Relazione Di Banca Etica Marche
Al 2° Forum Dell’economia Etica e Solidale
Ancona, Domenica 13 Maggio 2007
Intervento di Angelo Antognoni, coordinatore dei soci della circoscrizione Marche di Banca Popolare Etica
“ Partiamo, considerato il tempo a disposizione, dall’ ipotesi, anche un po’ presuntuosa forse, che la maggior parte degli ascoltatori conosca già Banca Etica e dunque non sia necessario, in questa sede, ripercorrerne tutta la storia.
Prendo spunto dagli interventi dei relatori che mi hanno preceduto, ed in particolare da alcuni termini da loro utilizzati, che si possono ritrovare in pieno anche nei valori fondanti di Banca Etica: relazione, centralità della persona, rapporto paritario, partecipazione, ecc…
Quello che caratterizza questa banca, o meglio direi, la “nostra” banca (intendendo che tutti noi soci la sentiamo come nostra), sono alcuni caratteri distintivi che si ricollegano ai termini sopracitati:
la trasparenza, in quanto tutti i finanziamenti erogati dal primo giorno di attività ad oggi sono visibili sul sito della banca; già questo, non mi sembra poco:si può concordare o meno sul finanziamento accordato ad una certa realtà , ma il fatto di venirne a conoscenza è gia tanto. non so quale altro istituto bancario faccia altrettanto…
la partecipazione: attualmente a livello nazionale ci sono quasi 28.000 soci, la cui stragrande maggioranza(circa 24.000) sono persone fisiche, individuali, che in assemblea, avendo la banca forma giuridica di banca popolare, hanno stesso diritto di voto, indipendentemente dalle quote possedute(1 testa, 1 voto); inoltre, i soci sono organizzati in associazioni territoriali(circoscrizioni) attraverso le quali possono partecipare alla vita della banca.
la solidarietà, in quanto i risparmi di soci e clienti sono utilizzati per avviare e/o sostenere realtà operanti per il bene comune, per attivare circoli virtuosi. Inoltre, a chi richiede finanziamenti, viene praticato lo stesso tasso di interesse, indipendentemente dall’importo.
Ho già accennato a soci e clienti:spendo due parole per ricordare che ci si può accostare a Banca Etica sia come soci, acquistando delle quote, se pensiamo che questa idea sia meritevole e da sostenere; sia come clienti, utilizzandola come qualunque altro istituto bancario, considerati i servizi che ormai è in grado di offrire, oppure, ovviamente, in entrambi i modi contemporaneamente.
Non vorrei dilungarmi troppo e poiché questo è un incontro relativo alla rees marche, riporto alcuni dati dell’attività di Banca Etica nella nostra regione, dati forniti dal nostro banchiere ambulante Paolo Ranzuglia, oggi assente per impegni familiari, che, sicuramente più di me, operativamente ha la situazione sotto controllo.
I soci della nostra circoscrizione sono 520, per un capitale sociale sottoscritto di circa 300.000 euro, risono circa 200 correntisti per un totale raccolta (considerando anche certificati, obbligazioni, ecc…) di oltre 4.400.000 euro.
A tutt’oggi sono stati accordati nella nostra regione circa 120 finanziamenti, di cui 41 tuttora in essere; la somma totale accordata è di circa 6.500.000 euro di cui circa il 90%, oltre 5.700.000 euro utilizzati.
Tra i finanziamenti accordati(ricordo, tutti visibili sul sito), il più piccolo è stato uno scoperto di conto di 1500 euro per un extracomunitario che aveva necessità di inviare soldi per cure mediche a suo padre ed il più grande un fido di 2.500.000 di euro al Cnca – coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, con sede a Porto San Giorgio.”
Appendice: in questi giorni si è svolta a Padova l’assemblea nazionale dei soci di banca etica; in questo momento, la banca sta vivendo una sorta di dibattito interno, più o meno condiviso, attraverso canali interni e/o esterni.
Banca Etica ha avuto una crescita straordinaria, se si pensa che opera solamente da 8 anni(si è arrivati – dati tratti da una recente intervista a Fabio Salviato – ad oltre 530 milioni di euro di raccolta, 330 milioni di finanziamenti deliberati, un tasso di sofferenza netto pari al 0,20% dei finanziamenti, oltre 150 dipendenti diretti, 10 filiali e 24 uffici dei promotori finanziari) ed una crescita di questo genere comporta indubbiamente dei rischi di “smarrimento”(anche il commercio equo, mi sembra, abbia problemi del genere).
Ma cos’è allora Banca Etica? E’ una banca a tutti gli effetti che opera nel settore creditizio, ma allo stesso tempo è anche una realtà con una grande e variegata base sociale, che, in sintesi, si potrebbe identificare come un insieme di privati cittadini ed organizzazioni che si interrogano su di un uso responsabile dei propri soldi e cercano di metterlo in pratica concretamente.
Indubbiamente non tutto è perfetto, pur tuttavia è un laboratorio, una sperimentazione che sta funzionando, che sta facendo vedere che anche nel settore economico, in contrapposizione alle attuali tendenze, ci si può sostenere (non è un ente di beneficenza, i conti devono tornare) mettendo al primo posto la centralità delle persone e delle relazioni, le buone pratiche e non la massimizzazione del profitto.
Questo, mi permetto di dire, non è poco, pur con tutti i limiti che vengono evidenziati in varie situazioni e “gettare al vento” un’esperienza del genere sarebbe veramente un peccato.
Ognuno, ovviamente, è libero di farsi una propria opinione sulla questione, queste sono solo considerazioni personali di chi scrive; ed a proposito di considerazioni, trovate in questo stesso numero del bollettino in un altro articolo, alcune riflessioni su Banca Etica di padre Alex Zanotelli.