Dalla critica dell'attuale modello economico all’economia solidale
Proposta formativa per i Dirigenti ed i Funzionari della Regione Marche
1. Contesto economico e socio-culturale di riferimento
Con l’espressione Economia Solidale si fa riferimento ad un sistema economico e sociale orientato al bene comune, alternativo a quello capitalista neoliberista, e operante secondo i principi espressi nella “Carta per la Rete Italiana di Economia Solidale”. Tra i principi di questa nuova economia, assumono particolare rilievo quelli di equità, solidarietà, ecologia, rispetto per le persone, partecipazione, responsabilità, valorizzazione della dimensione economica locale, globalizzazione solidale, collegamento solidale in rete.I problemi della globalizzazione dei mercati. Abbiamo assistito negli ultimi decenni ad uno sviluppo dell’economia tradizionale, basata su obiettivi di crescita e di espansione illimitati e sul perseguimento del profitto ad ogni costo. Oramai gli investimenti sono sempre meno economici e sempre più finanziari poiché l’obiettivo non è la produzione del bene su cui si investe ma l’accrescimento del proprio patrimonio attraverso mere operazioni speculative. Parallelamente, questo processo di globalizzazione ha portato ad un accrescimento della concorrenza con spostamenti delle fasi produttive in paesi a basso costo del lavoro e l’inevitabile fase di recessione economica dei Paesi che un tempo erano leaders nell’industria della trasformazione e che maggiormente investivano in nuove tecnologie.
L'economia tradizionale è iniqua per l’ambiente e il sociale; proviamo a pensare all'impatto ambientale dei nostri consumi. Pensiamo all'utilizzo in agricoltura di pesticidi e fertilizzanti che avvelenano le falde acquifere, all'uso quotidiano di prodotti chimici per la pulizia della casa che avvelenano le zone di produzione con sostanze tossiche, o allo spreco di carta per tutti gli usi che provoca un impoverimento di boschi e foreste a livello planetario. L'economia tradizionale può essere opprimente per milioni di persone, perché contribuisce al loro sfruttamento.
Per superare la logica del mercato tradizionale, il primo passo da compiere è quello di prendere coscienza che il nostro consumo è un fatto che riguarda tutta l'umanità. Le nostre azioni sono le stesse di milioni di persone ed hanno conseguenze planetarie. Ecco allora che consumare consapevolmente significa porsi tante domande; chiedersi qual è la storia che c’è dietro al prodotto; verificare se è positiva o negativa. Il consumatore sia privato che pubblico è l’anello fondamentale della filiera produttiva in quanto destinatario dei beni di consumo. Ora però si trova stretto nella morsa di una crisi economica che, da un lato, pone continuamente il problema delle disponibilità finanziarie a causa della perdita del potere d’acquisto dei salari e, dall’altro, un’offerta di beni sempre più di scarsa qualità. Per questo il consumatore non deve più pensarsi come semplice contenitore acritico sul quale il mercato riversa i suoi prodotti, ma può riorganizzarsi come soggetto attivo e propositivo e farsi esso stesso forza trainante per una ripresa dell’economia che riparta da un legame stretto tra produttore e consumatore e valorizzi le risorse locali.
In Italia fanno parte dell’economia solidale iniziative quali consumo critico, bilanci di giustizia, gruppi di acquisto solidali, commercio equo, finanza etica, turismo responsabile, agricoltura biologica, associazioni di volontariato, cooperative sociali e di produzione, etc. Si tratta di esperienze che sperimentano nella pratica economica risposte concrete alle diverse problematiche poste dalle politiche economiche neoliberiste. In questo senso l'economia solidale non va considerata un settore dell'economia, ma un approccio trasversale che tocca i vari settori. Il processo di costruzione delle reti dell’economia solidale si è intrecciato con la riflessione sull’autosostenibilità locale e sulla partecipazione democratica alle scelte del territorio, dando vita a diverse sperimentazioni di DES-Distretti locali di Economia Solidale.
Le Marche rappresentano un territorio particolarmente ricco di esperienze di economia solidale, basti ricordare che sono la culla dell’agricoltura biologica, che sul loro territorio hanno sede una delle più innovative organizzazioni di commercio equo e solidale (Mondo Solidale, che conta 14 botteghe in regione), nonché 24 Gruppi di acquisto Solidale formalizzati, e che vantano forme di cooperazione sociale tra le più interessanti in Italia. Dai dati del primo censimento ISTAT, nel 2001 il terzo settore marchigiano conta quasi 7.500 organizzazioni non profit, pari al 3,4% del totale nazionale, con un rapporto istituzioni/abitanti ben superiore alla media italiana.
