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    4 settembre 2006 - Emilio Biondini e Alessandra Bloise Diana
    Fonte: Bollettino Res Marche N°4 Anno 1 - 04 luglio 2005

    L´Onoterapia

    Premessa

    Con un decreto legislativo del 6 febbraio 2003 è stata riconosciuta ufficialmente la cosiddetta “pet terapy” (terapia con l’aiuto degli animali domestici) all’interno del servizio sanitario nazionale. Tale decreto non rappresenta solo un importante riconoscimento del valore terapeutico dell’animale, peraltro già noto da tempo, all’interno di programmi ben definiti, ma abbatte anche numerosi vincoli pratici e pregiudizi che impedivano il loro accesso in ospedali, istituti e case di riposo. L’intuizione del valore terapeutico degli animali, che risale all’antichità e nel corso dei secoli ha assunto sempre più importanza, trova oggi una strutturazione metodologica e impieghi mirati a specifiche patologie. Per indicare questo tipo di approccio da parte della medicina e della ricerca di base si parla in modo diffuso di “pet terapy”, un neologismo di origine anglosassone coniato dallo psichiatra infantile Boris Levison negli anni ’50-’60. Il termine “pet terapy” indica una serie complessa di utilizzi del rapporto uomo-animale in campo medico-psicologico.

    Attività Assistita con gli Animali

    Le Attività Assistita con Animali (AAA) sono interventi di tipo educativo e/o ricreativo ed hanno l’obiettivo primario di migliorare la qualità della vita di persone in situazioni di disagio personale e/o sociale e disabili. Le AAA sono costituite da incontri di animali da compagnia con persone in strutture di vario genere. Questi incontri e visite possono avvenire sia accompagnando l’animale verso le strutture con persone che si possono avvalere della sua presenza, sia con lo spostamento delle persone nei luoghi abituali dell’animale.

    Caratteristiche

    • Non sono necessari obiettivi specifici programmati per ciascuna visita anche se è opportuno prevedere sempre obiettivi di miglioramento;

    • è opportuno raccogliere e conservare dati sulle visite effettuate;

    • le visite sono gestite con spontaneità e la loro durata non è prestabilita.

    • Può essere impiegata, con pazienti affetti da varie patologie, con questi obiettivi:

      • cognitivi (miglioramento di alcune capacità mentali, memoria, pensiero induttivo,etc.)

      • comportamentale(acquisizione di regole, etc.)

      • psicosociali(miglioramento delle capacità relazionali e di interazione)

      • psicologici in tempo stretto (trattamento della fobia animale, miglioramento dell’autostima, etc.).

    • Sono interventi con obiettivi specifici predefiniti, in cui gli animali rispondenti a determinati requisiti sono parte integrante dei trattamenti volti a favorire il miglioramento delle funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive nonché della salute del paziente.

    • Si tratta di co-terapie dolci che, affiancando i consueti trattamenti, si rilevano efficaci anche laddove questi non riescono, grazie soprattutto alla presenza degli animali.

    Che cos'è l’Onoterapia

    E’una pratica equestre che utilizza l’asino come strumento terapeutico. Essa consiste in un “complesso di tecniche di rieducazione” che mirano ad ottenere il superamento di un danno sensoriale, motorio, cognitivo, affettivo e comportamentale. È un processo di riabilitazione che consente al paziente di relazionarsi con l’animale. Attraverso il contatto utente-equino, si instaura un importante canale di contatto corporeo attraverso cui si acquisisce controllo e fiducia di sé. È un’esperienza emozionante che ha la facoltà di risvegliare tutti i sensi ed i sentimenti dell’utente attraverso “l’incontro” con l’asino. La presenza di un animale, infatti, favorisce l’acquisizione di un senso di responsabilità, esige una presa di coscienza dei propri obblighi, è uno stimolo valido per riacquisire un’immagine positiva di sé e del proprio valore, è un efficace supporto alla crescita ed alla maturazione personale. Sfruttando le caratteristiche fisiche e comportamentali dell’asino (di taglia ridotta, morbido da toccare e carezzare, paziente, lento nei movimenti ed incline alle andature monotone e controllate) è possibile offrire preziosi servizi. Per esempio:

