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    L’edilizia adesso si fa con i rifiuti

    A Conegliano Veneto l'azienda per i servizi ambientali SAVNO si è costruita la sede attingendo a piene mani alla spazzatura riciclata. Segno che altri potrebbero farlo con grande beneficio per l'ambiente oltreché per le tasche dei cittadini
    31 maggio 2008 - Redazione Rees Marche

    A Conegliano Veneto l'azienda per i servizi ambientali SAVNO si è costruita la sede attingendo a piene mani alla spazzatura riciclata. Segno che altri potrebbero farlo con grande beneficio per l'ambiente oltreché per le tasche dei cittadini

    In un contesto socioculturale del risparmio energetico e della sostenibilità in cui non accade sostanzialmente nulla fa (giustamente!) notizia anche l’inaugurazione in pompa magna di una modesta palazzina uffici fatta passare come la più ecologica d’Italia, perché la sua costruzione ha fatto ampiamente ricorso a materiali provenienti dalla raccolta differenziata.

    per la nuova sede della SAVNO (azienda per i Servizi Ambientali Veneto Nord Orientale).

    Si badi bene: ciò avviene in un momento in cui a qualche centinaio di chilometri più a nord la Provincia Autonoma di Bolzano celebra la millesima CasaClima, quella che per il fabbisogno energetico prevede solamente 1 kW/m2/anno, cioè l’equivalente di un litro di gasolio per metro quadro all’anno (sia per riscaldamento che per il raffrescamento). Tanto per dire, nell’edificio appena inaugurato di kWh/m2/anno ce ne vogliono 6, che non è proprio la stessa cosa.

    Intendiamoci, occorre dare atto con pieno e convinto apprezzamento allo sforzo degli amministratori, sia per la raccolta differenziata, sia per la costruzione di questa palazzina, sia per l’esempio fattivo che si dà alla cittadinanza (che purtroppo è sempre incline a credere alla leggenda metropilitana che la raccolta differenziata non è affatto differenziata perché questo o quello ha visto con i propri occhi dove va a finire, cioè nel mucchio).

    Hanno fra l’altro ragione a vantare gli stessi amministratori la primogenitura di questo edificio (non importa se in Italia ne esistono degli altri oppure o no). Il punto è che in questo Paese (l’Italia dico) dove ci si fa belli “perché qui non succede quanto avviene a Napoli” (ma a Conegliano e dintorni quanti ex napoletani ci sono?) vale a pieno titolo l’adagio:”Beati monoculi in terra caecorum”.

    Godiamoci quindi la festa: a Napoli, perché si fa fuoco che è festa di suo; qui, nel Veneto Nord Orientale perché si ricicla sia pure con moderazione (ma siamo in linea con le altre province della Regione, ha sostenuto il Presidente della provincia di Treviso). Un po’ di fotovoltaico, un po’ di geotermico, un po’ di acciaio riciclato, idem per la plastica, la carta e il cartone. Tutto qui. Bene, bravi.

    L’auspicio è semmai che edifici del genere non rimangano appannaggio delle sole amministrazioni pubbliche che se li possono permettere (ma quanta energia elettrica potrà poi produrre quel piccolo impianto fotovoltaico posto sul tetto dell’edificio?), diventino materia condivisa per i normali cittadini che vorrebbero anche loro avvantaggiarsi concretamente della raccolta differenziata (e non solo per un modesto risparmio in bolletta, semmai esista).

    In questo senso l’esempio di SAVNO va seguito, e anche velocemente. Presto però. Perché, con i tempi che corrono, quanto prima gli amministratori potrebbero essere chiamati a prendersi cura oltre che di carta cartone acciaio vetro plastica e legno anche di scorie nucleari.

    Sempre all’insegna della ecosostenibilità, s’intende!

     

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