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    24 giugno 2007 - Loris Asoli

    L'Italia si prepara per distruggere l'Amazzonia


    Oggi Prodi ha stretto la mano al Presidente Lula, sorridendo, pensando, "Affare fatto". Al centro dei colloqui il biodiesel, che tanti considerano la panacea che risolverà il problema dell'inquinamento da CO2 nelle nostre città. Lula e Prodi lavoreranno insieme a due ambiziosi progetti: aumentare la coltivazione di semi per il biodiesel in Brasile e aprire nuove fazendas per la canna da zucchero (e quindi il prezioso etanolo) in Africa. Buon affare, Mister President! Intanto in piena Amazzonia i nostri imprenditori fanno il lavoro sporco. Sono Franco Fortini e Matteo Brucchione, della San Marco Petroli, di Porto Marghera. Mentre Prodi e Lula pensavano alla nuova campagna d'Africa e a come vendere più soia (uno delle principali cause del disboscamento in Amazzonia), i due imprenditori sedevano al tavolo con Eron Bezerra, Assessore all'agricoltura dello stato di Amazonas. Oggetto, l'avvio di nuove culture di olio di Dende (olio di palma) nel cuore verde del mondo, per produrre biodiesel. Ovviamente nessuno si poneva il problema centrale: se il biodiesel (che The Guardian chiama apertamente di "truffa") riduce l'emissioni nelle nostre città, la coltivazione della soia e del dende in Amazzonia comporta una delle più alte emissioni dovute alla deforestazione, fatta molto spesso con incendi di foreste primarie. Lo Stato di Amazonas ha promesso che sarà possibile trovare gli 85.000 ettari necessari per l'avvio delle contivazioni per la produzione di biodiesel made in Italy In piena foresta. Per la cronaca: Lula, Prodi e Eron Bezerra sono tutti appartenenti al centrosinistra, che negli anni passati lottavano contro la distruzione delle foreste primarie. Per approfondire: - Articolo su Amazonas em tempo (giornale di Manaus, in portoghese) - San Marco Petroli (azienda interessata alla coltivazione di Dende in Amazzonia per il biodiesel)

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