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    Relazione secondo incontro

    22 aprile 2008 - Équipe Rees (Michela Di Ciocco e Toni Montevidoni)

    l mosaico dell'economia solidale

     

    L'incontro è iniziato con una piccola sintesi del precedente incontro, cui ha fatto subito seguito la relazione di Andrea Saroldi, storico rappresentante dell'economia solidale a livello nazionale. L'intervento ha rappresentato una carrellata di buone pratiche, ossia, quei tentativi e quelle esperienze che stanno cercando di dare soluzioni e risposte ai problemi inerenti l'attuale modello socio-economico, trattati nel corso del primo incontro.

    "Quattro sono le domande che pone l'attuale modello" afferma Saroldi all'inizio della relazione:

    Ø       giustizia

    Ø       ambiente

    Ø       benessere

    Ø       senso

    Le risposte a tali questioni, possono essere diverse e su più livelli (personale, di gruppo, politico, economico). La nostra è una società di consumo e protagonista è il consumatore: dalla tipologia tradizionalista (47%) che sceglie i prodotti in base all'utilità ed alla necessità, alla tipologia in continua crescita del narcisista (37%) che fa dei suoi consumi soprattutto una pratica simbolica. In questo caso il consumo può non avere fine, non  è un caso che questa sia la forma più incoraggiata, visto il suo ruolo di sostegno ad una produzione continua di nuove merci. La figura più innovativa è rappresentata dal consumatore etico: tra i criteri di scelta di questa tipologia, compaiono le 4  domande di cui sopra. Non solo il prodotto deve essere funzionale, ma viene valutato in base al tipo di relazioni con:

    Ø      la giustizia: viene prodotto con lo sfruttamento dei lavoratori? Come si comporta l'azienda nelle sue differenti attività, non solo nel processo produttivo?

    Ø      l'ambiente: quale è il suo impatto?

    Ø      Il benessere: a che tipo di bisogno risponde? Si tratta di un consumo necessario, compulsivo, creativo?

    Ø      Il senso: la scelta del prodotto è sempre una scelta etica di valori (acquisto come voto, sostegno e partecipazione all'attività di chi produce).

     

                            Il consumatore etico ha coscienza altresì del fatto che il consumo non è mai un atto privato, essendo consapevole dei rapporti e delle dinamiche dietro ai prodotti: sfruttamento, inquinamento, pressioni lobbistiche, sono tutte questioni pubbliche!. Si tratta di un nuovo approccio, di una nuova forma mentis che da vita a nuovi criteri di scelta. Saroldi inizia la presentazione delle principali realtà che compongono il mosaico dell'economia solidale:

    :

    Ø      Consumo critico: movimento di massa che nasce simbolicamente nel 1996 con la pubblicazione della "Guida al consumo critico"  e che descrive le principali aziende produttive a partire da criteri che rientrano nelle 4 domande suddette.

    Ø      Bilanci di giustizia: pratiche di gruppi di famiglie che decidono di analizzare ed indirizzare i flussi dei propri consumi, sulla base dei medesimi criteri prima citati. Dal 1994 sono sempre di più le famiglie che fanno questa analisi arrivando a creare reti a livello nazionale.

    Ø      Gruppi di acquisto solidale: gruppi di famiglie che si uniscono per acquistare insieme direttamente dai produttori della zona, tagliando così i passaggi che più pesano su produttori e consumatori. Rappresentano altresì esempi di partecipazione dal basso e di animazione sociale. A questo proposito è stato visionato un estratto dalla trasmissione "Report" sui Gas: attraverso degli esempi di produttori (L'azienda Li Calzi che ha rapporti con molti gas del centro e del nord Italia - tra cui anche Gas marchigiani - ; casi di produttori salvati dal fallimento proprio dal sostegno di un gruppo cui si accompagna una conversione al biologico che ne rafforza il valore. Il video è stato importante anche per sfatare il mito dell'eccessivo prezzo dei prodotti in questione.)

    Ø      Commercio equo e solidale: forma di cooperazione internazionale basata su scambi equi tra i paesi del nord e quelli del sud del mondo, nonché di sensibilizzazione ed informazione nelle società occidentali circa i meccanismi economici e gli effetti dei propri stili di vita.

    Ø      Finanza etica: il consumo critico entra nel complesso mondo della finanza. Qui i maggiori problemi sono costituiti dalla disinformazione rispetto all'investimento del denaro; l'esempio è dato dalle "cosiddette banche armate" i cui investimenti finiscono a sostegno della produzione e del traffico di armi.

    Ø      Turismo responsabile: il turismo ambisce ormai ai primi posti delle attività più produttive. Il suo impatto è spaventoso (ambientale, sociale, culturale); proprio per questo nascono organizzazioni che si dedicano a forme diverse di viaggio (ospitalità presso la gente del posto, condivisione della quotidianità con gli stessi, ecc.)

