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    24 giugno 2007 - Redazione Rees Marche
    Fonte: http://www.apoitalia.it/ 19 aprile 2007

    In difesa della medicina omeopatica:

    La risposta dei pazienti omeopatici
    al documento che critica le discipline complementari

    Nota: la pubblicazione di questo articolo non significa una presa di posizione a favore della medicina omeopatica da parte della redazione (non rientra nelle nostre competenze), ma una presa di posizione a favore della libertà di cura dei pazienti e dei medici.

    L'Associazione Pazienti Omeopatici - A.P.O. Italia, nata a Napoli nel 1991 per tutelare gli interessi di coloro che dal trattamento omeopatico ricevono beneficio, non può fare a meno di far sentire la propria voce di fronte a quanto è stato dichiarato in un documento congiunto di scienziati aderenti all'associazione 'Galileo 2001', al 'Gruppo 2003' e alla Societa' italiana di medicina interna, discusso in un Convegno a Milano. Gli "scienziati" hanno dichiarato: "Le medicine alternative, in cui rientrano l'agopuntura e l'omeopatia, non devono essere equiparate alla medicina ufficiale". Tale affermazione (maturata non si sa come, vista l'assenza di specifiche competenze nel campo delle MNC, medicine non convenzionali), alla luce dei principi di libertà di scelta terapeutica del paziente e di libertà di cura del medico, in realtà è pervasa dal convincimento che esista un unico protocollo terapeutico scientificamente valido, costituito dalla cosiddetta Medicina Convenzionale; mentre le altre terapie (peraltro affastellate sotto la generica dizione di medicine "alternative" obliterandone le profonde diversità di storia e di valenza scientifico-culturale), costituiscono una sorta di medicina di dubbia efficacia. Atteggiamento che si rivela frutto di ingiustificata presunzione specie a fronte di una medicina, quale quella omeopatica, che affonda le sue radici nella cultura occidentale per essere stata fondata, a fine settecento, da un celebre professore di medicina tedesco, giunto ad essa dopo aver brillantemente praticato la medicina tradizionale. Ed a cui fanno ricorso, per patologie anche gravi, talvolta incurabili con la medicina tradizionale, oltre undici milioni di italiani, certo non ignari dell'esistenza della medicina convenzionale ma al contrario avendone constatata, per esperienza, l'inefficienza nel loro caso. Lasciando ai medici cultori di medicina omeopatica di contestare la pretesa assenza di fondamento scientifico di tale terapia, ci limitiamo a richiamare l'attenzione su alcune macroscopiche incongruità e contraddizioni.
    Riprendendo la dichiarazione fatta dal "gruppo di scienziati" dove si enuncia: "Šnonostante sia ''irrinunciabile la necessita' di una loro dimostrata efficacia'', ''non hanno invece alla base alcuna evidenza scientifica''.
    Non potendo negare la realtà del fatto che milioni di pazienti trovano beneficio nel ricorso alle medicine non convenzionali lo si degrada ad un effetto soggettivo, laddove è evidente che il superamento dello stato di malattia o c'è o non c'è; e, pur essendo a conoscenza del fatto che il meccanismo di funzionamento non è stato ancora dimostrato, come associazione di pazienti che hanno vissuto questa esperienza di cura sulla propria pelle, possiamo testimoniare la scientificità della medicina omeopatica basandoci sulla riproducibilità del fenomeno, nel tempo. Se ogni rimedio omeopatico fosse composto solo da glucosio o da lattosio, oppure da alcool, qualsiasi medicamento potrebbe farci guarire, secondo il cosiddetto "effetto placebo". Invece, proprio in virtù della nostra esperienza, possiamo affermare che la medicina omeopatica funziona, e funziona davvero, soltanto se il malato è stato compreso nella sua interezza di mente e di corpo, nel rispetto pieno della sua storia umana e biologica; nell'esatta valutazione della sua energia vitale e nel rimedio - unico per quella persona in quel dato momento della sua vita - che gli verrà somministrato.
    Ecco, questa è per noi "la dimostrata efficacia"! Ma, si può credere che se la Medicina Omeopatica non avesse funzionato, i pazienti sarebbero rimasti ad essa fedeli per oltre duecento anni, visto che pagano di tasca propria sia in termini di salute che di spesa? Quale convenienza avrebbero essi avuto nel continuare a difenderla se non avessero ottenuto risultati positivi?
    Ritornando alle rivelazioni del documento di Milano, viene aggiunto: "non devono entrare nel Sistema sanitario nazionale, nella pratica clinica e nemmeno nelle Facolta' scientifiche universitarie."