    • favorire quelle persone, in particolare bambini, che avvertono l’esigenza di superare problemi di relazione e socializzazione più attinenti alla sfera affettiva ed emozionale, con risultati che compaiono velocemente e possono essere documentati;

    • riabilitazione e miglioramento della qualità della vita di persone in situazioni di disagio personale e/o sociale e disabili.

    L’onoterapia offre programmi per l’introduzione graduale e sistematica di animali selezionati ed addestrati nelle immediate vicinanze di un individuo, o di gruppi di individui, per scopi terapeutici. Il bambino o l’adulto ha, con essa, l’opportunità di sviluppare in pieno il loro potenziale: sviluppa la personalità, le attività cognitive, la mobilità, le funzioni della mano, il linguaggio e la comunicazione e, soprattutto, l’autoconsiderazione attraverso un tipo di rapporto rassicurante che supera lo stress continuo della valutazione, del giudizio, della contraddizione. È stato riconosciuto, infatti, che la qualità più importante dell’onoterapia consiste nel favorire le esperienze che danno stimoli e motivazioni, incidendo su reazioni fisiologiche misurabili, offrendo un diverso polo di interesse utile a far crollare le barriere del non avvicinamento e della non comunicazione.

    Aspetti Riabilitativi

    L’onoterapia si rivolge prevalentemente a quegli utenti che presentano difficoltà di tipo affettivo-relazionale e comportamentale. Disturbi dell’attenzione, del sonno, dell’alimentazione, dell’aggressività, dei livelli di attività ed eccitabilità che sono spesso una risposta ad uno stato emotivo di malessere, sono il sintomo di un disagio, la reazione a dinamiche educative poco funzionali e/o inadeguate. L’onoterapia offre, peraltro, la possibilità di utilizzare animali selezionati ed affidabili adottando, a scopo educativo, una metodologia di approccio graduale e sistematico con singoli e con gruppi. Fornisce anche gli strumenti, le conoscenze e le tecniche per una preparazione specifica ed approfondita di intervento nella relazione onoterapeuta-utente-animale.

    I programmi onoterapeutici, in generale, prevedono:

    • conoscenza dell’animale tramite contatto;

    • esercizi in serie in modo da integrare movimenti e funzioni attraverso l’instaurazione di un codice di comunicazione;

    • sviluppo della funzione della mano come organo di senso, come strumento di comunicazione e come primo iniziatore di azione;

    • percezione delle parti del corpo dell’asino, la quale promuove un gran numero di stimoli, fra cui lo sviluppo delle attività cognitive;

    • cavalcata e giochi di ruolo, in grado di favorire il linguaggio e l’organizzazione dei processi, la concentrazione, la responsabilità, la percezione della propria posizione nello spazio e della postura.

    L’asino è un animale adattissimo a questo scopo per:

    • intelligenza e memoria: l’asino ricorda benissimo i luoghi frequentati d’abitudine;

    • obbedienza, convinto di quanto gli si chiede, esegue con consapevolezza le sue mansioni senza danni, anche modificando a tal fine il programma di sua iniziativa;

    • pazienza ed umiltà, quasi illimitata se riconosce nel padrone e nell’ambiente attenzioni e consapevolezza della sua utilità;

    • discrezione e fedeltà, molto sviluppate al punto da esprimersi con dolcezza, manifestando grande affetto verso le persone conosciute;

    • coraggio e prudenza, affronta le situazioni difficili senza fuggire ma affrontandole o aggirandole per non andare incontro a pericoli;

    • socievolezza, non gradisce restare a lungo solo;

    • curiosità, vuole sempre vedere e capire cosa fanno le persone che gli stanno vicino.

