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    5 settembre 2006 - Michele Altomeni
    Fonte: Bollettino Res Marche N°3 Anno 1 - 05 maggio 2005

    Le scelte energetiche

    seconda parte

    Nello scorso numero del bollettino abbiamo preso in esame alcuni dei problemi legati alla produzione e al consumo di energia. In queste pagine, nello spirito di una rubrica che vuole suggerire “comportamenti solidali” che ognuno può compiere quotidianamente, passiamo in rassegna alcune proposte.

    • Risparmio Energetico.

      Una famiglia italiana composta da tre persone consuma circa 3000 Kwh di elettricità (erano 1800 nel 1980). Negli ultimi decenni, nonostante la maggiore efficienza tecnologica, sono sensibilmente aumentate le bollette, lo spreco di risorse energetiche e le emissioni inquinanti per produrre elettricità. Uno studio dell’Unione Europea stima che si potrebbe risparmiare il 18% dell'energia che consumiamo a costi netti nulli o addirittura guadagnandoci. Infatti il risparmio rappresenta la fonte energetica più pulita in assoluto e permetterebbe di “liberare” una grossa quantità di energia. Alcuni paesi cominciano a capirlo e ad investirci somme consistenti, con ottimi risultati. In Italia siamo ancora al palo, nonostante che uno studio elaborato nel 1999 stimi un possibile risparmio complessivo del 46%. Nel solo settore domestico si poterebbero ottenere risparmi del 27%. I consumi energetici domestici si dividono all'incirca in 50% per riscaldamento, 20% per acqua calda, 30% per illuminazione ed elettrodomestici.

    • Riscaldamento della casa.

      Un appartamento in centro o nord Italia richiede per il riscaldamento un consumo circa 1200 litri di gasolio (o 1000 metri cubi di metano) all’anno, con una emissione di circa 5-6 tonnellate di CO2. Intervenendo con scelte di risparmio energetico nel settore edile si potrebbe arrivare ad un risparmio fino al 70%. Tanto per cominciare andrebbe rispettata la legge che prevede di mantenere il riscaldamento sotto i 20 gradi. Una parte importante dello spreco si deve alla dispersione termica: le case moderne hanno pareti sottili di mattoni traforati che favoriscono la dispersione del calore. Queste pareti si possono coibentare con materiali isolanti, scegliendo quelli naturali (sughero, fibra di legno o cellulosa, pannelli di canne o fibre di cocco) che non impediscono la traspirazione. Lo stesso vale per tetto e pavimenti. Sulle finestre si può intervenire installando doppi vetri o, meglio ancora, doppie finestre che lascino almeno 60 centimetri di vuoto tra una e l’altra. Un semplice accorgimento quotidiano è chiudere le imposte al calar del sole. Ottimo sistema naturale sono le "pareti verdi": griglie applicate ai muri esterni per far risalire delle piante rampicanti che rinfrescano in estate e riscaldano in inverno. Seguendo i criteri della bioedilizia in fase di costruzione o ristrutturazione si possono ottenere edifici “passivi”, ossia capaci di sfruttare al meglio il calore solare, richiedendo un consumo energetico inferiore rispetto ad edifici convenzionali. Tra le caratteristiche di un edificio passivo vi sono la struttura portante in legno, pareti esterne in laterizio, intonaco interno in argilla, cappotto esterno in sughero, tetto ventilato, parete solare, finestre ad alta tenuta, esposizione a sud, impianto di ventilazione capace di recuperare il calore, vegetazione ombreggiante esterna...

    • Impianti di Riscaldamento.

