricato aziendale abbastanza ampio come punto di ritrovo dei consumatori associati per le loro adunanze, avere locali da adattare per la trasformazione dei prodotti.

    E’ già partita anche la ricerca dei “condomini”, cioè dei cittadini-consumatori disposti ad associarsi ad un’azienda agricola per realizzare il Condominio. Tra i consumatori l’iniziativa ha suscitato un forte interesse, molto entusiasmo e anche tanta curiosità. I presupposti per il successo ci sono tutti.

    Ancona, 18 maggio 2007

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