    Aspetti Innovativi

    Fin dall’antichità si era a conoscenza della validità dell’uso del cavallo per portare a guarigione alcune patologie. Soltanto ora comincia a farsi strada la possibilità dell’uso dell’asino per attività terapeutiche. L’Italia, in questa ricerca, a differenza di altri paesi come l’Inghilterra, la Francia o la Svizzera, non presenta iniziative di rilievo. In tal senso il presente progetto è assolutamente una novità a livello nazionale e costituisce una esperienza pilota da sviluppare. E’,infatti, sbagliato il termine di “onoterapia”: non esiste terapia in un lavoro svolto con gli animali. La terapia presuppone una guarigione: noi non possiamo garantire la risolvibilità di un problema fisico quanto psichico perché, di fatto, andiamo ad interagire su altri ambiti. Si tocca maggiormente la sfera cognitiva, socio-affettiva, si interagisce sullo schema corporeo e sulla percezione che si ha dello stesso, si potenziano e si affinano le potenzialità dell’individuo invece di polarizzarsi su ciò che non sa fare ma che dovrebbe saper fare. Per definizione il portatore di handicap dovrebbe vivere bene con se stesso, accettando la sua condizione, inserito in un contesto sociale favorevole ed accogliente. Di fatto, questo non accade e, paradossalmente, proprio a causa di quelle strutture che dovrebbero favorire l’inserimento sociale e l’accettazione personale. Inserito prevalentemente in un contesto medicalizzato/ospedaliero e costretto a monotoni e ripetitivi esercizi riguardanti prevalentemente funzioni che non è capace di svolgere, il bambino con problemi non è interessato e ripete svogliatamente delle funzioni. Cosa fondamentale è, quindi, quella di creare interesse e motivazione e, se è vero che l’individuo è formato da genotipo e ambiente, è essenziale modificare l’ambiente in qualcosa di favorevolmente accattivante all’attenzione, in grado cioè di creare quella motivazione base di ogni buon esito e risultato. Un ambiente come quello di un maneggio, completamente esule da qualsiasi contesto ospedaliero, è quindi l’ideale per poter riscoprire, anche tramite l’attività ludica, interesse e motivazione per esercizi peraltro atti a stimolare e potenziare quelle che sono già attitudini e facoltà dell’assistito, piuttosto che fare operazione di inibizione e frustrazione con attività che non si sanno svolgere e che segnano quindi fortemente l’inadeguatezza nel confronto con gli altri ed il marcato ricordo della diversità espressa anche in limiti continuamente marcati e ricordati. L’onoterapia, come finalità ultima, ha quella di ampliare la comunicazione in coloro che hanno difficoltà di questo tipo, aiutare a sentirsi inseriti in un contesto sociale e di gruppo in coloro che non riescono a relazionarsi con gli altri; potenziare e migliorare attività psico-motorie in coloro che presentano tali tipi di difficoltà, aiutare la percezione del proprio schema corporeo per ricevere vari e validi suggerimenti di miglioramento di postura, andamento, coordinazione, etc. Ma questa attività interessa non soltanto persone/bambini portatori di handicap, ma anche coloro che hanno difficoltà di inserimento nel contesto sociale o di gruppo, timidezze esasperanti, bambini iperattivi e ipercinetici, autistici, totalmente chiusi in se stessi e nel proprio mondo e bambini con una forte aggressività che non è stata canalizzata. In conclusione l’animale rappresenta un ponte straordinario per la comunicazione, le attività, l’acquisizione di fiducia e il miglioramento delle capacità. Tali possibilità sono favorite dalla natura particolarmente docile dell’asino, dal suo temperamento affettivo e dalle sue caratteristiche fisiche.

    Nelle Marche l’attività onoterapica si può trovare presso:

    "La Contrada del Raglio” a Potenza Picena (Mc) - C.da Altavilla, 2 .

    Informazioni presso Emilio e Alessandra Tel.0733676331 Cell.3409075321

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