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    Allarme nucleare nel cuore della Germania

    Le autorità tedesche, a causa di infiltrazioni d'acqua, hanno deciso l'evacuazione di un centro di stoccaggio di rifiuti radioattivi. La decisione rilancia il dibattito sulle scorie nucleari
    20 luglio 2010 - Redazione REES Marche
    Fonte: FABIONEWS

    Le autorità tedesche, a causa di infiltrazioni d'acqua, hanno deciso l'evacuazione di un centro di stoccaggio di rifiuti radioattivi. La decisione rilancia il dibattito sulle scorie nucleari
    Una montagna di fusti gialli con impresso il simbolo del nucleare. Sopra uno strato di sale e calcestruzzo, e ancora del sale per chiudere l'ingresso alle grotte. Un volume di massa radioattivo equivalente a 60 case è stato depositato tra il 1967 e il 1978 nella miniera di sale in disuso di Asse, nel centro della Germania. 126.000 fusti di rifiuti radioattivi, alcuni ben allineati e altri alla rinfusa, dovevano rimanere lì per l'eternità. Meno di 30 anni più tardi, il sito di Asse si configura come catastrofe ecologica e come problema politico. Il sito geologicamente instabile palesa infiltrazioni d'acqua. E alcuni fusti sono rovinati.
    Di fronte alla gravità della situazione, l'Ufficio federale BfS competente per la gestione del sito, ha optato nel gennaio scorso per l'evacuazione di Asse. Questa inedita operazione, altamente complessa tecnicamente, durerà 20 anni e potrebbe costare allo Stato da 2 a 3 miliardi di euro. La settimana scorsa, il governo ha evocato per la prima volta l'eventuale istituzione di una tassa nucleare, che servirebbe a finanziare la decontaminazione di Asse.  Ad Asse, una collina situata a 25 km a sud di Braunschweig in Bassa Sassonia, il contrasto è evidente fra la campagna verde e ridente in cui il mais ancora verde è scosso dal vento e il grigio dell'ex miniera di sale, che ha fatto vivere la regione dal 1909 al 1964. Pochi minuti sono sufficienti per raggiungere i primi piani sotterranei della miniera, a circa 500 metri di profondità. Un ascensore che può contenere fino a 14 uomini discende lo stretto cunicolo verticale, spostando un grande flusso d ' aria. Mezzo chilometro sotto terra, il caldo è soffocante. Alcuni camioncini sono in attesa su un vasto terrapieno grigio illuminato da neon. Due porte di pesante metallo giallo, formanti una camera di compensazione,  portano verso il dedalo di gallerie, interminabili e sprofondate nel buio.
    La visita della miniera mette presto in evidenza la gravità della situazione: crepe striano le pareti di sale. Dal 1988, alcuni muri della miniera si sono spostati di sei metri a nord. A circa 700 metri di profondità, un rivolo d'acqua uscito dal nulla scorre sotto un telone per evitare il contatto tra l'acqua e l'aria potenzialmente contaminata. I gestori del sito devono combattere contro due mali potenziali: un eventuale crollo di alcune cavità e l'infiltrazione di acqua contaminata verso le falde freatiche.
    L'ex miniera di sale, costruita su 13 piani, sprofonda fino a 900 metri sottoterra. Nove cavità sono state scavate ad ogni piano. 12 contengono residui debolmente radioattivi. Un'altra, a 500 metri di profondità, ospita rifiuti radioattivi di media intensità. Il 60% di essi provengono da centrali  nucleari tedesche (che fino al 1975 potevano essere riversati gratuitamente), il 23% dalla ricerca, l'8% dall'industria. Nessuno sa quanto cesio, plutonio e trizio si trovi laggiù, né quale gas abbia potuto svilupparsi nelle cavità, alcune delle quali sono diventate inaccessibili.
    "Uno dei problemi che abbiamo affrontato è che non sappiamo davvero cosa ci sia nei fusti - spiega Wolfram König, Verde e Presidente della BfS, l'Ufficio federale della sicurezza nucleare civile - L'etichettatura degli anni ' 60 e ' 70 non soddisfa gli standard attuali. Negli ultimi anni, abbiamo aperto 25 fusti. La metà non conteneva ciò che figurava nei registri! Noi avevamo la scelta fra costruire un centro di rifiuti all'interno della miniera, affogare tutto sotto il cemento, o far risalire i fusti in superficie. Questa soluzione è apparsa come il male minore. Abbiamo bisogno di prendere una decisione valida per un milione di anni! Una decisione che non abbia conseguenze per l'umanità per 500 anni, al di là della memoria umana,  una volta che le centrali nucleari potranno essere scomparse dalla terra e che nessuno non saprà più niente del pericolo. Bisogna che, fino a quel momento, i nostri discendenti p ossono scavare il terreno senza rischi."
    Oggi, nessun paese al mondo ha trovato la soluzione che permetta di risolvere il problema delle scorie nucleari. Nessun centro di stoccaggio a lungo termine ha visto la luce. "Lo stoccaggio sotto terra è considerato come la soluzione meno peggiore", dice Marcos Buser, geologo svizzero e Presidente della Commissione Monitoraggio per il progetto Mont Terri, vicino a St-Ursanne, un laboratorio sotterraneo dove gli scienziati stanno studiando quali strati geologici potrebbero essere propizi per lo stoccaggio sicuro dei rifiuti nucleare.
    "Bisogna evitare ad ogni costo che sostanze che hanno un ciclo di vita estremamente lungo restino nel dominio del vivente - continua Marcos Buser -. Dappertutto, così come in Germania, è stata tentato di utilizzare delle miniere dismesse per stoccare i rifiuti, nucleari o chimici. Ma una miniera dismessa è come un edificio. Gli edifici muovono e si fissurano. Le miniere anche. La roccia si crepa. Queste crepe si propagano fino alla superficie, l'acqua s'infiltra, il terreno si affossa, una parte della miniera crolla. È quello che è successo ad Asse. Seppellire i rifiuti sotto terra presuppone la costruzione di un'installazione ad hoc, perfettamente sigillata e confinata. La dimensione ottimale per lo stoccaggio in un paese come la Svizzera sarebbe di qualche centinaia di migliaia di metri cubi per trattare 8000 tonnellate di rifiuti. Asse ha un volume di tre milioni di metri cubi. Anche per un programma nucleare più important e, come il programma tedesco, è troppo."
    Le autorità tedesche hanno infine optato per il trasferimento dei rifiuti di Asse verso l'ex miniera di ferro di Konrad, a qualche decina di chilometri di distanza. L'insediamento, pur potendo contenere fino a 303 000 metri cubi di rifiuti, diventerebbe tuttavia rapidamente troppo stretto, se i 100.000 metri cubi depositati ad Asse vi fossero un giorno trasportati.
    Ad Asse, è stata ingaggiata una corsa contro il tempo e la geologia. Per le prime fasi bisogna prevedere un foro millimetro per consentire di effettuare dei prelievi nelle cavità inaccessibili, infossate sotto il sale e il calcestruzzo. Nessuno sa ancora come avvicinare senza pericolo i fusti danneggiati e ancor meno come estrarli, un giorno, dalla miniera.

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