    Ø      Agricoltura Biologica: il rispetto per l'ambiente è nei metodi naturali di coltivazione e mantenimento del territorio, il rispetto dell'uomo e degli animali è nelle condizioni del loro lavoro. Si tratta di un'attività di piccola scala e che diventa sempre più varia e che punta ad una autonomia che invece è sfavorita dalle forme di agricoltura tradizionale.

    Ø      Altre esperienze sono, ad esempio, le "fabbriche recuperate" argentine in cui i lavoratori - fuggito l'imprenditore - si sono organizzati in cooperative ed hanno ricominciato la produzione. Altri esempi sono i "club del baratto" o la creazione di "monete locali alternative" per arginare il collasso di economie in crisi o per creare meccanismi di sostegno a progetti di economie diverse.

     

    L'economia solidale appare dunque definita da diversi elementi:

    Ø     nuove relazioni tra i soggetti economici basate sui principi di reciprocità e cooperazione;

    Ø     giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute, formazione, inclusione sociale, garanzia dei beni essenziali);

    Ø     rispetto dell'ambiente (sostenibilità ecologica);

    Ø     partecipazione democratica;

    Ø     disponibilità a entrare in rapporto con il territorio (partecipazione al "progetto locale");

    Ø     disponibilità a entrare in relazione con le altre realtà dell'economia solidale condividendo un percorso comune;

    Ø     impiego degli utili per scopi di utilità sociale.

    Saroldi cita l'analisi di Laville, secondo la quale l'economia solidale rappresenta una forma ibrida di economia che riunisce le caratteristiche de:

    Ø     economia monetarie di mercato, che rappresenta la forma analizzata nel primo incontro.

    Ø     Economia monetarie non di mercato, ossia dello stato

    Ø     Economia non monetaria, intendendo l'economia del dono, il volontariato, ecc.

    Immagine che illustra I tre poli economici secondo Laville

     

    Da secoli ormai - come raccontatoci da Deborah Lucchetti - l'economia di mercato ha inglobato tutte le altre e con i valori e soggetti spesso non adatti ad una conversione in termini monetari. L'economia solidale si pone al centro del triangolo, potendo arrivare a costituire un vero e proprio argine per la voracità dell'economia di mercato.

                Sono seguiti gli interventi dei corsisti che già durante la relazione hanno attivamente partecipato: Susanna Piscitelli del servizio politiche sociali, sul tema della finanza etica, ha osservato come sarebbe auspicabile una scelta etica del servizio di tesoreria dell'ente. Leonardo Valenti del servizio agricoltura e componente di un Gas, notava come già nell'ente regionale ci siano canali di collaborazione con l'economia solidale, soprattutto con la sfera dell'agricoltura biologica. Danilo Marchionni del servizio di cooperazione, ha posto l'accento sul fatto che la fetta di economia "solidalizzabile" - ossia coinvolta nell'economia solidale e nel rispetto dei suoi criteri - sia molto più ampia di quanto si pensi (ad esempio, cooperative di tipo B). Inoltre, lo stesso ha osservato come sia la distribuzione il meccanismo maggiormente responsabile della degenerazione dell'economia, attuando quella logica di profitto che strangola sia il produttore che il consumatore. Ed è altresì l'anello fondamentale dell'economia solidale, nella quale - come risponde Saroldi - c'è ancora una lacuna, fatti salvi piccoli esempi come i Farmer markets e la P.o.d. (piccola distribuzione organizzata). A tal proposito il tutor d'aula Toni Montevidoni ha fatto presente come tra le economie più importanti del mondo ci siano le multinazionali - e tra loro proprio quelle distributive (Wall Mart su tutte) - prima di molte delle nazioni più potenti.

    Susanna Piscitelli delle politiche sociali ha espresso l'esigenza di riportare il discorso sul tema del disagio e dell'esclusione. La necessità è quella di trovare ed inventare strumenti che rendano possibile arrivare alle persone, canali grazie ai quali far ricadere sulla società quanto emerso nell'ambito del percorso; soprattutto riguardo il nodo dell'esclusione e della povertà. L'esigenza divulgativa diviene più forte nel campo specifico dei giovani: coinvolgere le scuole, inserire nei P.o.f. percorsi dedicati a queste tematiche. Si lamentava infatti, la mancanza del servizio di pubblica istruzione. Enrico Ercolessi del servizio istruzione, formazione e lavoro notava come manchi una cultura di base rispetto ai temi citati e come invece sia proprio l'informazione a permettere l'affermarsi della motivazione, quindi, del cambiamento. Soprattutto tenendo conto delle difficoltà che comporta il cambiamento. L'incontro ha visto già sorgere l'esigenza di ricadute progettuali, infatti lo stesso Ercolessi ha evidenziato la possibilità di creazione di nuove professionalità, nuove qualifiche che portino l'economia solidale anche nella formazione professionale e quindi, nel mondo del lavoro tradizionale.

    In chiusura, Saroldi richiama l'attenzione sul ruolo dell'ente - ruolo che verrà analizzato nei due incontri finali - circa la costituzione delle reti.

     

    Équipe Rees

    Michela Di Ciocco

    Il tutor

    Toni Montevidoni

     

     

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