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    MOGM microrganismi geneticamente modificati popolano le nostre tavole

    Forse non tutti sanno che anche nel nostro paese "l'infiltrazione" di organismi geneticamente modificati (OGM) è in continua progressione e per di più in ambiti e con modalità per cui è difficile avere un controllo e un riscontro diretto su effetti e rischi.
    12 luglio 2009 - Redazione Rees Marche
    Fonte: Newsletter di Terranauta - luglio 2009

    Forse non tutti sanno che anche nel nostro paese "l'infiltrazione" di organismi geneticamente modificati (OGM) è in continua progressione e per di più in ambiti e con modalità per cui è difficile avere un controllo e un riscontro diretto su effetti e rischi. Sino a qualche tempo fa, gli additivi alimentari venivano prodotti a partire da piante o altre sostanze naturali ed elaborati chimicamente al fine di renderli più facilmente utilizzabili, abbassare i costi di produzione e aumentare le rese e gli effetti che si volevano ottenere inserendoli nella catena della produzione industriale di cibi. Oggi, invece, si ricorre sempre più spesso alla produzione di additivi mediante microrganismi modificati con le tecniche di ingegneria genetica (MOGM). I microrganismi, cioè, vengono utilizzati come laboratori di produzione e trasformazione di alcuni additivi. Se infatti in Italia è vietata la presenza di MOGM negli alimenti, è però anche vero che non è invece proibita la presenza e l'uso di ciò che questi batteri producono. Nei cibi, dunque, possiamo ritrovare i prodotti del metabolismo di questi batteri transgenici. Gli MOGM avviati alla produzione di additivi vengono selezionati convenientemente e la loro produzione di sostanze di aiuto al raggiungimento di determinate caratteristiche commerciali o di gusto o di conservazione dei cibi è sempre più conveniente dal punto di vista economico, seppur ancora a resa discreta come quantità fornita. Anche prodotti tipici della nostra tradizione gastronomica come formaggio e vino contengono questo tipo di derivati batterici OGM. Il caglio, ad esempio, non viene più prodotto a partire dall'abomaso (uno stomaco) dei vitelli (o capretti o agnelli, secondo il tipo di formaggio) ma da microrganismi del genere Aspergillus e Mucor geneticamente modificati. In essi, infatti, è stato inserito il gene della chimosina (o rennina) l'enzima che permette appunto al latte di cagliare.

    Oggi, quasi tutti i formaggi vengono prodotti a partire da questi enzimi OGM. Solo i formaggi DOP e quelli biologici rimangono fuori da questa procedura produttiva (e pensare che esiste pure il caglio vegetale!). Anche il vino, nella maggior parte dei casi, sebbene non in tutti, non viene più prodotto con i vecchi lieviti presenti sulla buccia dell'uva. Oggi si procede invece congelando il mosto subito dopo la pigiatura annullando in questo modo ogni forma di proliferazione batterica. In seguito si inocula il lievito selezionato e spesso appunto geneticamente.

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      - Fonte: Newsletter di Terranauta - luglio 2009

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