Nel 2004 è stato creato il Tavolo Regionale per l’Economia Solidale a cui partecipano una cinquantina di rappresentanti dei vari settori dell’altra economia. Il Tavolo, nell’ottobre del 2006, si è poi trasformato in associazione di promozione sociale diventando la REES. Il consolidamento delle rete e a costituzione dell’associazione hanno consentito una maggiore collaborazione con diverse istituzioni locali, volta all’organizzazione di fiere ed eventi (Eco&Equo ed altre manifestazioni locali), alla realizzazione di filiere corte e distretti locali, come ad esempio nella Provincia di Ascoli Piceno, o alla realizzazione di percorsi finalizzati al risparmio energetico ed alla aggregazione dei consumatori critici, come nel caso del progetto “Cambieresti”, realizzato nella provincia di Pesaro-Urbino, o del progetto “Svolta” in fase di avvio nella Provincia di Macerata. Nel 2005 la REES, con finanziamento dalla Regione Marche, ha svolto un censimento dei soggetti dell’economia solidale marchigiana: lavoro che, di recente, ha dato luogo alla pubblicazione delle “Pagine Arcobaleno - Marche”, vera e propria guida al consumo consapevole nella nostra regione.
2. Il Processo Formativo
Il progetto formativo si sviluppa in un processo che si articola in tre fasi:a) Analisi dei fabbisogni formativi di concerto con la committenza e, ove possibile, con i partecipanti stessi, allo scopo di avvicinare teoria e pratica, rendere l'intervento sempre più efficace e vicino alle esigenze delle persone e dell'organizzazione coinvolta, secondo una logica che vede la formazione come strumento di intervento e di evoluzione organizzativa e personale e non come momento didattico fine a se stesso
b) Predisposizione dei contenuti e della microprogettazione dell'intervento in base alla sequenzialità e alla metodologia ritenuta più idonea ed avvalendosi dei moderni supporti tecnologici ad uso della formazione degli adulti.
c) Valutazione dei partecipanti. In un'ottica da sempre orientata alla qualità e al continuo miglioramento, si tengono in grande considerazione la valutazione e i suggerimenti forniti dai partecipanti agli interventi formativi. Le impressioni fornite da chi vive in prima persona un intervento di formazione sono strumenti preziosi per assicurare una continua crescita del valore della consulenza.
L'approccio formativo. A nostro avviso è fondamentale esaminare i fattori e i criteri soggettivi che possono motivare al cambiamento. Prediligeremo, pertanto, Il modello formativo rogersiano, focalizzato sulla centralità della persona, sulla congruenza dei nostri comportamenti e sull’empatia con ciò che è altro e diverso da noi. Tutte le sezioni d'aula prevedono l'alternarsi di fasi didattico/teoriche con fasi interattive allo scopo di fornire un feedback ad personam utile a mettere a punto lo stile personale di apprendimento ed il proprio modello applicativo.
Metodologie utilizzate. Il percorso formativo sarà strutturato intrecciando momenti teorico-informativi a testimonianze dirette ed esperienze di economia-solidale. La metodologia del corso è di tipo partecipativo e prevede, affianco alle lezioni frontali, lavori di gruppo e discussioni guidate sui temi del corso. Le tecniche formative prevalenti saranno la lezione frontale, la discussione guidata a tema, i lavori di gruppo, le simulazioni, la ricerca individuale, studio di casi, testimonianze dirette, la navigazione guidata in rete.
3. Il Percorso Formativo: obbiettivi e contenuti
L'obiettivo generale del corso è quello di avvicinare ai principi ed alle pratiche dell'economia solidale l'ente Regione Marche, attraverso l'incontro/confronto con le persone che operano al suo interno. Infatti, di fronte ad un notevole sviluppo nazionale e internazionale di pratiche economiche e sociali “alternative” (vedi paragrafo 1), appare importante la ricerca di un lessico e di valori comuni tra la società civile e gli attori istituzionali del territorio, in grado di avviare percorsi di condivisione e realizzazione di attività capaci di stimolare le comunità e le economie locali, come già avviene in diverse felici esperienze italiane ed europee.Questo corso, inoltre, vista la precedente e proficua collaborazione tra i soggetti dell’economia solidale ed i funzionari della Regione Marche, ci consente di auspicare una nuova fase di questa collaborazione volta ad implementare ulteriormente una capacità di dialogo e co-progettazione sulle tematiche dell'economia solidale tra i diversi settori di attività dell'ente Regione Marche e tra questi e la REES stessa.
