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    In arrivo una specialità che non si scioglie grazie a un Ogm

    Ci risiamo. Ancora una volta è l'Europa comunitaria a propinarci qualche schifezza. Anche se il via libera da Bruxelles ai cibi transgenici permette questa ennesima nefandezza contro il nostro gusto, in nome di una comodità di consumo e (probabilmente) di uno stoccaggio più facile.
    21 giugno 2009 - Redazione Rees Marche

    Ci risiamo. Ancora una volta è l'Europa comunitaria a propinarci qualche schifezza. Anche se il via libera da Bruxelles ai cibi transgenici permette questa ennesima nefandezza contro il nostro gusto, in nome di una comodità di consumo e (probabilmente) di uno stoccaggio più facile. Da una multinazione del settore arriva il gelato che non si scioglie. Lo denuncia la Coldiretti, ormai sentella attenta a tutela dei consumatori (e le associazioni, dove sono?).

    «La contaminazione da Ogm del prodotto alimentare più amato dai grandi e dai bambini è un vero incubo per la prossima estate - afferma in una nota - durante la quale potrebbe essere commercializzato per la prima volta un gelato transgenico». La Unilever, ricorda la Coldiretti, già da quest'anno potrebbe immettere sul mercato sorbetti transgenici che non si sciolgono grazie al via libera dalla Commissione Ue a una proteina sintetica ottenuta da lievito geneticamente modificato che sarà semplicemente etichettata come «proteina Isp». Tutto questo «all'insaputa dei consumatori. Si tratta - spiega la Coldiretti - di una proteina sintetica isolata originariamente da un pesce artico e riprodotta in laboratorio attraverso la fermentazione di un lievito geneticamente modificato».   L'organizzazione agricola parta di «attentato che mette a rischio la credibilità e l'immagine generale del made in Italy nel mondo», dove, ricorda la Coldiretti, le esportazioni di gelato sono aumentate del 43% in valore nel primo mese del 2009 dopo che nel 2008 le spedizioni all'estero hanno sfiorato per la prima volta i 200 milioni di euro.  Il consumo di gelato annuale è stimato in Italia in oltre 15 chili a persona per una spesa di 5 miliardi di euro destinati all'acquisto di coppe, coni, bastoncini e vaschette, dei quali il 60% di tipo artigianale e il 40% industriale.

    La Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, in realtà cerca di rassicurare tutti sull'Isp, con un parere che è stato anche pubblicato sul suo sito. Si dice infatti che ISP ("Ice Structuring Protein") (proteina strutturante del ghiaccio) può essere usata  quale ingrediente alimentare. 

    Infatti - spiega l'Efsa - le "proteine ISP sono largamente presenti in natura, ad esempio nei pesci di acqua fredda, nelle verdure, nelle granaglie, nel lichene e nei batteri. Le ISP si legano al ghiaccio e aiutano gli organismi a resistere in ambienti estremamente freddi, sia abbassando la temperatura a cui si formano i cristalli di ghiaccio sia modificando le dimensioni e la forma dei cristalli in modo che il ghiaccio sia meno dannoso per i tessuti". La quantità che si può immettere nei cibi non deve essere superiore allo 0,01% in peso.  E lo studio dell'organismo di controllo sulla sicurezza alimentare aggiunge che una "ISP tipo III è stata inizialmente isolata dal merluzzo artico (Macrozoarces americanus), un pesce di acqua fredda presente al largo della costa nordorientale del Nordamerica". 

    Resto del mio parere: non voglio mangiare sorbetti o gelati con Ogm clonati da un pesce.

     

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