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    2 settembre 2006 - Davide Guidi
    Fonte: Bollettino Res Marche N°1 Anno 2 - 04 aprile 2006

    L'auto condivisa

    Un'altra strada è possibile

    Una storia di auto condivisa a Fano

    • Auto, dal sogno all'illusione

      L'auto rappresenta uno dei principali oggetti simbolici privilegiati dall'attuale cultura occidentale: averla, averla bella, averla grande, averne tante sembrano ancora tante discriminanti nell'illusoria scalata alla gerarchia sociale. L'i mmaginario collettivo prevalente poi, sostenuto non casualmente dalla pubblicità, la identifica con la libertà individuale di muoversi dove e quando se ne ha voglia, con l'idea stessa di forza e potenza, con il privilegio del risparmio del tempo in una società che si sta convincendo di non potersi fermare mai e anzi di dover correre sempre più veloce. Eppure, a chi preferisce fermarsi - appunto - ed investire parte del proprio tempo per liberarsi dal potere ipnotico dei sogni, si mostrerà la fallacità del mito e l'auto apparirà miseramente nuda come il re della nota favola: ad iniziare dai costi umani. In Italia una famiglia su dieci ha avuto un morto o un ferito in incidenti stradali e la media degli ultimi anni si fissa in 160.000 incidenti all'anno, con 18 morti e 1.000 feriti ogni giorno. E che dire della velocità di percorrenza media di chi usa l'automobile, in un calo costante proporzionale all'aumento delle macchine circolanti? Se non che si attesta attualmente alla folle velocità di 19 chilometri all'ora, mentre se alla percorrenza vera e propria aggiungiamo il tempo perso per acquistare la nostra auto, pagare il carburante e le spese, lavarla e lucidarla, allora la velocità media si abbassa fino ad 8 chilometri all'a ora. Noi italiani, infatti, trascorriamo in media 7 anni di vita immersi nel traffico e dedichiamo alla nostra auto complessivamente 1.200 ore all'anno, percorrendo circa 10.000 chilometri annuali: il calcolo è semplice. Senza dimenticare il forte impatto ambientale del trasporto privato su auto, fra i maggiori responsabili della concentrazione nell'aria delle pericolosissime polveri sottili (pm10), come anche del 15% delle emissioni totali mondiali di CO2 dovute all'alto impiego di carburanti fossili, con il loro deleterio contributo al riscaldamento del clima. Per tutto questo, spendiamo ogni anno circa il 15% dei nostri bilanci famigliari, e la spesa per i trasporti si attesta al terzo posto dei nostri consumi; nel caso dell'auto vanno considerati i costi del carburante, di bollo e assicurazione, della manutenzione.

    • Un'altra strada è possibile

      Ma fortunatamente la situazione è in evoluzione, ed il tortuoso percorso per iniziare a depotenziare nel nostro immaginario il mito dell'auto è iniziato; sempre più numerose, infatti, sono le iniziative portate avanti da enti pubblici e soggetti privati per affrontare la questione. Come il car sharing, che contempla la possibilità di prendere in prestito ed utilizzare l'auto solo quando serve, pagandone quindi i costi per l'utilizzo effettivo senza l'onere di quelli fissi, o il car pooling, ovvero la condivisione di un mezzo di trasporto privato da parte di più persone che percorrono uno stesso tragitto negli stessi orari. Gli interventi legislativi affidano poi agli Enti locali il compito di predisporre l'attuazione di politiche di mobilità sostenibile, fra cui l'i stituzione di mobility manager, la realizzazione di servizi di taxi collettivo, l'a obbligo di acquistare una quota di veicoli a minimo impatto ambientale nel rinnovo annuale del proprio parco veicolare, la possibilità di prevedere agevolazioni economiche per spingere i propri dipendenti e quelli di altri enti a scegliere i mezzi pubblici, l'attuazione di misure volte a creare e potenziare piste ciclabili per promuovere l'uso della bicicletta.

    • A Fano l'auto è condivisa

      In tutto questo, si inserisce un'esperienza particolare che in tre stiamo sperimentando a Fano dall'inizio del 2005: l'idea è quella di affrontare la questione in forma conviviale, attraverso la condivisione di un'unica auto a partire dalle varie ed indipendenti esigenze di mobilità di ciascuno. Gli ingredienti della formula sono precisi: "patto associativo", con cui ciascuno si impegna ad utilizzare l'auto solo quando realmente indispensabile, privilegiando l'utilizzo di bicicletta e mezzi pubblici; internet, per mezzo del quale ognuno comunica agli altri le prenotazioni dell'auto nei giorni e orari in cui ne ha bisogno; capacità di programmare gli spostamenti (settimanale, quindicennale, mensile), in modo che tutti possano calibrare i propri spostamenti anche tenendo conto delle esigenze degli altri; prenotazione tramite telefono per situazioni urgenti e non preventivabili; condivisione delle spese per carburante (metano), bollo e assicurazione, manutenzione, con il principio proporzionale che chi più usa l'auto, più paga. E i risultati non si sono fatti attendere: siamo passati dai 5.200 chilometri percorsi nel primo trimestre dell'anno, ai 3.560 del secondo, fino a scendere ai 3.360 del periodo luglio-settembre; sul versante delle spese, invece, il costo complessivo - carburante, bollo e assicurazione, fondo manutenzione - per trimestre è stato di 350 euro (diviso fra i condivisori in modo proporzionale all'n uso), con 300 euro accantonati per future manutenzioni. Solo in un paio di casi, infine, si sono verificate delle sovrapposizioni di prenotazione non conciliabili, ed allora chi ha potuto è ricorso ad un prestito esterno di auto (nella fattispecie ottenuta dai sempre affidabili genitori!) Tutti sembrano così uscire vincenti dall'esperienza: l'ambiente, per la diminuzione progressiva dei chilometri e per l'utilizzo parsimonioso di un oggetto non necessariamente nuovo; il portafoglio, per i costi ragionevoli ed il risparmio dovuto al non acquisto di altre auto; i partecipanti, per il piacere della condivisione, l'attivazione di relazioni reciproche, la soddisfazione di aver sperimentato che anche "un'altra auto è possibile".

    • Chi vuole mettersi in viaggio?

      A questo punto della storia, oltre a proseguire in modo convinto il percorso intrapreso, pensiamo che l'esperimento sia maturo e pronto a trasformarsi in pratica allargata. Considerando, infatti, che tutti noi abbiamo provato l'e sperienza come prima ed unica macchina, riteniamo che anche altre forme di condivisione siano possibili e più facilmente attuabili nella vita quotidiana. Come, ad esempio, l'uso che potrebbero fare tre o quattro famiglie che abitano vicine, utilizzando l'auto condivisa come seconda o terza macchina, senza che ogni famiglia sia costretta a comprarne una nuova. Bene, la strada è iniziata, come anche la sperimentazione delle applicazioni possibili: da parte nostra, siamo disponibili ad accompagnare chiunque voglia mettersi in viaggio.

    Per un primo contatto: Davide
    guididav@livecom.it

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