Contenuti in sintesi. Il percorso formativo parte dall'analisi dei rischi della globalizzazione neoliberista e dell'economia tradizionale, prospettando le risposte possibili, ricercandole nella teoria e nelle pratiche dell'economia solidale. Si prosegue con una visita diretta all'economia solidale, andando a “toccare con mano” uno dei più riusciti esempi marchigiani di chiusura in loco di filiera. Dopo aver conosciuto i soggetti dell'economia solidale, verranno analizzate le principali buone pratiche nazionali ed europee che gli EELL realizzano a supporto dell'ecosol, cioè il ruolo che il settore pubblico può rivestire nello sviluppo di economie locali solidali. Infine, ci si concentrerà sul concetti ed esperienze di distretti di economia solidale, e sulle possibilità di realizzarne nei territori delle Marche. Lo spettacolo a chiusura del corso, infine, ci permetterà di iniziare la disseminazione dei risultati del corso e pubblicizzarne lo spirito fortemente innovativo sia all’interno della struttura regionale, sia rispetto alla società civile marchigiana.
Incontro |
Titolo |
Incontro N° 1 |
LA GLOBALIZZAZIONE TRA SVILUPPO E DECRESCITA: PROBLEMI E RISPOSTE |
Incontro N° 2 |
IL MOSAICO DELL’ECONOMIA SOLIDALE |
Incontro N° 3 |
TOCCARE CON MANO: VISITA ALL’AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA |
Incontro N° 4 |
LE POLITICHE PUBBLICHE A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA SOLIDALE: LE BUONE PRATICHE DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI |
Incontro N° 5 |
I DISTRETTI DI ECONOMIA SOLIDALE E LA SITUAZIONE MARCHIGIANA |
LA GLOBALIZZAZIONE TRA SVILUPPO E DECRESCITA: PROBLEMI E RISPOSTE
(Docente proposto:Deborah Lucchetti – Presidente FAIR) |
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Obiettivo didattico specifico |
Contenuto specifico |
Tecnica didattica |
Strumenti didattici |
Note |
Analizzare i limiti e le problematiche legate al presente modello economico, in particolare al fenomeno della globalizzazione
Introdurre l’economia solidale: valori e pratiche.
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Il fulcro dell’incontro è rappresentato dall’introduzione all’economia solidale. L’approccio è reso possibile solo da una precisa consapevolezza delle criticità dell’attuale organizzazione economica, cui appunto l’economia solidale tenta di dare risposta.
Partendo dall’analisi dei principali nodi di problematicità (meccanismi e crisi del capitalismo globale, crisi di legittimità, organismi internazionali e loro politica) e dall’impatto che hanno sulla dimensione sociale (Standard di vita, paradosso della felicità, professionalità mutilanti) per arrivare alle proposte alternative che costituiscono l’economia solidale (centralità della persona, decrescita, economia locale e compatibilità ambientale) |
lezione frontale (circa 2 ore); Test di valutazione dell’impronta ecologica; gioco di ruolo e conseguente discussione per gruppi (circa 1,5 ore)
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connessione internet, pc + video proiettore; Scheda di rilevamento per il test; lavagna a fogli mobili + pennarelli, + post it; Schede di approfondimento fogli e penne per tutti i partecipanti |
Dopo l’attività ludica del gioco di ruolo, la classe sarà divisa in due gruppi per meglio poter gestire la discussione che verterà su un approccio empatico e su tematiche valoriali. La classe si riunirà poi per confrontare i risultati del lavoro dei due gruppi.
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IL MOSAICO DELL’ECONOMIA SOLIDALE
(Docente proposto: Andrea Saroldi, Rete Gas nazionale) |
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Obiettivo didattico specifico |
Contenuto specifico |
Tecnica didattica |
Strumenti didattici |
Note |
Approfondire la conoscenza dell’economia solidale: ambiti, buone pratiche ed attori. |
Inventario degli ambiti dell’economia solidale, attraverso una carrellata di “buone pratiche” e dei soggetti che danno loro vita:
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lezione frontale (circa 2,5 ore); esposizione del materiale e discussione per gruppi (circa 1 ora)
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connessione internet, pc + video proiettore; lavagna a fogli mobili + pennarelli, + post it; materiale informativo sulle buone pratiche Articoli (artigianali, alimentari) provenienti dalle esperienze di economia solidale fogli e penne per tutti i partecipanti |
La divisione per gruppi – presente in diversi incontri – facilita quell’approccio alla persona che costituisce sia il fulcro dell’economia solidale che della formazione che ad essa si riferisce. |
TOCCARE CON MANO: VISITA ALL’AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA
(Detentore di buone pratiche: Malavolta Enzo) |
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Obiettivo didattico specifico |
Contenuto specifico |
Tecnica didattica |
Strumenti didattici |
Note |
Conoscenza diretta di un’azienda e delle pratiche di agricoltura biologica.
