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    4 settembre 2006 - Patrizia Mercuri
    Fonte: Bollettino Res Marche N°4 Anno 1 - 04 luglio 2005

    Tecniche psicocorporee: il Rebirthing

    • Definizione

      Rebirthing significa rinascita e il cammino che questa tecnica propone per favorire il rinascere o il ricominciare presenta due aspetti principali: il lavoro sulla respirazione e quello sulla consapevolezza (educazione del pensiero).

    • La storia

      Il Rebirthing nasce nei primi anni ’70 in California a cura di un gruppo di persone, che dopo varie vicissitudini personali si ritrovano a vivere tutti insieme in una grande casa, dove ognuno sperimenta gli effetti di una particolare forma di respirazione, scoprendo da subito la sua grande potenzialità per sciogliere blocchi e tensioni accumulate nel corpo e nella psiche a partire dalla primissima infanzia. Oltre a questo lavoro con la respirazione, queste persone praticano delle tecniche di purificazione sia fisiche, con dei digiuni, che mentali, con l’uso delle affermazioni e del pensiero creativo. Nei primi tempi, il rebirthing veniva praticato esclusivamente in acqua, perché i pionieri pensavano che fosse l’abbinamento della respirazione con questo elemento a permettere alle memorie negative di riaffiorare dall’inconscio per essere affrontate e lasciate andare. Fu soltanto in una fase successiva che scoprirono che la respirazione da sola era sufficiente e iniziò così l’era di una maggiore diffusione del rebirthing.

    • Che cos’è il rebirthing?

      È un metodo moderno e olistico per crescere e migliorarsi, per riconoscere i propri schemi mentali e comportamenti ripetitivi e limitanti. Offre gli strumenti necessari per riconoscere e sbloccare questi funzionamenti, e utilizza una tecnica respiratoria dalle caratteristiche ben precise.

    • Il potere del respiro

      La respirazione ha un ruolo indispensabile per il nostro benessere, non tanto come mezzo con cui immettiamo l’ossigeno che ci permette di effettuare tutto il lavoro del corpo, quanto come strumento di eliminazione delle scorie. Queste vengono eliminate per circa un 30% tramite la defecazione, la minzione e la sudorazione, mentre l’evacuazione del restante 70% è opera della respirazione. Eppure, delle ricerche mediche hanno messo in evidenza che la maggior parte delle persone non respira la maggior parte del tempo! Tende invece a fare brevi inspirazioni affannose e a trattenere il fiato prima di una lunga espirazione. Fanno una pausa più o meno lunga prima di riprendere una breve inspirazione. Fortunatamente però, è sempre possibile controllare e modificare, almeno parzialmente, il respiro. La respirazione del rebirthing è detta consapevole e circolare, perché non ha pause tra l’inspirazione e l’espirazione. Si inspira a fondo, facendo particolare attenzione a portare l’aria nella parte alta del petto, nello spazio polmonare che di solito non viene usato, e poi, immediatamente, si espira senza forzare, spingere o cercare di controllare il flusso d’aria. L’espirazione deve essere spontanea e breve: si tratta infatti di lasciar andare solo il respiro, visto che non viene più mantenuta la tensione nei muscoli intercostali che sollevano la gabbia toracica o nel diaframma che viene tirato giù. Mentre questi muscoli si afflosciano, il petto butta fuori l’espirazione, aiutato in questo anche dalla forza di gravità, dato che la sessione di respirazione si pratica, nella maggior parte dei casi, distesi per terra (è possibile respirare anche in acqua o, in casi particolari, seduti). Un simile schema respiratorio non vuol dire affatto iperventilare. È semplicemente un metodo che permette all’individuo di respirare per tutto il tempo e non solo di tanto in tanto. Apre uno spazio polmonare prima inutilizzato e per questo può essere piuttosto soprannominato “superventilazione”, ma siccome l’espirazione non viene né forzata, né prolungata, non c’è l’eccessivo scarico di anidride carbonica che provoca la sindrome di iperventilazione. Respirando continuamente per più o meno un’ora, scivoliamo dentro uno stato di coscienza alterato, dove il tempo lineare non ha più il controllo, dove il passato e presente si sovrappongono permettendo il recupero di immagini, pensieri o emozioni legati all’infanzia o alla nascita. Continuando a respirare, questi vissuti tendono a dissolversi e a perdere la loro carica psicologica. Il meccanismo che permette al respiro di aprire la coscienza del qui e ora ai vecchi imprinting non è stato ancora compreso, ma si è notato che la respirazione circolare del rebirthing riproduce nel cervello condizioni simili a quelle della gestazione, quando lo scambio placentare ci assicurava l’approvvigionamento continuo di ossigeno e la rimozione rapida e costante delle scorie, con un ritmo, appunto, circolare! Ora potreste anche chiedervi a cosa serve respirare in modo circolare per circa un’ora e recuperare del vecchio materiale? A questa domanda, personalmente, non ho una risposta precisa da dare, ma in oltre dieci anni di esperienza professionale con il rebirthing, mi sono accorta che il nostro benessere e il nostro vivere bene sono collegati alla nostra capacità di “respirare” la vita, ossia di prendere e lasciare gli eventi che ci toccano, senza resistere loro o senza particolari attaccamenti. Più respiriamo fluidamente, più energia abbiamo a disposizione e più riusciamo ad affrontare e superare qualsiasi cosa. Quando attraversiamo periodi particolarmente difficili e pieni di tensioni, respiriamo meno e più superficialmente e non consentiamo alla nostra energia vitale di circolare liberamente in tutto il nostro essere, creando così un circolo vizioso che tende a bloccare il respiro. Dal primo respiro che abbiamo preso con i nostri polmoni, ossia quando siamo nati, tutto quello che abbiamo vissuto, positivo o negativo, ha lasciato un segno dentro di noi, così come il modo in cui siamo stati concepiti, portati in grembo e venuti al mondo. Lo scenario della nascita (concepimento, vita intrauterina e parto) può condizionare il nostro comportamento ancora oggi. Questo tema meriterebbe di essere approfondito, con un secondo articolo. Vediamo però soltanto un paio di esempi:

