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    28 gennaio 2008 - Varie Ass. Ambientaliste Marchigiane
    Fonte: Bollettino Rees Marche

    No All'Eolico Selvaggio!

    COMITATO LIBERI ORIZZONTI Marche-Umbria
    WWF Marche
    LIPU Marche
    MOUNTAIN WILDERNESS Italia
    FEDERAZIONE PRONATURA - Coordinamento regionale Marche
    CAI Marche - Commissione Regionale TAM
    LA LUPUS IN FABULA onlus

    Eolico selvaggio: scarsi benefici e molti danni per l'ambiente regionale.
    Le Associazioni ambientaliste nelle Marche unite per dire NO all'eolico industriale e selvaggio in zone montane di interesse naturalistico e paesaggistico!

    Nei prossimi mesi potremmo assistere ad uno dei più gravi attacchi degli ultimi decenni inferti alla natura e al paesaggio delle Marche. Sono infatti stati avviati i procedimenti per l'approvazione di ben 8 grandi centrali eoliche che dovrebbero sorgere su alcune delle aree più integre e di maggiore interesse paesistico-ambientale regionale. I rilievi ancora incontaminati dell'Appennino e dei Monti Sibillini, tutti sottoposti al vincolo paesaggistico, potrebbero essere invasi da decine e decine di gigantesche torri eoliche alte, comprese le pale, fino a 120 m, cioè come grattacieli di 40 piani, che non risparmierebbero Siti di Interesse Comunitario, Zone di Protezione Speciale e aree contigue alle aree protette. Degli 8 progetti finora presentati, ben 7 si concentrano nell'alto maceratese, interessando i comuni di Gagliole, Fiastra, Montecavallo, Pieve Torina, Serravalle del Chienti, Sefro, Fiuminata, Serrapetrona e Camerino. Tra questi vi è anche il progetto di iniziativa pubblica che prevede la realizzazione, a 1400 m di altitudine, della centrale più grande, composta da 17 pale da 2 MW, che potrebbero essere aumentate a 20. Un altro progetto interessa invece il M. Catria, la montagna più alta della Provincia di Pesaro. Se realizzati, il paesaggio montano marchigiano, compresi i leopardiani "Monti Azzurri", verrebbe stravolto e verrebbero messe a rischio le esigue popolazioni di uccelli rapaci rari, come l'aquila reale e il biancone.
    Gli innumerevoli appelli di quasi tutte le associazioni ambientaliste, rivolti da anni alla Regione affinché avesse posto rimedio all'assalto del territorio da parte dei "signori del vento", sono rimasti del tutto inascoltati. Nella sua fase di attuazione, il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) sta ora rivelando le sue incongruenze - solo in parte attenuate dalle linee guida approvate con D.G.R. n. 829/2007 - dimostrandosi inadeguato a garantire uno sviluppo razionale delle fonti energetiche rinnovabili e realmente rispettoso dei valori ambientali. La previsione di uno sviluppo di energia eolica di 160 MW appare infatti sovradimensionata rispetto alla sostenibilità ambientale, dal momento che i siti con condizioni idonee di ventosità coincidono con le sommità dei rilievi appenninici ad altissima valenza ambientale. La tutela di queste aree rimane pertanto affidata esclusivamente alla procedure di VIA effettuate sui singoli progetti e basate sugli studi di parte commissionati dalle potenti società produttrici di energia.
    Alle lusinghe economiche di queste società cedono facilmente i piccoli comuni montani che, alle prese con seri problemi di spopolamento e di bilancio, intravedono nell'energia eolica la panacea dei loro mali, rischiando però di compromettere le vere potenzialità di sviluppo del territorio, basate proprio sulla spiccata vocazione turistica e ambientale.
    L'impatto prodotto dalle centrali eoliche nei confronti del paesaggio e dell'avifauna, descritto anche nello stesso PEAR, non può essere giustificato neanche ricorrendo alla necessità di ridurre le emissioni di "gas serra" nel rispetto del protocollo di Kyoto, dal momento che il loro contributo energetico in Italia è irrisorio: basti pensare che tutte le centrali eoliche realizzate in Italia fino al 2006 coprono meno dell1% del fabbisogno energetico nazionale che, tra l'altro, cresce al ritmo di circa il 2% l'anno.
    Insomma, i conti del bilancio tra i costi, in termini di impatto sull'ambiente e sul turismo, e di benefici, in termini di produzione energetica, sembrano proprio non tornare e, paradossalmente, lo sviluppo dell'energia eolica nelle Marche rischia di tradursi in un clamoroso boomerang che finirebbe per favorire proprio gli assidui sostenitori dei combustibili fossili.