Conoscenza diretta della filiera corta della pasta biologica picena |
Agricoltura biologica: procedure, certificazioni, disciplinari di produzione ortofrutticola eco-compatibile.
Aggregazione dell’offerta biologica, filiera corta ed aspetti distributivi. |
Visita guidata all’azienda ortofrutticola (circa 2 ore);
Discussione a tema(circa 1,5 ore) |
Schede di approfondimento fogli e penne per tutti i partecipanti materiali informativo prodotti alimentari |
Durante la visita ed al termine di essa, ai partecipanti sarà offerto un assaggio dei prodotti ortofrutticoli ed una degustazione degli altri prodotti della filiera corta picena. |
LE POLITICHE PUBBLICHE A SOSTEGNO DELL’ECONOMIA SOLIDALE: LE BUONE PRATICHE DELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI (Docente proposto: Alessandro Messina, Comune di Roma) |
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Obiettivo didattico specifico |
Contenuto specifico |
Tecnica didattica |
Strumenti didattici |
Note |
Considerata la composizione dell’aula (funzionari dell’Ente Regione Marche), si vogliono fornire esempi e strumenti concreti per realizzare politiche pubbliche di promozione e sostegno dell’economia solidale.
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Il fuoco di questo incontro è puntato sulla capacità/possibilità degli Enti Locali di essere attori di politiche di sviluppo locale, interagendo con la società civile del territorio per promuovere e sostenere le iniziative dell’economia solidale.
Partendo da una rassegna di esperienze e buone pratiche nazionali ed europee, (Città dell’Altra Economia” promossa dal Comune di Roma; il Progetto “Cambieresti?” promosso da Comune e Provincia di Venezia; il marchio Unser Land in Germania, etc.), si analizzerà quale possano essere i ruoli e le strategie degli enti pubblici a supporto dello sviluppo delle reti e degli attori locali di economia solidale. |
lezione frontale (circa 2 ore); lavoro per gruppi con discussioni guidate a tema, e simulazioni di progetti (circa 1,5 ore)
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connessione internet, pc + video proiettore; lavagna a fogli mobili + pennarelli, + post it; fogli e penne per tutti i partecipanti |
Nella seconda parte della lezione –come per i precedenti incontri- l’aula verrà divisa in due gruppi di lavoro che, attraverso la conduzione del tutor e dell’assistente d’aula, dovranno rielaborare i contenuti forniti dal docente e giungere ad una relazione/progetto finale, sotto la supervisione del docente stesso. |
I DISTRETTI DI ECONOMIA SOLIDALE E LA SITUAZIONE MARCHIGIANA
(Docente proposto: Andrea Calori) |
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Obiettivo didattico specifico |
Contenuto specifico |
Tecnica didattica |
Strumenti didattici |
Note |
Analizzare i DES come forma strutturata di rete tra i diversi attori dell’economia solidale.
Analizzare la situazione della regione Marche: quali attori e quali reti di economia solidale? |
Distretti di Economia Solidale come forma strutturata di rete tra i diversi attori dell’economia solidale, in grado di innescare sinergie e rivitalizzare il tessuto socio-economico locale Analisi di casi nazionali ed internazionali. Fotografia della situazione nella regione Marche. La REES – Rete di Economia Etica e Solidale e la costituzione di Distretti Solidali nelle Marche |
lezione frontale (circa 2 ore); lavoro per gruppi con discussioni guidate a tema, e simulazioni di progetti (circa 1,5 ore)
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connessione internet, pc + video proiettore; lavagna a fogli mobili + pennarelli, + post it; fogli e penne per tutti i partecipanti |
Nella seconda parte della lezione l’aula sarà divisa in due gruppi di lavoro che, attraverso la conduzione del tutor e dell’assistente d’aula, dovranno rielaborare i contenuti forniti dal docente e giungere ad una relazione/ progetto finale, sotto la supervisione del docente stesso. |
Il programma del corso si articola in 5 incontri di 4 ore ciascuno e sarà concluso dallo spettacolo finale. Gli incontri formativi si svolgono dalle ore 9,00 alle ore 13,00. Si propone la seguente calendarizzazione:
Evento |
Data proposta |
1° incontro formativo |
Giovedì 10 aprile 2008 |
2° incontro formativo |
Mercoledì 23 aprile 2008 |
3° incontro formativo |
Martedì 06 maggio 2008 |
4° incontro formativo |
Mercoledì 14 maggio 2008 |
5° incontro formativo |
Martedì 27 maggio 2008 |
Seminario finale per disseminazione |
Martedì 03 giugno 2008 |
per la Scuola delle Alternative
Toni MontevidoniTel/Fax: 0733-781140
Cell.: 335-6241595
E-mail: tonimon@hotmail.com
Skype : tonimon70
VoipStunt : fabiomon