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    24 giugno 2007 - Michela Di Ciocco (staff Gruppo formazione Rees)
    Fonte: Bollettino di Primavera Rees Marche

    II° Incontro verso la Scuola delle Alternative

    L’Economia Solidale ed il Denaro

    28 ~ 30 Aprile 2007 Marina di Montemarciano (AN)

    Resoconto di Michela di Ciocco

    Intenso e pieno, il Secondo incontro della Scuola delle Alternative dal tema scottante del denaro. Il primo incontro – del dicembre scorso – era finito sulla scia di una sfida: il terreno più pericoloso ma anche fondamentale sul quale fondare la novità e la diversità dell’economia solidale, è proprio il denaro.

    «Nei secoli precedenti la modernità, il valore d’uso rappresenta l’unità di misura fondamentale. A partire dalla modernità, invece, si ha l’affermazione del valore di scambio. La presenza dell’uno o dell’altro influenza e coinvolge non solo l’assetto dell’economia, ma l’intera società; infatti, la centralità del valore di scambio porta il profitto a principio primo. Da mezzo di comunicazione quale era, lo scambio diviene mera funzione del profitto»
    Roberto Mancini, primo incontro verso la Scuola della Alternative 10 dicembre ‘06

    Il denaro non è un semplice mezzo di scambio, questo appare chiaro. Ma allora cosa è e come influenza la società e gli stili di vita delle persone?
    Il complesso tema è stato affrontato a partire da tre livelli che rispecchiano le aree principali su cui la Scuola delle Alternative vuole agire: la relazione, intesa come modalità di approccio tra individui, nel gruppo e nella rete; la consapevolezza, ossia la cura per la crescita individuale; il contenuto, cioè il tema da trattare attraverso la riflessione, il gioco, lo studio.
    Tre giorni, articolati nei diversi momenti corrispondenti ai tre elementi suddetti e con l’aiuto di altrettanti relatori ad animare le attività, non sono stati assolutamente sufficienti a dipanare la matassa. Ciononostante, nodi importanti sono emersi; tra quelli indagati, molti necessitano di ulteriore attenzione.

    “Benvenuti!”: primo giorno.
    Il gruppo è stato accolto dal primo relatore, Enrico Euli – già intervenuto al primo appuntamento – attraverso il gioco. Fatto non casuale, vista l’importanza di questa modalità e l’efficacia nel portare alla luce ciò che è nascosto…Il primo gioco si è svolto attorno a tre costanti fondamentali della vita di tutti i giorni: tempo, spazio e denaro. L’attività – partecipata con entusiasmo! – è stata poi riletta, al fine di individuare le questioni critiche nei rapporti del gruppo – dai partecipanti fino a risalire alla Rees - e più in generale dell’economia solidale.
    Prima fra tutte, la copertura del conflitto. Come già emerso nel corso del primo appuntamento, il conflitto e la sua gestione rappresentano il tipico problema dell’economia solidale: in quanto nonviolenta, incubatrice di un modo nuovo di essere e di produrre, l’economia solidale si vorrebbe spoglia dalle logiche violente presenti in maniera più o meno palese nell’attuale società. Eppure così non è: i giochi sono ottimi strumenti per portare alla ribalta ciò che scorre sotto la superficie; dietro l’ottimismo può esservi il rifiuto e la rimozione del problema, nell’abbraccio può nascondersi la paura dell’altro e di una relazione intima con lui, dietro la solidarietà può annidarsi l’aggressività. Come? Aiutare l’altro, può voler dire identificare il suo bisogno con il proprio. In questo modo, l’aggressività si veste da empatia. Facendo grossi danni, come è successo nell’economia solidaristica degli inizi del ‘900 e – come le testimonianze in vari modi riportano – le conseguenze sono state disastrose; l’empatia ha creato dipendenza, sfruttamento e colonizzazione. Come si intuisce, qui si tratta del livello della relazione, nel quale un altro gioco ha messo in evidenza quanto la relazione - ossia il fulcro su cui l’economia solidale poggia – sia vissuta in realtà in maniera problematica. La relazione è messa in gioco di sé, della propria diversità, del proprio vissuto: l’accettazione a tutti i costi dell’altro e di ciò che è, porta in sé il rischio dell’indifferenza…
    Nel pomeriggio, con la relazione di Maurizio Pittau, si è fatto luce direttamente sul tema principale, attraverso una carrellata delle evoluzioni del denaro – dal baratto alla finanziarizzazione dell’economia - fino ad arrivare all’attuale panorama delle monete alternative e di quelle complementari: un fenomeno, questo, in forte crescita anche in Italia.

