Premio UE alla bioplastica
Alla Bioplastica Italiana
Adn Kronos, 20 aprile 2007
Riconoscimento assegnato a Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont
Assegnato all'Italia il premio 'inventore europeo dell'anno' per la progettazione e la realizzazione delle prime nuove bioplastiche da fonti rinnovabili di origine agricola. Le nuove bioplastiche potrebbero evitare la dispersione nell'ambiente di un milione di tonnellate di plastica ogni anno, ridurre di 1,4 milioni di tonnellate le emissioni di anidride carbonica e risparmiare 700mila tonnellate di petrolio, solo sostituendo i normali sacchetti della spesa in plastica. E' quanto sottolinea la Coldiretti nel commentare l'assegnazione del premio - istituito congiuntamente dalla Commissione Ue e dall'Ufficio europeo dei Brevetti - a Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, con cui l'organizzazione degli imprenditori agricoli sta attivamente collaborando.
L'innovazione, spiega la Coldiretti, riguarda la progettazione di una serie di brevetti depositati, sviluppati negli anni 1992-2001, per materiali in grado di utilizzare componenti vegetali come gli amidi, preservandone la struttura chimica generata dalla fotosintesi clorofilliana. E l'Italia, con l'accordo raggiunto tra Coldiretti e Novamont sulla prima bioraffineria made in Italy, dispone di una realtà unica al mondo nel suo genere, che apre a nuove applicazioni nel campo degli intermedi chimici con l'utilizzazione di amido di mais e oli vegetali grazie a un nuovo insediamento produttivo localizzato a Terni.
In prospettiva, grazie alla nuova tecnologia, con materiali biodegradabili di origine agricola comunitaria coltivati su una superficie di meno di 3 milioni di ettari a granoturco e girasole (appena l'1,5% della superficie coltivata nell'Unione a 27 Paesi) sarà possibile sostituire i circa 100 miliardi di sacchetti di plastica che si consumano ogni anno in Europa e che sono in maggioranza importati da Paesi asiatici come la Cina, Tailandia e Malesia, sottolinea la Coldiretti.
Per decomporre i sacchetti di plastica tradizionali occorrono almeno 200 anni con un effetto inquinante sull'ambiente che si aggiunge alla emissione di gas ad effetto serra destinato ad influenzare negativamente il clima e al consumo di combustibile di origine fossile. Mezzo chilo di mais e un chilo di olio di girasole sono sufficienti per produrre circa 100 bustine di bioplastica non inquinante (bio-shopper) con un effetto ambientale che giustifica l'attuale differenza di costo di pochi centesimi e che tende progressivamente a ridursi (8 centesimi per il sacchetto biodegradabile rispetto ai 5 di quello in plastica tradizionale).
In Italia si consuma oltre un quarto del totale dei sacchetti di plastica dell'Unione europea e per questo la Coldiretti ha avviato con la Novamont un progetto di filiera con il coinvolgimento dell'industria e della distribuzione commerciale per lo sviluppo delle bioplastiche ottenute dalle coltivazioni nazionali, al fine di sostituire totalmente i sacchetti inquinanti entro il 2010.
Assegnato all'Italia il premio 'inventore europeo dell'anno' per la progettazione e la realizzazione delle prime nuove bioplastiche da fonti rinnovabili di origine agricola. Le nuove bioplastiche potrebbero evitare la dispersione nell'ambiente di un milione di tonnellate di plastica ogni anno, ridurre di 1,4 milioni di tonnellate le emissioni di anidride carbonica e risparmiare 700mila tonnellate di petrolio, solo sostituendo i normali sacchetti della spesa in plastica. E' quanto sottolinea la Coldiretti nel commentare l'assegnazione del premio - istituito congiuntamente dalla Commissione Ue e dall'Ufficio europeo dei Brevetti - a Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, con cui l'organizzazione degli imprenditori agricoli sta attivamente collaborando.
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