    Da una parte l'articolo 32 della nostra Costituzione stabilisce che: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti"; dall'altra, avendo la FNOMC&O (Federazione Nazionale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri) riconosciuto a Terni, nel 2002, la pratica del medico omeopata come "atto medico" il quale, secondo scienza e coscienza, adotta il principio della libertà di scelta; poi si pretende che il protocollo terapeutico più appropriato debba proporre al paziente di curarsi soltanto con la medicina convenzionale! Inoltre, se si ritiene sia diritto e del medico e del paziente (adeguatamente informato), di curare e di curarsi con terapie adeguate, non si capisce perché entrambi debbano sopportare l'onere economico pur contribuendo a finanziare il S.S.N (servizio sanitario nazionale). col pagamento delle tasse in generale e di quella sulla "salute" in particolare, se poi non possono né i medici curare, né i pazienti curarsi con la Medicina Omeopatica. Questo significa, in realtà, negare la libertà di cura, che viene riconosciuta a parole ma negata nei fatti. Il tutto in controtendenza rispetto ai Paesi Europei, più avanzati come (Francia, Germania, Inghilterra, Belgio, Olanda, ecc.) dove le cure omeopatiche vengono regolarmente praticate negli ospedali statali e rimborsate dal S.S.N. Inoltre, nonostante che nel 2001 i Lea - Livelli essenziali di assistenza, abbiano escluso l'Omeopatia dal rimborso delle prestazioni sanitarie, il 10% delle strutture sanitarie pubbliche, tra Asl e ospedali, erogano ai cittadini visite e trattamenti a costi contenuti: esistono, infatti, ambulatori omeopatici accessibili col ticket, o privati a tariffa fissata dalla struttura pubblica. In testa vi è la regione Toscana con 70 ambulatori di MNC, la Campania con 12 strutture, seguite da Lombardia (8) e Lazio (6).
    Tanto premesso, ricordiamo che sono state depositate in Parlamento dodici proposte di legge per la regolamentazione ed il riconoscimento della Medicina omeopatica, presentate dalle Regioni: Toscana, Emilia Romagna e Lazio. Tali Proposte sono attualmente all'esame della Senatrice Emanuela Baio-Dossi. A questo proposito, una delegazione dell'A.P.O. Italia Associazione Pazienti Omeopatici ha chiesto all'on. Livia Turco, nell'incontro tenuto il 14 febbraio a Roma con il Capo della Segreteria Tecnica del Ministro, Senatrice Monica Bettoni Brandani, ed al Presidente della Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri (FNOMC&O), dr. Amedeo Bianco, nell'incontro avuto a Roma il 07 dicembre 2006, che:
    • sia istituita una Commissione Permanente di esperti in questa Medicina presso il Ministero della Salute;
    • siano istituiti Albi di Medici-Chirurghi, Medici Odontoiatri e Medici Veterinari omeopatici presso la FNOMC&O;
    • siano istituiti corsi universitari di Medicina omeopatica per Medici-Chirurghi, Medici Odontoiatri, Medici Veterinari e Farmacisti, con docenti scelti tra i rappresentanti delle Federazioni e delle Associazioni di Omeopati italiani;
    • siano inseriti i Medici omeopatici nelle varie Commissioni inerenti alle problematiche della Salute, organizzati dal Ministero della Sanità;
    • siano stanziati finanziamenti destinati alla ricerca scientifica.
    L'Italia, con decreto delle Ministro delle Politiche Agricole e Forestali del 4 agosto 2000, recepisce il regolamento dell'UE del '99 dove si fa obbligo al veterinario di curare animali ammalati o feriti dando la preferenza a prodotti omeopatici, anche per le agricolture biologiche. L'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l'uso delle Medicine non Convenzionali, con un Dipartimento apposito. In sintesi, il cittadino italiano ha minor diritti degli animali! La dichiarazione degli "scienziati" nel Convegno tenutosi a Milano serve solo a spargere tendenziosi allarmismi sui rischi delle cure non convenzionali, o meglio dette, "Complementari" (e cioè alla "pari" della medicina "Accademica"). Mi sembra completamente contraddetta dalla realtà dei fatti testè enunciati, a conferma della massima galileiana per cui: "Un'esperienza vera basta a rendere false mille ragioni".
    A.P.O. Italia, Associazione Pazienti Omeopatici
    Riviera di Chiaia n. 207, 80121 - Napoli
    Fax: 081.405796 http:// www.apoitalia.it e-mail: info@apoitalia.it

    Fonte: http://www.apoitalia.it/ 19 aprile 2007

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