    “Entriamo nel vivo!”: secondo giorno
    La mattinata inizia con un risveglio energetico con i movimenti del Qi-Gong, guidati da Vittoria Capone. Con l’intervento dello psicoterapeuta Eugenio Scarabelli, si è arrivati all’essenza della funzione del denaro, operante alla base della nostra cultura e, di conseguenza, nel rapporto di ognuno di noi con esso: l’ansia. Come già emerso nell’intervento sopraccitato di Roberto Mancini, che potete leggere su questa stessa sezione del Bollettino, l’angoscia umana si sviluppa dalla notte dei tempi di fronte al nulla, angoscia che si esprime nell’evento estremo della morte. E proprio dal nulla inizia il viaggio con Scarabelli, che conduce fino al riconoscimento della funzione di compensazione propria del denaro (l’attaccamento al denaro, l’attaccamento alle cose, come elementi con i quali esorcizzare l’angoscia del vuoto, del nulla, l’insicurezza e la paura che ne derivano). Contemporaneamente, il denaro rappresenta un forte condizionamento esterno che ci proietta fuori da noi stessi, ci rende dipendenti dai bisogni che la società induce e – quindi - dalla continua e crescente ricerca di denaro atta a soddisfarli; ossia, diviene a sua volta un meccanismo creatore di ansia. “Più si da valore ai condizionamenti esterni, più si è vincolati” per cui “è necessario riportare il centro del controllo di ciò che accade, all’interno”: ecco il compito del lavoro di consapevolezza su di sé.

    A seguire, grazie al contributo del professore Peter Kammerer, si è ripercorsa la storia del denaro, del ruolo e del funzionamento all’interno della società, a partire dalla sua origine. Con l’incipit fiabesco de “La fortuna di Gianni” dei fratelli Grimm, si è cercato di indagare la distinzione tra valore d’uso e valore di scambio, mostrando in che modo il valore di scambio abbia modellato non solo l’economia, quanto la realtà a tutto tondo. Il momento più acceso ha visto la discussione dell’idea che il denaro non sia strumento neutro e che porti con sé delle premesse molto forti, che incidono non solo su ciò che di esso si fa, ma su tutto ciò che lo circonda. Come potrebbe – quindi – l’economia solidale e più in particolare la Rees, affrontare il rapporto con esso; come portare avanti le proprie attività; la sfida col mercato?

    “A presto!”: terzo ed ultimo giorno
    Un occhio alle buone pratiche presenti nelle Marche, con l’esperienza del circuito di moneta locale elettronica tutt’ora in corso nel consorzio Marche Eque, riportata da Sandro Mangialardo dell’associazione Bioars. Nel consorzio sono riuniti diversi soggetti dell’economia solidale della zona di Osimo.

    Prima dei saluti finali, staff e partecipanti si sono confrontati in un momento importante di ritrovo e verifica. Ne è venuta fuori una descrizione dell’evento come denso, impegnativo, a volte anche scomodo. Le attività proposte, hanno puntato inesorabilmente alla messa in discussione dei valori, dei punti fermi alla base delle opinioni e delle credenze, strette attorno al tema citato; ma anche e soprattutto dei comportamenti, di ciò che si fa e - più di tutto - di ciò che si è. Molti i suggerimenti, i riconoscimenti, molte anche le critiche: l’approccio dello staff – anch’esso in formazione – è incappato in problemi ed in questioni come il rapporto con i relatori, una guida più presente che accompagni i partecipanti tra le diverse aree in cui si articolano le attività al fine di facilitare una migliore comprensione ed un maggiore coinvolgimento, il rapporto non così diretto tra Rees e Scuola delle alternative; tutti elementi che invitano non solo lo staff, ma l’intera Rees all’elaborazione continua ed alla sperimentazione. Proprio per questo, lo staff si è preso del tempo per poter ricalibrare il percorso, le sue priorità, le sue stesse modalità. Ragion per cui, l’evento previsto per l’estate verrà rimandato ad altra data.
    Vorrei chiudere riportando la personale sensazione, forte, della bellezza e dell’importanza di un luogo tale, di un laboratorio aperto per poter sperimentare e riflettere, confrontarsi e denudarsi come la Scuola delle alternative sta diventando. Perciò, alla prossima!!

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