      1. A volte, i genitori desiderano intensamente avere un maschio o una femmina, ma il piccolo o la piccola nasce di “sesso opposto”. Gli individui che hanno vissuto questa situazione, hanno spesso difficoltà a sentirsi accettati per quello che sono. Temono di deludere o essere delusi. Hanno vissuto una pubertà difficile.
      2. Può capitare che alla donna che sta per partorire, proprio nella fase dell’espulsione, vengano fatte incrociare le gambe per “trattenere” il piccolo o la piccola (magari perché il medico non è ancora arrivato…). Le persone nate in questo modo tenderanno a provare il bisogno di infrangere “un muro di resistenza” senza riuscirci. Attendono spesso che gli eventi si facciano minacciosi prima di agire. Si sentono trattenuti dal partner e pensano “non posso ottenere ciò che voglio quando voglio”.

    • Il potere del pensiero

      Il secondo pilastro del rebirthing è il lavoro sul pensiero, con una attenzione particolare all’attività della nostra mente inconscia, ossia a quello che pensiamo dentro di noi, ma di cui non siamo consapevoli. In questa zona infatti, vanno a finire i riferimenti alle esperienze vissute e catalogate come spiacevoli, esperienze che ci hanno disturbato in quanto fonti di dispiacere, dolore, frustrazione, rabbia, infelicità, tristezza. Preferiamo reprimere questi pensieri e renderli inaccessibili alla nostra coscienza perché siamo convinti che così facendo ci liberiamo anche delle sollecitazioni negative che essi producono. In realtà, tutto quello che è represso è costantemente alimentato da enormi quantità di energie e per questo può continuare la sua attività disturbante anche se in modo non cosciente. Permettendo a questi pensieri, ricordi e emozioni di riaffiorare alla superficie della coscienza, è possibile oggettivarli (quello che mi faceva paura da bambina, oggi può farmi sorridere), integrarli (accetto che sia stato così finora, ma voglio cambiare) e lasciarli andare (il passato non c’è più e mi apro a delle nuove possibilità). Si può capire l’importanza del pensiero quando ci si accorge che è all’origine di ogni cosa: prima si pensa, poi si parla e si agisce. Con il pensiero posso fare ogni cosa: vincere le olimpiade, partire in vacanza sulla luna, augurare del bene o del male agli altri, ecc. Di solito, le persone sono convinte che ciò che succede loro nella vita di tutti i giorni, in famiglia, al lavoro o durante il tempo libero, è la causa del loro star bene o male. In realtà, è il contrario. La qualità di ciò che penso determina la qualità della mia vita. Posso arrabbiarmi se qualcuno mi insulta o posso decidere di non prendermela. Sono libera di scegliere il mio comportamento solo quando non reagisco più per riflessi condizionati, scatenati da fattori esterni e che creano miei comportamenti prevedibili. Questo può avvenire quando il materiale sepolto viene portato dal livello inconscio a quello conscio, lasciando finalmente lo spazio alla nostra vera natura di manifestarsi, perché dentro ognuno di noi esiste un nucleo di perfezione, immutato e immutabile, dove possiamo trovare chi siamo.

    • Libri

      • titolo: I bambini ricordano la nascita
        autore: David Chamberlain
        casa Editrice: Bonomi Editore

      • titolo: Rebirthing
        autore: Milena Screm
        casa Editrice: Ed. Armenia

    • Indirizzi nazionali di centri di formazione

    • Indirizzi locali, per sedute di rebirting, individuali o di gruppo:

      • CentroArmonico
        C.so Persiani, 45 – Recanati (AN)
        tel. 071 7575844 –
        www.centroarmonico.it

      • Studiomedico Busilacchi / Dedova
        C.so Garibaldi, 38 – Ancona
        tel. 071 2072602

      • Centro Olistico Orion
        S.P. Fermana, 109 – c.da Campiglione – Fermo
        tel. 0734 605471

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