Resoconto primo incontro
La globalizzazione tra sviluppo e decrescita: problemi e risposte
L'incontro è iniziato con le presentazioni - in ordine - della scuola regionale, del corso in questione e dei protagonisti - sia dell'equipe della REES che conduce l'attività formativa, che dei partecipanti - ad opera di Angelo Di Mattia. Di seguito l'intervento del dirigente del settore delle politiche sociali Paolo Mannucci, al quale è succeduta la descrizione dell'obiettivo del percorso, dei contenuti e delle tecniche che lo animano da parte del membro dell'equipe di REES Michela Di Ciocco. Toni Montevidoni - membro dell'equipe e tutor d'aula - ha poi presentato la relatrice dell'incontro Deborah Lucchetti, Presidente Fair - cooperativa no profit che si occupa di formazione, sostegno e consulenza a disposizione di tutti quei soggetti che vogliono intraprendere la strada della riconversione eco&equa delle proprie filiere produttive - che ha proposto una lezione frontale sull'analisi dell'attuale modello di sviluppo. L'analisi si è svolta su diversi livelli: antropologico, economico, politico e sociale; dove ogni livello è stato affrontato per nodi critici.
Dalle radici del sistema economico, lì dove nascono le teorie che ancora regolano la nostra società insieme alla fede quasi religiosa nel mito dello sviluppo (crescita illimitata, progresso lineare); passando per la scissione dell'economia dal resto delle sfere della vita umana; arrivando al cambiamento di prospettiva (la questione del Pil: un misuratore quantitativo per leggere l'intera complessità del reale) e dei criteri di valutazione (logiche utilitaristiche) all'interno della società ridotta ad una sola dimensione. Grazie a rivoluzioni quali la scoperta del principio della termodinamica e le teorie dell'approccio sistemico inaugurate da Bateson, viene alla luce una visione alternativa non unidirezionale e non lineare che svela il carattere fittizio della monocultura economica. Segue l'analisi delle condizioni dell'economia:
Ø la WTO ed il binomio liberalizzazione(fuori)/protezionismo(dentro) tipico degli stati forti, rappresentano protagonisti e meccanismi del nuovo colonialismo economico-culturale;
Ø del lavoro: crescita esponenziale del lavoro nero, crescita dei fenomeni di migrazione, femminilizzazione della manodopera, istituzione di zone franche in cui tutti i diritti democratici vengono sospesi;
Ø della società: il liberismo sfrenato si configura come una corsa verso il basso sia nell'ambito delle condizioni di lavoro che dell'economia, con effetti sociali devastanti quali il consumismo depauperante e la precarizzazione della vita.
Il discorso viene focalizzato sul fenomeno della globalizzazione, forma acquisita dal sistema capitalista e liberista a partire dagli anni '80 ed attualmente in piena esplosione, come espressione massima delle contraddizioni e dei vizi del modello in discussione. Ne vengono elencate tre tipologie di effetti:
Ø micro: aumento dei consumi, calo dei costi, sfruttamento intensivo delle risorse, deregulation nel campo del lavoro, crescita dei conflitti interculturali dovuti alle forti migrazioni e di quelli sociali, dovuti alle condizioni di una popolazione mondiale sempre più raccolta nelle metropolo
Ø medi: capitalismo selvaggio: il privato vince sul pubblico; l'individuo sulla collettività; il privilegio sul bene pubblico; il bisogno sul diritto
Ø macro: crisi ambientale, guerra permanente, giustizia globale ei rapporti tra gli stati.
In ultimo, la mutazione antropologica in atto, causata dalla mercificazione dell'umano (tutto è merce) ad opera del cosiddetto capitalismo culturale. Nei paesi a capitalismo maturo la produzione abbandona i mercati già saturi delle "cose", per entrare nel campo dei valori ( l'arte, la cultura, l'immaginario, il vissuto stesso) con effetti disastrosi sulla psiche delle persone (aumento casi di depressione, aumento tasso suicidi, aumento consumo di psicofarmaci).
Alla relazione è seguita la discussione guidata, un momento fondamentale per il chiarimento e l'approfondimento da parte dei corsisti, nonché per un immediato avvicinamento tra i temi della relazione ed il vissuto quotidiano all'interno della professione degli stessi.
Dal quesito circa i rapporti tra flussi di merci a livello globale e locale presentato da Ilaria Mantovani (servizio agricoltura), al riconoscimento della concretezza dei temi snocciolati da parte di Susanna Piscitelli che, occupandosi di servizi sociali, ha potuto testimoniare l'impoverimento della società ed il degrado dell'interesse pubblico su cui domina quello del privato. Dalla problematica di una cooperazione ridotta in termini di accessibilità al mercato rilevata da Natalino Barbizi, alla questione degli O.G.M. presentata da Leonardo Valenti (servizio agricoltura). E' subito emerso il bisogno di attuazione, con le esigenze di Laura Capozucca (internazionalizzazione, cooperazione allo sviluppo e marche nel mondo) che, avendo il compito di stilare un piano di collaborazione con una provincia africana, chiedeva come valorizzare un approccio che tenga conto dei fattori qualitativi e umani. Con Paolo Mannucci viene messo in risalto sul non facile rapporto tra il livello della discussione e quello lavorativo in cui i partecipanti si trovano ad operare.
Deborah Lucchetti ha chiuso l'incontro con un piccolo intervento di risposta e di rilancio verso il tema del prossimo appuntamento: la presa di coscienza del funzionamento del modello attuale e dei rapporti fra diktat internazionali (vedi WTO) e decisioni degli enti pubblici, è propedeutica all'individuazione dei margini nei quali poter attivare politiche alternative. Tali margini non sono teorici, ma giuridici ed amministrativi e quindi inerenti all'attività stessa dei partecipanti all'interno dell'ente Regione Marche.
Risulta necessario un vero e proprio cambiamento di paradigma: quattro i piani sui quali lavorare. Il lavoro più difficile e a lungo termine riguarda il livello antropologico-culturale (ricostruire i legami, adottare il concetto di rete nella ricostruzione delle comunità). Gli altri passi sono in direzione del riportare l'economia nell'ambito dell'etica, ricostruire la governance, dare vita ad una costituzione globale incentrata sui beni comuni e che promuova i diritti al posto dei bisogni. Essendo questo un lavoro epocale e lungo, la fase di transizione non è breve ed indolore. Anche questo tragitto ha le sue tappe: l'importanza della fiscalità per alimentare nuovi patti fra stato e cittadini; cambiare i misuratori con cui guardare la realtà per poter fare nuove valutazioni e dare nuove soluzioni; agire promovendo e sostenendo i comportamenti virtuosi cui la società civile ha già dato vita; ripubblicizzare, dove il pubblico non equivale più a statalismo ma ad una nuova idea di stato che parte dal basso; favorire nuovi stili di vita fuori dalla tirannia del consumo.
Il tutor
Toni Montevidoni