      Per ridurre i consumi energetici relativi al riscaldamento è fondamentale la scelta e la manutenzione degli impianti. La caldaia deve essere efficiente (obbligatorio un controllo annuale della stessa da parte di un tecnico autorizzato) e della giusta potenza rispetto alle caratteristiche dell'edificio. Sui termosifoni è possibile installare un apposita valvola termostatica che permette di regolare la temperatura autonomamente, così da tenere più bassi quelli nelle stanze meno utilizzate o con una temperatura naturale più alta. Le tende davanti al termosifone ne riducono l'efficienza. Tra termosifone e parte è opportuno mettere un pannello isolante per evitare la dispersione verso l’esterno. In fase di costruzione o ristrutturazione è possibile scegliere impianti più efficienti del classico termosifone. Uno dei più validi è quello “a battiscopa”, costituito da un tubo di rame, in cui circola acqua calda, che corre dietro il battiscopa. Questo impianto permette una distribuzione omogenea della temperatura e del grado di umidità, raggiunge più rapidamente la temperatura desiderata e richiede temperature più basse rispetto ai sistemi convenzionali consentendo un buon risparmio di energia (un solo grado in meno di temperatura significa risparmiare il 6% di energia). Un sistema da riscoprire è la stufa a legna che oggi può essere abbinata ad accorgimenti tecnici che ne aumentano l’efficienza, purchè il combustibile provenga da produzioni sostenibili o scarti di lavorazione. La stufa a legna può anche produrre acqua calda e aria da far circolare anche in stanze diverse dell’appartamento. Una variante è la stufa a pellet che utilizza scarti di falegnameria trasformati in compresse di segatura. Oltre al legno per stufa e camino, altri combustibili da preferire al gasolio sono GPL e metano, mentre l'elettricità non è adatta a riscaldare ambienti e acqua e le vecchie caldaie elettriche andrebbero sostituite. Per produrre un buon risparmio energetico possono servire anche alcuni piccoli accorgimenti. Ad esempio chiudere le valvole dei termosifoni nelle stanze non utilizzate e spegnere il riscaldamento almeno un’ora prima di andare a dormire o di uscire, per sfruttare il calore accumulato nei locali. In generale siamo abituati a temperature domestiche troppo elevate. Oltre che provocare danni all’ambiente e alle nostre tasche, non giova neppure alla salute. Abbassando gradualmente la temperatura ci si abituerà facilmente anche a 16°, magari usando uno scialle o una maglia in più. Anche con gli impianti centralizzati è possibile scegliere orari e temperature installando nel condominio un sistema di contabilizzazione del calore per ripartire le spese. Questo permette di sommare i vantaggi del riscaldamento centralizzato (risparmio) con le esigenze individuali. Se in passato i consumi energetici crescevano sensibilmente in inverno, per il riscaldamento, oggi toccano il loro picco in estate perché si sta diffondendo l'abitudine di consumare energia anche per raffreddare la casa. La pubblicità martellante ci sta convincendo che non possiamo più fare a meno del condizionatore. Il condizionatore d'aria è un impianto ad alto impatto ambientale, ma anche economico per le tasche dei consumatori. Un apparecchio medio consuma in un ora quanto un frigorifero da 300 litri in un giorno. In un giorno consuma fino a 15Kwh di energia. Tra l'altro il condizionatore è uno strumento “egoista”, perchè raffreddando la nostra casa, oltre ad aumentare la temperatura del pianeta tramite l'effetto serra, espelle aria calda direttamente nelle zone circostanti. Per il riscaldamento dell’acqua, lo scaldabagno elettrico è il sistema meno indicato. Portare 100 litri di acqua a 60 gradi richiede circa 5 Kwh di energia. Se non è ben coibentato ne richiede altri 3. In mezz'ora di funzionamento consuma 250g di olio combustibile nella centrale elettrica e l'emissione di 600g di CO2. La coibentazione dello scaldabagno è molto importante, anche per quello a gas. Si può risparmiare (energia e acqua) anche riducendo durata e frequenza delle docce, e chiudendo l’acqua mentre ci si insapona. Lo scaldabagno può essere regolato sui 40° in estate e 50/60 in inverno.

    • I pannelli solari.

      Tra le forme energetiche alternative il solare termico è una delle più “mature” ed economicamente convenienti e potrebbe fornire un enorme contributo nella sostituzione di combustibili fossili, soprattutto nell’Italia centrale e meridionale. I pannelli vengono di solito installati sul tetto, rivolti a sud, assorbono l'irraggiamento solare e riscaldano il liquido al loro interno. Il rendimento è massimo tra giugno e settembre, periodo in cui riescono a soddisfare il 100% del fabbisogno di acqua calda. Sul totale dell'anno la media è del 60%. L'impianto solare può essere allacciato a quello esistente, ma installarlo durante la costruzione delle casa permette di risparmiare notevolmente. Un pannello solare da 2 kwh, sufficiente per una famiglia media, nell'arco di 30 anni (che è la sua vita media) permetterà il risparmio di 10.000 kg di olio combustibile evitando l'emissione di 28 tonnellate di CO2. Tenendo conto di variabili quali posizionamento, zona geografica, radiazione solare giornaliera, in media si può considerare una produzione di acqua alla temperatura di 40° pari a 80-100 litri al giorno per ogni mq di pannello installato. In genere è opportuno integrarlo, con l’aiuto di apposite centraline, con un impianto a gas per riscaldare l'acqua quando il sole non basta. Sono ormai sperimentati anche impianti di condizionamento che funzionano con pannelli solari termici collegati ad appositi dispositivi.

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