    Comunicato stampa del 24/10/2007
    Ventiquattro torri eoliche gigantesche tra Marche e Umbria

    Il prossimo 31 ottobre la Regione Marche, insieme alla Regione Umbria e agli altri enti competenti, si pronuncerà sulla valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di due grandi centrali eoliche nei Comuni di Montecavallo, Serravalle di Chienti e Pieve Torina. La prima centrale, proposta da una società privata, prevede l'installazione di 7 torri eoliche sul M. Tolagna, mentre la seconda, proposta dalla Comunità Montana di Camerino, prevede l'installazione di 17 torri in un'area limitrofa alla prima.
    Se approvati, una delle aree più integre e suggestive dell'Appennino umbro-marchigiano verrà deturpata da ben 24 gigantesche torri eoliche alte, comprese le pale, circa 120 metri, cioè come grattacieli di 40 piani, a cui si aggiungerebbero le opere riguardanti le strade e le linee elettriche.
    L'area è paesaggisticamente vincolata ed è situata, da 1200 a oltre 1400 metri di quota, tra la Riserva Naturale Statale di Torricchio e il Parco Regionale di Colfiorito. Dista inoltre meno di un chilometro dalla Zona di Protezione Speciale "Valnerina, Montagna di Torricchio, Monti Fema e Cavallo" ed è a poco più di 2 km da uno degli ultimi siti di nidificazione dell'Aquila reale nell'Appennino. Gli impianti risulterebbero ben visibili dai rilievi circostanti dell'Umbria e delle Marche, nonché dai Piani di Colfiorito (dove tra l'altro sorge il sito archeologico di Plestia) e dal cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
    Dovrebbero bastare questi dati ad evidenziare le contraddizioni del Piano Energetico Ambientale della Regione Marche (PEAR) e il suo insuccesso nel tentativo di conciliare in questi termini lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili con la tutela dei valori ambientali del territorio. Un PEAR che consente la realizzazione di grandi centrali eoliche (impianti industriali a tutti gli effetti) anche nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico e nei siti Natura 2000, peraltro in netto contrasto con i criteri adottati dai vicini di casa umbri dove, invece, in condizioni ambientali pressoché analoghe, si è responsabilmente scelta la strada di una concreta tutela del paesaggio e della biodiversità.
    La proliferazione selvaggia di grandi centrali eoliche volute da multinazionali del settore (sono 9 i progetti attualmente in fase di valutazione) può rappresentare uno dei più gravi attacchi alla montagna appenninica e, quindi, alla natura regionale, che si andrebbe ad aggiungere agli altri scempi previsti o i cui effetti nefasti sono già purtroppo sotto gli occhi di tutti: le cave, che ora possono essere aperte anche all'interno delle aree protette; i nuovi impianti sciistici e di innevamento artificiale; il metanodotto; la "quadrilatero", che ha già sfigurato l'Oasi di Polverina.
    Nella convinzione che gli obiettivi di riduzione di "gas serra" fissati dal protocollo di Kyoto possano essere raggiunti senza dover sacrificare gli angoli ancora incontaminati dell'Appennino, ci appelliamo alla Regione Marche affinché ponga rimedio agli altissimi rischi ambientali dell'eolico selvaggio e, a tal fine, utilizzi gli stessi criteri di valutazione adottati con lungimiranza dall'Umbria.
    Per informazioni l'Associazione capofila è:
    Commissione Regionale Tutela dell'Ambiente Montano
    CAI - Gruppo Regionale Marche

    E-mail:

    crtam-caimarche@libero.it -

    Sito web:

    http://www.caimarche.it/commissioni/tam.htm

    Nota della Redazione del Bollettino:

    L'Associazione REES Marche non ha dibattuto il problema dell'energia eolica sulle nostre montagne e non ha una posizione in merito. Il tema si presenta come controverso, in quanto come associazione sosteniamo l'uso delle energie alternative, ma nello stesso tempo sosteniamo anche il rispetto dell'ambiente naturale.
    Gli articoli che pubblichiamo esprimono sempre la posizione degli autori e non quella dell'Associazione. In particolare in questo caso mettiamo in evidenza che i due articoli che compaiono su questo numero del bollettino sul tema dell'eolico, rappresentano solo la posizione degli autori.

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